domenica 4 ottobre 2015

Umbria 4: Alle Fonti del Clitunno

Trevi


Bevagna - S. Michele - Interno
Accidenti questa Umbria è davvero affascinante, per tante volte che tu ci vada, trovi sempre qualche cosa che ti manca, che non hai mai visto e ti chiedi come sia possibile essertelo lasciato sfuggire. Bevagna è un'altra piccola gemma di questo territorio, questa volta nella pianura, un intreccio di strade che ti conduce da una chiesa all'altra. Beh, qui una riflessione va fatta. Uno dei grandi meriti della religione è anche questo. Io credo che più della metà dei capolavori d'arte presenti nella nostra terra sia dovuto esclusivamente ad un insieme di combinazioni concordanti, la pietas dei fedeli, la necessità di affermare la potenza della chiesa, l'intento di usare opere con intento didascalico al fine di legare le menti del popolo, il bisogno di marcare il territorio investendovi le enormi ricchezze raccolte dal transito dei pellegrini, dalle offerte e dai lasciti, insomma un meccanismo virtuoso di creazione di PIL e di lavoro che ha lasciato dietro di sé, quasi come effetto secondario, opere meravigliose di arte imperitura ed edifici che hanno dato il via ad interi periodi architettonici. A Bevagna puoi rimanere ore col naso in su ad esplorare le sculture delle facciate, magari con al fianco un anziano pensionato (da che pulpito vien la predica, si potrebbe dire) che invece di andare a controllare i lavori e le buche, ti spiega i significati ed i simboli invitandoti a cercare la testa del figlio di Barbarossa tra gli altorilievi di San Michele. 

Montefalco - La Piazza centrale
Certo siamo nella terra dove se non sei attento, mentre cerchi facciate di palazzi e chiese medioevali, inciampi in resti di colonne di templi romani. E' tutto un succedersi di ere che si sono accavallate lasciando residuo si sé al di sotto di quelle che son venute dopo e che le hanno ricoperte senza pietà e cognizione e anche diversamente, se così non fosse stato, l'Italia intera sarebbe ricoperta di pietre, magari usate più volte, colonne rubate e basi di nuova bellezza, cimeli sotterrati e poi riportati alla luce per ritornare nell'oblio, ancor più di quanto non lo sia. Che meraviglia! Poi attraversi la campagna di uve e girasoli tra colline più dolci ed eccoti a Montefalco ad ammirare la valle dalla lunga balconata di mattoni rossi. Un altro balzo ancora ed eccoci a Trevi, con la sua pianta rotonda e le piazzette salotto. Ma come fa uno che viene dalle pianure degli Stati Uniti o dal gelo dei bui inverni del nord a non innamorarsi di posti come questo, a non sognare di potere abitare in questa pace di paese, sedie impagliate e bicchieri di vino, profumi di cucina e ombra nascosta nelle navate delle chiese, tra sentori di santi ed incensi. Il cinese o il russo magari no, si gireranno intorno a chiedere dove è l'outlet più vicino e a domandarsi come mai non vengono riparate e rimesse a nuovo con facciate di vetro e di cemento, tutte quelle case dai mattoni sbrecciati, così vecchie e cadenti. Meno male che ognuno la vede a suo modo. Ma l'Umbria è anche terra di acqua. Nell'Appennino piove molto e tutto ciò rende questo cuore d'Italia verde e fresco, ricco di rivi, sorgenti, ruscelli. Così puoi sentir cantare l'acqua che sorge dalla sponda della terra, tra antichi ruderi. 

Trevi - Portici
Certo che gli europei che si facevano il Gran Tour, arrivavano qui e lo credo che venivano forzatamente presi dalle varie sindromi di stupito stordimento. Le fonti del Clitunno hanno affascinato i "turisti" per secoli. Questa acqua fresca e antica che scorre e gorgoglia su un tappeto verde di vegetazione, in un dedalo di canaletti, alberi e prati percorsi da anatre, germani coloriti e cigni nobili, sta qui da millenni, a lasciarsi cantare da poeti e da più prosaici gruppi di famigliole coi bimbi urlanti ed i cartocci dei panini con la porchetta. La bellezza è di tutti in fondo e anche la scolaresca vociante alla fine rimane incantata davanti al tempietto poco più in là, ma che come sempre, a gurdar bene tempio non è, ma chiesa rifatta usando il preesistente, lastre, mattoni, colonne, come mattoncini di un Lego con cui, disponendole in modo diverso, puoi ricostruire architetture mirabili sempre nuove, diverse, pur sempre perfette, dedicandole a Dei appena venuti a sostituire quelli più antichi. Questa è secondo me, una delle cose che più sorprende e fa pensare, il sovrapporsi delle culture nel tempo, capaci di nascere sul vecchio, usando in fondo gli stessi strumenti e materiali, per ricreare nuove vestigia, destinate esse stesse ad essere superate e a loro volta riciclate. Una metafora della natura obbligata a ricostruire se stessa di nuova vita ed organismi sempre diversi, via via  utilizzando sempre la stessa materia, le stesse molecole, gli stessi atomi. Devi correre però, è il destino barbaro di chi non vuole trovare il tempo del fermarsi a riflettere, ma deve sempre, continuamente andare avanti fino alla prossima tappa. Spoleto.

Il tempietto delle Fonti del Clitunno


SURVIVAL KIT

Bevagna - Da piazza Silvestri, circondata di opere mirabili con la fontana al centro, San Michele (facciata da commentare con attenzione), palazzo dei Consoli e teatro Torti, (cercate di riuscire ad entrarci è un gioiellino), procedete verso la piazza Garibaldi con la chiesa ed il convento di S. Francesco. Ampio parcheggio appena fuori della porta di ingresso della città.

Montefalco - Posizione magnifica con belvedere sulla valle. Mura  e museo Civico con Benozzo Gozzoli e Perugino, infine chiesa di Santa Chiara. Ma passeggiate a lungo tra vicoli e piazzette fermandovi per un aperitivo e soprattutto ricordando che questa è la zona del Sagrantino.

Trevi - Dalla Piazza Mazzini con palazzo comunale e Torre civica. Viuzze e piazzette rinchiuse in una caratteristica pianta rotonda in cui perdersi passando da una all'altra delle magnifiche chiese, ognuna delle quali ospita capolavori dei maestri rinascimentali.

Fonti del Clitunno - A pochi km da Trevi, sempre sulla via Flaminia, storico luogo da cui sgorgano sorgenti sotterranee dalle montagne vicine, costituendo un area piacevole e poetica, prima di formare il torrente che scende a valle. Qui hanno sostato tutti, da Plinio a Carducci, scrivendone, io non vorrei abusare. Intorno è pieno di luoghi di ristoro in cui fermarsi per godere del luogo. Poco vicino (si va a piedi) un magnifico tempietto chiesa, un vero gioiellino tra le cui pietre fermarsi un attimo a meditare sulla bellezza. Ingresso 2 €.

Le fonti del Clitunno


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