lunedì 21 agosto 2017

Ardèche 3: Pont Saint Esprit


Il ponte di Pont Saint Esprit


Lo strombo del portale della cattedrale
Una passeggiata per le antiche vie di Pont Saint Esprit ti riconcilia col passato, sono così strette e contorte che quasi nessuna auto vi si avventura, così arrivi in tutta tranquillità alla imponente cattedrale e subito vai ad affacciarti alla balconata sul fiume che con un alveo davvero vasto, quasi dal non scorgere la riva opposta, costeggia per lungo tratto il costone su cui sfilano le case. Il lunghissimo ponte che lo attraversa coi suoi 700 anni di vita sta lì a raccontare di questa città e dei secoli passati. Ma la storia più curiosa per cui questo paesetto della Francia centrale è noto, risale a pochi anni fa, al 1951 ed è così curiosa che va raccontata. E' noto alle cronache come l'affaire du pain maudit e rimane un caso studiato e molto interessante per capire come si possano creare anche in tempi moderni teorie complottiste e storie fantasiose per arrivare a linciaggi sulla pubblica piazza e non solo messe alla gogna morali. Veniamo al fatto. Dunque pochi anni dopo la guerra, periodo in cui ancora il ricordo della fame e delle privazioni sostenute era ben vivo nella mente di tutti, avvenne nel paese una gravissima intossicazione alimentare che colpì quasi al completo la popolazione, che oltre ai problemi fisici presentò anche episodi psicotici acuti come aggressioni, allucinazioni e deliri notturni, esplosioni di violenza e tentativi di suicidio. 

La cattedrale
A questi si aggiunsero presto scene di isterismo di massa e il presunto responsabile, il fornaio del paese, accusato di avere appositamente avvelenato il pane, ebbe la porta della bottega marchiata con una croce per scacciare i demoni che la abitavano. I più guarirono in pochi giorni, ma per molti si aprirono le porte degli ospedali psichiatrici e due morirono. Visto che l'esorcismo della croce non funzionava, alcuni tentarono di linciare direttamente il panettiere untore che fu allora tratto in arresto, si dice per salvargli la pelle. E' molto probabile, anche se non fu mai accertato con precisione che il pane fosse stato preparato con farina di segale e loglio in cui c'era una forte percentuale di segale cornuta che contiene tossine molto potenti che danno appunto questi sintomi. Inoltre sembra che il pane fosse stato sbiancato, essendo il pane nero un brutto ricordo dei tempi di miseria passati, con un altro prodotto altrettanto tossico, il tricloruro di azoto. Insomma il classico caso di frode alimentare scambiato con la molto più suggestiva ipotesi di stregoneria e di maleficio del demonio a cui il fornaio si sarebbe venduto. Tra l'altro era probabile che lo stesso fosse inconsapevole del fatto in quanto fu arrestato anche un mugnaio che distribuiva queste farine, pare noto per fare questi mescolotti truffaldini, che confessò subito il raggiro che gli avrebbe fruttato circa 2000 franchi, solo che questa volta aveva esagerato, un po' una storia del tipo vino al metanolo, sfuggita di mano. 

Vecchie case
Tuttavia l'inchiesta che si concluse con la condanna del mugnaio non stabilì la causa precisa per cui cominciarono a circolare le tesi più inverosimili. Le colpe erano via via del demonio, del panettiere per le sue vicinanze politiche a De Gaulle, delle moderne trebbiatrici e dell'infame progresso, delle potenze straniere, della guerra batteriologica, del Papa e di Stalin e delle nazionalizzazioni. Oggi certamente sarebbero state chiamate in causa, i banchieri, le multinazionali, la globalizzazione e la Monsanto, sono sicuro, in particolare quest'ultima data la sua continuità coni semi di frumento. Un giornalista americano invece, assicurò, prove alla mano,  che era stata la CIA che stava testando un aerosol all'LSD come arma batteriologica, mentre secondo altri poteva trattarsi di un avvelenamento di mercurio che veniva usato in alcuni prodotti per la concia dei semi, come accaduto in diversi altri paesi del mondo conconseguenze ancora più devastanti, in Guatemale e in Pakistan con oltre 100 morti, insomma un bel caso da manuale da confrontare con i tanti fatti gravi che accadono ogni giorno e che poi danno la stura ai complottisti di mezzo mondo. Va beh, il paesino è comunque molto grazioso, fateci un giro di un'oretta, ma poi, dopo un ricco petit déjener, con croissant che stillano burro, è ora di partire e fare i pochi chilometri che ci separano dall'ingresso delle gole.


La piana del Rodano




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3 commenti:

Juhan ha detto...

Bello. Anche se hai dimenticato Soros, sono certo che c'è di mezzo anche lui, con l'aiuto della macchina del tempo.
Par contro: il loglio non l'avrei mai immaginato. La segala (non cornuta) viene invece usata tuttora, da altre parti, mangiata anch'io.

Enrico Bo ha detto...

Infatti Soros era sicuramente già nato ai tempi e chi saquante altre ne aveva combinate. Certamente la segale si usa tuttora , ma il pane prodotto, che allora era considerato una schifezza e lo mangiavano solo i poveracci, ora è invece una squisita ricercatezza e te lo fanno pagare il quadruplo di quello di solo frumento, anzi adesso mescolano alla farina di segale quella di grano per farti la frode alimentare e non viceversa come allora. Curioso il mondo , non trovi?

Juhan ha detto...

Verissimo. Quando ho scritto il commento precedente non volevo confessare che il pane di segala cui mi riferivo era una specialità svizzera (o bavarese, di quelli non si capisce mai niente) che lo impregnano di miele. Si chiama --OOPS! non sono riuscito a farmelo tornare in mente. E, sì, il prezzo è svizzero.

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