giovedì 12 maggio 2022

Funerali

Cipressi

 I funerali sono momenti particolari. Qualcuno che ci va un po' per obbligo, un po' per sentirsi a posto con la coscienza, per conoscenza o per riconoscenza, i famigliari ovviamente, quelli che avevano per chi se ne è andato un sentimento forte, di dipendenza, di affetto, di amicizia. Chi ascolta con aria distratta le parole del prete, chi neppure le sente preso dal dolore che lo legava a chi se ne sta andando e che sta lì davanti per l'ultima volta. La cerimonia in sé è motivo, uno spunto per dare la stura ai ricordi a tutti quelli che con chi sta lì, ha avuto un passato in comune. Basta una parola del vicino o un movimento, una scritta e subito ti tornano alla mente attimi di un passato che non c'è più, che non tornerà più di certo, file destinati a rimanere in un limbo generalizzato in cui a poco a poco si accumuleranno tutti gli eventi di questa umanità disgraziata e bellissima, creativa e distruttrice, un hard disk destinato come tutti i supporti a diventare illeggibile e che consegnerà ad un futuro ipotetico solo momenti perduti. Soli, davanti a quel baule alzato in attesa che il momento termini, a scambiarsi sguardi mesti, pacche sulla spalla, carezze di conforto, ad aspettare che il carro se ne vada con il suo carico triste, per rientrare lentamente come la madre di Cecilia ad aspettare, un po' più tardi, il proprio turno. Quannte volte se ne è parlato, caro Gianni, quante battute scherzose per esorcizzare quello che per tutti è comunque inevitabile. Adesso stai pace, caro amico, come hai scritto: "nel silenzio assoluto, soltanto ascoltando il vento".  


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