lunedì 16 maggio 2022

Un tour d'Italie 5

Paesaggio in Chianti


 Eccoci qua a navigare tra i paesini di questa landa, tutti pronti e decisi ad aggiungere al loro toponimo la dizione "in Chianti", patente sicura di qualità, per valorizzare territorio e appeal per i visitatori. Ma in effetti le caratteristiche comuni di piacevolezza rara ci sono tutte e l'importante è crearsi un itinerario che ti faccia passare da uno all'altro per goderne le piacevolezze delle caratteristiche che li accomunano, le dimensioni di piccole comunità strette attorno ad un campanile, la stupenda visione dei panorami che le circondano e che sono la motivazione principe di questi luoghi, il piacere che si prova a passeggiare tra questi muri antichi guardandosi intorno senza pure avere la pretesa di trovare capolavori immortali, ma godendo della semplicità di un vivere apparentemente sereno e di delicato impatto. Lasci Castellina e in un paio di saliscendi sei a Radda in Chianti, poche case che si ammucchiano sulla cima di un colle con ancora parti di mura che ne ricordano un passato litigioso tra comuni limitrofi e fazioni politiche che si combattevano per motivazioni che nessuno ricorda, come sempre nella storia. La chiesa, il palazzo del comune, i camminamenti medioevali sotterranei tra le case, così comuni nella architettura di questi periodi, funzionali alla protezione ed alla stessa sicurezza costruttica dell'abitato, con le case legate tra loro da archi e giunzione, che questa è comnque sempre terra di terremoti. E nelle vie che rivivono, certo dopo periodi di appannamento nei quali la foga futuristica degli sviluppi cittadini aveva fatto prevedere una morte sicura per deliquio progressivo, un susseguirsi di bottegucce rivolte ai visitatori che propongono quanto il territorio ha sapientemente saputo valorizzare con opera continua e martellante, artigianato, con la lavorazione del cuoio e le terraglie e soprattutto quella enogastronomia di cui l'Italia tutta ha saputo fare materiale prezioso di esportazione e di reputazione internazionale. 

Valorizzare, magnificare, spiegare i punti di eccellenza e renderli rari e desiderabili, status simbol da esibire, che costituiscono valore a materie prime che se non richieste con vigore da ogni parte del mondo, rimarrebbero lì, morte e svilite per un misero e negletto consumo locale. Così da ogni porta emergono profumi di tartufo, confezioni di paste fatte a mano. di cereali che la pochezza qualitativa o produttiva aveva relegato nel dimenticatoio della storia e proprio per questo oggi richiesti e strapagati, perché l'esser raro o vecchio è già di per sé, nel mondo presente, patente di valore assoluto. Se ci aggiungi la parola bio hai fatto centro definitivo, la richiesta aumenta e di certo anche la bontà percepita. Tranquilli è come per la temperatura, ci sono 25 °C ma mi sembrano 32°. Ci vuole un attimo, Basta che chi te la racconta sia convincente, abbia credibilità ed una pasta ti sembrerà cento volte migliore di un'altra di un grano qualunque, anche se vorrei vedere in un bell'esperimento a doppio cieco quanti saprebbero riconoscere cibi spacciati per eccellenze sublimi a confronto con succedanei da prezzo scontato in discount. cose già fatte cento volte con sedicenti esperti su vini, cibi e tante altre cose, con risultati da rovesciarsi dal ridere. Diciamo che già di norma la gente capisce poco, se poi si aggiunge che anche c'è poco da capire, ecco che allora è il trionfo della fuffa e della chiacchiera. Per carità, non vorrei che questa mia tirata, fosse interpretata male, anzi, ben venga tutta la filiera di valorizzazione dei nostri prodotti nazionali, si fa così il marketing e di questo abbiamo tanto bisogno per risollevare la bilancia nazionale , ma attenzione a non gocare troppo sulla fuffa che poi, se il gioco si esagera e viene poi scoperto, crolla tutto il castello anche delle cose che hanno una loro intrinseca validità. 

Ciò premesso qui è tutto un girare tra effluvi di salumi, eccitanti alla vista e gustosissimi al palato, di carni succulente offerte da coloro che qui chiamano i' cicciaio e la parola è tutta un fremito solo a dirla, e infine il prodotto principe che dimensiona e custodisce tutta l'economia del territorio, il vino. Ma magari di questo parlerò più diffusamente domani, che l'argomento lo merita tutto. Oggi si prosegue da un paesino all'altro ed eccoci così più in basso nella valle a Greve in Chianti, borgo un po' più popoloso che si snoda sulla provinciale detta La Chiantigiana, attorto alle rive di un torrente un po' più voluminoso di quelli che scavano le curve alla base di queste splendide colline. E' un piacere passeggiare sotto i portici della piazza principale, una delle più belle della zona, anche questi ricchi di botteghe, ristorantini e vinerie, negozietti di cuoiai e di intrecciatori di vimini e poi, come già detto macellerie che espongono trionfi di tagli preziosi, costate, fiorentine, arrosti. Alcuni offrendo un servizio piuttosto comune da queste parti e del tutto apprezzabile, la possibilità di consumare golosi spuntini all'interno, assaggiando appunto le delizie delle salumerie locali e di tutti gli altri prodotti tipici, dai vini al tartufo. Il vicino museo del vino è purtroppo chiuso, forse uno dei residui del Covid, ma un salto in una delle fornitissime enoteche consente, oltre alla visione di locali strepitosi, ricavati da antiche cantine sotterranee riportate a nuova vita, il passeggio tra sterminate esposizioni di etichette tra le più famose del mondo e l'assaggio di quanti vini vuoi gradire, posto che la tua resistenza all'alcool lo consenta, dato che la tecnica dell'assaggio non è in generale nota, ma tuttti vogliano soltanto bere a garganella la massima quantità di liquido che le gambe malferme consentano. E poi via per il paesino successivo stando attenti ai palloncini.


SURVIVAL KIT

Antica Macelleria Falorni - Sulla piazza del mercato di Greve in Chianti. Da visitare anche solo per ammirare l'esposizione di carni e di salumi che pendono a grappoli, serti e corone da ogni arco soffitto e vetrina del grande negozio che occuna una bella porzione dei portici sulla sinistra. All'interno in deliziosi ambienti dalle volte di mattoni, potrete gustare piatti della tradizione toscana, incluso battute di carne di notevole qualità, taglieri e panini con i vari salumi e formaggi della zona, salse tartufate e oli toscani dal sapore intenso e fruttato. Ve la caverete con 10/15 € e anche meno. Una sosta semiprandiale di spesa contenuta e apprezzabilissima.

Enoteca Falorni - (guarda caso) - Piazza delle cantine 6 - Greve in C. Una delle più grandi in zona, in ambienti sotterranei davvero curati e spettacolari, potrete degustare a vostro piacimento, secondo un sistema pratico in uso in tutta la zona. Sarete forniti di una card e poi girando tra le centinaia di metri di scaffali orientarvi tra descrizioni e proposte nei diversi punti dove erogatori circolari offrono i beccucci da cui spillare centinaia di bottiglie diverse, in tre tipi di drop, mini, medio o grande, tra gli 1 e i 20 o più euro a secondo della qualità scelta, nel bicchiere che vi è stato aìfornito all'ingresso, semplicemente appoggiando  la card all'apposito sensore. Alla fine alla cassa pagherete nella misura in cui avrete usato la card. Possibilità di assaggio anche di oli toscani ed ovviamente di acquisto dei prodotti scelti che son lì per quello. Bella soluzione per gli amanti del vino o per coloro che pensano di capirci qualche cosa. Diversamente fatevi consigliare. 

 

Vicolo


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