martedì 9 gennaio 2024

Corea 38 - Arrivo a Jeonju

Fanciulle in fiore - Jeonju - Corea del sud - ottobre 2023

Luxury bus Premium gold

Lascio Busan con un po' di languida melaconia; la città mi ha indubbiamente colpito e penso che sia un luogo dove si possa vivere abbastanza bene, tutto sommato, soprattutto se riesci a far pace con la cucina. Ma non c'è troppo tempo per fare ragionamenti da anziano sognante, bisogna procedere e questa volta il nostro bus parte piuttosto presto, bisogna lasciare l'albergo tra i saluti all'apparenza disperati della pigolante signorina della reception, fare colazione e attraversare quasi tutta la città per raggiungere la stazione degli autobus extraurbanii, molto grande giustamente, viste le dimensioni cittadine. Questa volta però, mi sembra che il taxi prenda una strada più spedita che comunque ci porta via un bel 40 minuti buoni. Ma al nostro gate ci aspetta il nostro bus versione extra lusso, con sedili spaziali da business class aerea, schermi e cuffie, che in fondo non costa molto di più della versione economy. In tre orette siamo a Jeongju. Purtroppo la dieta carnea e birra, unita ai bibitoni ghiacciati a cui ci stiamo sottoponendo, non sono proprio una panacea per il mio delicato apparato digerente, per cui resisto appena giusto fino alla sosta intermedia, l'autogrill Pascucci, dove raggiungo a fatica gli spazi dedicati, benedetti sempre siano, dove risolvo la complessa ed onerosa pratica prima che il bus abbia terminato il tempo a disposizione per la sosta, senza darmi neppure il tempo di dare un'occhiata alla gigantesca stazione con le sue decine di negozi pieni di gadget e distributori di cibo, ai quali si affollano i passeggeri di decine di autobus fermi nelle piazzole, tra i quali fatico a ritrovare il mio. 

cconciature

Comunque confido che la mia accompagnatrice non lo avrebbe lasciato partire con il sedile vuoto accanto a sé, abbandonandomi ad un triste destino in terra straniera, come accade in certi film. All'arrivo prendo subito i biglietti per Seul, la tappa finale del nostro itinerario. Questa volta provo ad usufruire della biglietteria automatica, cosa che si rivela abbastanza semplice, anche forse, per non correre il rischio di sbagliare; indugio un po' troppo a lungo e le signore che aspettano, si affrettano ad aiutarmi, segnalandomi i tasti su cui appoggiare i ditoni da anziano boomer. Intanto proprio vicino a noi, non so se a causa del protrarsi delle mie operazioni, una vecchia signora, almeno sessantenne, si sente male e crolla sul pavimento, sostenuta dalle astanti che la stendono subito a terra per rianimarla un po'. Rimaniamo lì in attesa che arrivi qualcuno, ma la signora sembra riprendersi e allora la lasciamo circondata di attenzioni e speranzosa di cavarsela. All'uscita riusciamo a beccare il tassista più rimbambito della Corea, che prima studia a lungo l'indirizzo dell'albergo, scritto in coreano, come mi ero premurato di fare per sicurezza, utilizzando una pesante lente di ingrandimento, gli occhiali no, troppo impegnativi, poi, dopo aver impostato alla meglio il navigatore spaziale dell'auto elettrica che tiene tutto il cruscotto, fa un piccolo giro tra i vicoli dietro la stazione senza trovare niente e ci vorrebbe far scendere sicuro che quello sia la nostra meta. 

Un giardinetto

A questo punto lo cazzio in alessandrino e pretendo che riscriva l'indirizzo esatto in coreano e lui, brontolando esegue ripartendo quindi verso la città dove finalmente arriviamo alla nostra meta, una stradina sul bordo della città vecchia dove la nostra guesthouse espone la sua orgogliosa insegna: 24 GH. Il gestore, da me avvisato ci aspetta ansioso e lo trovo immediatamente disponibile a fornire ogni genere di consigli e suggerimenti, cartine alla mano, per mostrare itinerari e quanto è generalmente richiesto dai visitatori di questa cittadina, meta turistica d'eccellenza e popolata soprattutto da masse di visitatori ansiosi di camminare tra le vie del villaggio e tra i punti focali di interesse, vestiti in abiti tradizionali. Subito dietro, lungo la principale via di scorrimento, un grande ipermercato caso mai servisse qualche cosa, poco più in là un ristorantino dove servono il piatto tradizionale della città, naturalmente il migliore ed il meno caro e poi via ad approcciare il grande villaggio hanok che comincia proprio al di là della strada. Jeonju è una cittadina totalmente votata al turismo, con questa bella porzione di città costituita da un enorme villaggio tradizionale che tuttavia è stato completamente trasformato in una sorta di parco a tema dove quasi nessuna delle belle abitazioni, tutte circondate da fantastici cortiletti e piccoli giardini è utilizzata come normale abitazione, ma ogni spazio è ormai occupato da alberghetti, negozi di souvenir, locali, bar, sale da the, ristoranti e così via. 

Negozio di affitto per Hanbok

Oltre naturalmente alle case importanti e celebri, trasformate in musei o luoghi da visitare. Insomma il destino di tanti luoghi turistici nel mondo che l'assedio dei visitatori trasforma in vacche da mungere e luna park tematici. In effetti è bellissimo ugualmente, anzi più perfetto e meglio conservato che se fosse normalmente abitato, ma hai sempre la sensazione di essere in un luogo magnifico, ma artefatto. Oltretutto la folla è strabocchevole, anche se essendo la maggioranza vestita nei classici vaporosi e coloratissimi hambok, affittati in uno dei tantissimi negozi specializzati, presenti uno dopo l'altro specialmente nelle via di accesso, l'effetto è davvero notevole e assolutamente fotogenico. Soprattutto la bardatura femminile è di grande impatto. Una giacchetta corta e fittamente ricamata, il jeogori, sottolinea con una apposita cintura, la vita altissima, noi diremmo stile impero, posta sopra una gonna (chima) a cono, larghissima che scende fino ai piedi, vaporosa, con colori sfumati e disegno di tradizione che creano  un bellissimo effetto avvolgente e poco male se sotto spuntano scarponi da ginnastica da truzze di periferia, l'effetto damina è comunque garantito ed arricchito da accessori molto ricercati, gioielli, ornamentzioni di fiori tra i capelli, borsette d'epoca e ombrellini parasole assolutamente deliziosi. 

Un ingresso

Anche gli uomini si bardano con grandi tuniche damascate e soprattutto con il classico callellone a tesa larga dall'alto cono nero in retina trasparente proprio dei dignitari di corte, oppure anche in vestiti regali con appositi copricapi da imperatore regnate con tanto di scettri e spade. Insomma uno spettacolo nello spettacolo, nello stile più classico del carnevale di Venezia. Un altro bel vantaggio della città è che tutto quanto è interessante da vedere, oltre al fatto di passeggiare per ore godendosi l'ambientazione, si raggiunge comodamente a piedi. Il villaggio è posto ai piedi di una bella collina, come di consueto ricoperta da un fitto bosco di latifoglie che ad ottobre comincia a colorarsi dalle sfumature dell'autunno. Secondo me è uno di quei luoghi in cui non devi fare troppo il fanatico alla ricerca del genuino a tutti i costi, ma è meglio abbandonarsi alla piacevole teatralità di una ambientazione di certo preparata e magari un po' artificiosa, ma così bella e gioiosa da osservare, che vale cominque la pena esserci. Cominciamo così a camminare tra le vie principali, circondati da stormi di ragazze che corrono qua e là alla ricerca di angoli oleografici davanti ai quali raggrupparsi per un selfie con la gambetta alzata dove da sotto l'organza e le crinoline spuntano monumentali crocs con tanto di pigachu incollati. 

La cialda al formaggio

Tutti mangiano come se non si fosse un domani, dagli spiedini di frutta caramellata a panini di ogni tipo di carni e alle famose cialde ripiene di formaggio, rotonde a forma di grande moneta da 10 cent, che di certo ha un qualche significato storico. Comunque sono buonissime e ne mangeresti una dietro l'altra, col formaggio che fila ed esce fuori appiccicandosi alla barba, tra l'ilarità dei passanti. Qualche casa trasformata in guesthouse tradizionale mostra giardinetti deliziosamente fioriti e anche se ci deve adattare sul pavimento con un sottile materassino, da riavvolgere al mattino con la schiena dolorante ed ammaccata, deve essere comunque fascinoso, anche se scomodissimo, passare un giorno in questi luoghi del passato, aprendo la porta a traliccio scorrevole, tra pareti di carta e sentore di passato, sorbendo thé profumati. Mi risulta che queste soluzioni abitative, infatti siano molto richieste ancorché piuttosto costose, sicuramente oltre  i 100 € per notte. Ci sediamo lungo la via principale ad osservare il passaggio, sotto una colossale Ginko di altre 600 anni, che bontà sua non ci bombarda con la caduta dei suoi frutticini puzzolenti, ma ha formato sotto di noi uno straordinario tappeto di foglie d'oro. La sera è ancora lontana dall'arrivare e sotto i denti scrocchia l'ennesima irresistibile cialda, perché lo spirito è affascinato ma la carne è debole. 

Turista


SURVIVAL KIT

Scarpe dipinte

Da Busan a Jeonju - Con bus, ce n'è quasi uno ogni ora. In tre ore con stop all'autogrill a metà strada. Prezzi variabili tra 13 e 27.000 W a seconda della classe del bus. Anche gli economy sono ottimi e comodissimi rispetto ai nostri (massimo tre sedili per fila). Tenete conto che dal centro di Busan ci vuole quasi un'ora per raggiungere la stazione dei bus in taxi (18.000 W), che comunque è abbastanza vicina al capolinea di Nopo della linea 1 arancio (15 fermate, più o meno stesso tempo) se avete il braccino corto. 




24 guesthouse
Guesthouse Jeonju 24 - 56, Hyeonmu 3-gil, Jeonju - A 4 km dalla stazione dei bus, in taxi 6000 W. Nel classico stile delle guesthouse a 2 stelle, con camera doppia molto piccola, non si riesce quasi ad aprire la valigia, ma tutto il resto c'è. AC, TV con grande schermo, Frigo, Stufetta elettrica di riserva, Wifi gratuito in camera, phon e materiali da bagno. La doccia è sul bagno e si bagna dappertutto, ma è cosa consueta in questo tipo di Gh. Silenziosissimo e molto pulito. I lati molto positivi sono: la posizione, immediatamente all'inizio del grande hanok village che costituisce la parte antica della città, che quindi si raggiunge a piedi; la colazione inclusa nel prezzo che ti devi preparare autonomamente nella grande cucina comune con tutto il materiale a disposizione e la straordinaria cortesia del gestore, che è assai prodigo di informazioni, cartine, indirizzi e suggerimenti. Rapporto qualità prezzo ottimo, camera doppia da 27 a 42 € a seconda della stagione. Consigliatissimo. 


Damine a passeggio

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