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Ancora tra i crisantemi - Gyeongju - Corea del sud - ottobre 2023 |
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Sposini |
La giornata di per sé è già stata piuttosto faticosa per le mie gambette di anziano bolso e non volendo forzare più di tanto il destino, anche se ripeto, sono egregiamente assicurato sui possibili coccoloni, decidiamo di passare un tranquillo pomeriggio rifacendoci il parco chiuso delle tombe reali, che ieri sera vavevamo visto un po' di corsa in veste notturna, nella piena luce pomeridiana, per valutarne il differente impatto visivo In effetti di pomeriggio, la sfilata dei tumuli verdissimi, grazie al bel sole di questo autunno clemente, è uno spettacolo non da poco. La serie di collinette di smeraldo dalla geometria perfetta, una linea di sinusoide assolutamente mirabile, li accomuna tutti; li immagino coperti di neve o punteggiati dal rosso degli aceri o nella piena fioritura primaverile. Uno di quei posti classici dove rifare le stesse foto nelle quattro stagioni per avere i più begli effetti cromatici che piacciono tanto da queste parti. In effetti il parco è visitatissimo e come al solito sono di più le ragazze in costume di quelle diciamo così, in borghese. Malignamente l'italiano malpensante crede che la motivazione principale sia quella di non pagare il biglietto di ingresso, ma non credo, tutte queste ragazze e signore di ogni età sono genuinamente interessate a passare un giorno da damina, lo si vede bene dai visi che sprizzano gioia e soddisfazione mentre si mettono in posa davanti agli obiettivi e pertanto qui anche i fotografi professionisti lavorano come matti.
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Innamorati |
C'è addirittura un cosiddetto Photopoint dove una lunga coda di coppie apsetta il turno per mettersi in posa esattamente alla congiunzione delle linee curve di due tumuli adiacenti che si incrociano, segnate da alberi nati spontaneamente nelle vicinanze. Facciamo anche noi il nostro dovere di coppia innamorata, tanto qualcuno che ti scatta una foto lo trovi sempre tra quelli in fila dietro di te e poi ci perdiamo tra i vialetti sinuosi. In tutto il parco altoparlanti nascosti diffondono soffuse musiche tradizionali, tanto per completare il quadretto. Scatto, scatto e ancora scatto senza pietà, cercando di cogliere qualche visetto delizioso con la bocca a cuore e le pose da manga con la gambetta in su che esce dalla vaporosa gonna degli hanbok, mostrando magari un bell'anfibio da scarpantibus o una crocs da due chili piena di babacetti rosa, che stonerebbe assai in linea teorica e che invece fa parte del quadro complessivo. Poi ci buttamo nel quartiere del centro pieno di negozietti creati apposta per il turismo in genere ma soprattutto per quello interno. Oltre agli innumerevoli esercizi che affittano costumi e ne espongono all'esterno una serie completa, moltissimi sono quelli che offrono spuntini e cibi della tradizione, in particolare dolcetti come la cialda ripiena di formaggio filante e miele che rappresenta una moneta da 10 won portafortuna, buonissime ma di cui non ricordo il nome oppure i bungeoppang, a forma di pesce ripieni di pasta dolce di fagioli rossi. Su internet trovate anche la macchinetta per farne tre pezzi alla volta, miracoli del web.
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Tumuli |
E poi tanta altro cibo di strada, dolce e salato dagli spiedini ai gelati nei quali si sfoga la creatività di desing. Ho visto scodellini con dei variegati a cui vengono fatte le orecchie con la paletta ed altre forme di animali per stuzzicare la bramosia dei coccolatissimi infanti. Comunque è un piacere camminare tra questa folla dall'apparenza serena e piena di voglia di divertirsi. Passeggiamo in lungo ed in largo per tutto il quartiere per arrivare di fronte al grandissimo parco che separa il centro dal museo, anche questo costellato di tumuli sparsi, ancora più grandi che formano una curiosa skyline sull'orizzante. Bello aspettare la sera che arriva su una terrazza di un locale elegante, diremmo di design, minimalista con l'arredo dalle linee essenziali a bere una bibita fresca, ammirando la grande superficie su cui campeggiano larghi spazi fioriti, alcuni fittamente ricoperti di cespi in vaso, altri lasciati alla crescita selvaggia di garofanini dai mille colori, intermezzati da campi interi di grandi girasole con le calatidi che volgono graziosamente tutte nella medesima direzione, quali volessero ricevere sulla nuca la carezza del sole morente. L'attenzione verso il bello è davvero notevole e la cura di questi spazi pubblici, rispettatissimi comunque anche dalla folla, è piacevolissima a vedersi. Scendiamo anche noi verso il parco mescolandoci negli spazi fioriti a quanti ne percorrono i sentierini appena segnati, mentre lontano si vede appena la sagoma dell'antico osservatorio astronomico a cui andremo magari domani se ci sarà tempo.
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Pink muhli |
Passeggiamo invece a lungo in mezzo ai campi, con le piante che arrivano fino al petto ed oltre, mescolandoci fino a nascondeci tra le piante, mentre i raggi del sole si fanno radenti e le ombre dei grandi tumuli si allungano sul verde smeraldo che a poco a poco scurisce e si fa verde cupo e poi quasi nero. Poi raggiungiamo un vasto appezzamento particolarmente suggestivo, completamente ricoperto di pink muhly (Muhlembergia capillaris), uno spettacolare arbusto dalla fioritura autunnale per il quale da queste parti fanno uno speciale festival in settembre/ottobre. Non saprei come descriverne la assoluta bellezza, ma figuratevi un campo ricoperto di questi rametti a cespo finissimi dall'apparenza quasi di capelli, da cui il nome, che arriva ad un metro e oltre di altezza e che ricopre completamente gli spazi, con le punte accese di fiorellini rosa acceso, talmente minuscoli da essere indistinguibili da un metro di distanza e che forma una specie di nuvole di nebbia rosata che avvolge completamente il prato. Se qualcuno ci si incammina in mezzo, quasi scompare in questa nebbia rosa. Non avevo mai visto questa pianta e ne sono rimasto completamente affascinato. Ne ho cercato inutilmente i semi da regalare a qualche amico munito di giardino ma non li ho trovati, ma vedo che vengono offerti facilmente su Amazon ed altri siti.
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Gelati con le orecchie |
Ormai tutto è rintracciabile da qualunque parte del mondo arrivi. Perso in questo nembo che a poco a poco scurisce, non riesco a staccarmene fino a che non diventa completamente scuro e a questo punto direi che l'anima, oggi, tra religiosità e bellezza è già stata sufficientemente nutrita e sarebbe anche ora di pensare più prosaicamente alla panza. Voi direte che sono troppo prosaico ma alla fine non di sola bellezza si nutre l'uomo. Quindi ci dirigiamo verso il mercato, che come in tutte le città dell'oriente che si rispetti, ha una sua sede specifica come era in Europa un tempo per i mercati coperti. Anche qui l'area occupa quasi un intero isolato, con tutto il pianterreno occupato di stalli che vendono materiali vari. Ci dirigiamo subito nel settore alimentari, tra banchi di verdura, ricchissimi e direi popolari, di frutta, quasi gioiellerie a vedere i prezzi, e di carni e di pesce. Dopo le sette comincia però a far tardi per le abitudini locali e molti cominciano già a chiudere. In una parte del mercato molti banchi oltre a vendere offrono come è consuetudine da queste parti, anche cibi cucinati, come si dice cotti e mangiati. Ci fermiamo da una donnina che frigge come se non ci fosse un domani e scegliamo un bel misto tra gamberoni, calamari, patate e verdure varie pastellate, appena usciti dal pentolone di olio spumeggiante dal colore un po' troppo brunito, ma non vogliamo stare troppo a sottilizzare, tanto fritta è buona pure la ciabatta.
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fritto misto con carta |
Bisogna dire che siamo stati più che altro convinti dai due avventori precedenti che mangiavano a quattro palmenti un cibo difficile da definire, affogato in una bagna rosso fuoco, probabilmente trippe, ma non ho voluto approfondire troppo perché in questi casi è meglio non indagare, magnificandolo con grandi gesti della mano, come per invogliarci a gradire. Forse parenti della madama, non saprei, ma comunque di qualcosa bisogna pur morire e devo dire che i gamberoni andavano giù bene, Oltretutto per due porzioni abbondanti abbiamo pagato 12.000 W, con due ottime birre Class incluse, mentre al bar fighetto, le due bibite analcoliche avevano subito fatto 13.000 W. Insomma noblesse oblige. Ad un certo punto passa una coppia un po' alterata che litiga in italiano. Volano parole grosse, come si suol dire. Buttiamo la testa nel cartoccio tanto per farci i fatti nostri. Evidentemente lui voleva fermarsi a ingollare qualcosa mentre lei palesemente schifata voleva solo andarsene. Se ne vanno comunque verso l'uscita berciando allegramente, chissà come sarà finita. Noi alla fine, satolli e soddisfatti, ci prendiamo il nostro taxino fino a casetta, coi piedi massacrati da un bel po' di chilometri percorsi, ma bisognerà farci l'abitudine, qui si trotta, c'è poco da fare.
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Corean beauty |
SURVIVAL KIT
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Tumuli park |
Il centro di Gyeongju è proprio al limitare tra i parchi, quello più ristretto e chiuso dei tumuli e gli altri grandi spazi che arrivano fino al fiume, all'Anapji pond e al Museo che è all'estremo opposto. Nel centro oltre al mercato a cui è meglio andare al mattino perché è più frequentato, troverete moltissimi negozi e anche tutta la tipologia di quelli dedicati ai turisti, assieme ad un quartiere tradizionale ai confini col parco. A tutta la città si possono dedicare più gorni girando con cura i vari quartieri e passando tempo in tranquillità negli spazi sterminati dei diversi parchi, ma se si ha poco tempo, potrà bastare un giro attraverso i punti principali magari in bici, Tenete conto che gli spazi sono molto vasti e rischiate di perdere molto tempo spostandovi da un punto all'altro, quindi carta alla mano o con l'ausilio ottimo di NavelMap, studiate l'itinerario sulla carta più risparmioso che vi consenta di vedere più cose. Considerate anche che i taxi per spostarsi all'interno di tutta questa area dei parchi e del centro vi costeranno per tratta al massimo 5000 W, quindi potete tranquillamente largheggiare in comodità, specie se siete in quattro.
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A passeggio |
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