sabato 18 novembre 2023

Corea 14 - Il pollo di Andong

Pollo Jimdak - Andong - ottobre 2023

 

Antipasti

La città di Andong è in festa. Tutte le vie del centro sono occupate da stalli, banchetti, zone preparate per manifestazioni o spettacoli che si svolgeranno durante le varie ore del giorno. Noi abbiamo ancora uno scampolo di pomeriggio quindi ci buttiamo in strada senza por tempo in mezzo, capitando subito in una strada trasformata in area giochi per bambini, che si divertono come matti rotolandosi qua e là, mentre a lato scorre una sfilata di personaggi mascherati, dato che questa è la città delle maschere tradizionali coreane e quindi dappertutto ci sono spettacoli in cui queste ed i personaggi che le portano sono i protagonosti di innumerevoli performances. E' sempre piacevole percorere le strade in festa delle città, c'è una atmosfera di sagra paesana, la gente gira e si ferma ai banchetti allegra e con la voglia di divertirsi, insomma si sta sempre meglio allegri che tristi, verrebbe da dire. Giroliamo un po', poi vicino al fiume ci prendiamo un taxi per andare a vedere il museo del Soju, il più famoso liquore del paese che sembra nato in tempi immemorabili proprio in questa città o per lo meno qui al momento c'è la più nota distilleria del paese. La strada passa al di là del fiume fuori dalla città ed il museo è poi un grande capannone, credo nel sito della distilleria e comprende soprattutto una sorta di grande spaccio, che sembra piuttosto frequentato. 

Alambicco per il soju

Questo distillato tradizionale è il classico liquore ottenuto dalla fermentazione e dalla successiva distillazione del riso, ma mi sembra anche di altri cereali come frumento ed orzo, anche se risulta che nella produzione moderna venga usata anche la tapioca e le patate, cosa che non mi pare risponda molto alla tradizione, insomma una sorta di vodka (o quello che in Russia viene chiamato samagòn) formata da un liquido assolutamente trasparente e all'apparenza innocuo, ma che viene prodotto a 45° e che all'assaggio brucia come il fuoco come le nostre grappe più potenti, ma senza particolari sapori, anzi direi che si presenta decisamente neutro e che mi sembra non si discosti molto dai vari derivati alcoolici del riso, comuni nei paesi dell'estremo oriente, dalla Cina al Giappone. La storia dice che sia arrivato qui verso il XIII secolo portato dai Mongoli che avevano imparato l'arte della distillazione nella Persia e nell'Asia centrale. Probabilmente la sua qualità, come anche per la vodka, si eleva proprio di fronte a questa assenza di gusti secondari, che significa fare spiccare la purezza assoluta del distillato, che dovrebbe nei casi di maggiore qualità, presentarsi come morbido al palato. Qualcuno definisce il gusto delle migliori produzioni come lievemente dolce, burroso e maltato. Ci sono anche diverse marche di soju alla frutta. 

Piatti vari

A me, la versione offerta è sembrata particolarmente alcoolica e neutra. Esiste tutta una etichetta specifica nel consumare questa bevanda, infatti non dovrebbe mai essere servita a se stessi, ma versata con rispetto e con due mani nella ciotolina di chi la berrà, se questi è più anziano, mentre se è servito ad un commensale più giovane il beneficiato deve tenere il bicchiere con due mani, inoltre il bicchierino non si rabbocca mai, ma deve essere prima vuotato completamente. Naturalmente in diverse sale viene presentato tutto il metodo di produzione con oggetti antichi con una ricca documentazione fotografica, visto che il prodotto aveva tradizionalmente una origine casalinga ed evidentemente in ogni villaggio si potevano trovare piccole distillerie. Naturalmente il prodotto viene poi declinato in molte altre versioni con gradazioni alcooliche più basse, fino ad arrivare ad una bevanda che si potrebbe assimilare a vino di riso, di uso molto comune in tutti i ristoranti, tra i 14 ed i 20 gradi. Ma il museo è dedicato anche al cibo coreano e presenta una ricchissima esposizione di tutti i possibili piatti, anche regionali, che la cucina del paese propone, suddivisi in categorie, antipasti, zuppe, carni, pesce e dolci, tutti debitamente riprodotti in forma naturale e presentati come pronti per un colossale banchetto. Già solo i colori che spiccano dalle molteplici vetrine, allettano la vista, per il gusto, dove dovrebbe prevalere soprattutto la piccantenza non saprei dire, anche se amo provare tutto, ma non sono un particolare estimatore di sapori esotici. 

Orci per la produzione del soju

La parte più divertente consiste poi nell'assaggio del soju tradizionale prodotto in questa che dovrebbe essere la più titolata distilleria del paese. Il tizio versa con grande degnazione il liquido negli appositi bicchierini e poi si gode le espressioni di approvazione dei visitatori nella speranza che diventino possibili clienti dello spaccio che offre bottiglie di ogni tipo a prezzi di affezione. Le ragazze fanno gridolini di stupore e smorfie di ogni tipo, visto che la gradazione morde le papille, ma poi si sciolgono in parole di estatica ammirazione e tutti si dirigono poi verso il bancone ad acquistare. Infatti la maggior parte dei visitatori esce con scatole voluminose di confezioni regalo da portare a parenti ed amici al ritorno dalla vacanza. Noi sgusciamo via velocemente a cercare una macchina che ci riporti in città. Anche il tassista tuttavia, avendoci raccolti fuori della cancellata del museo si stupisce che non abbiamo pacchi e pacchettini. Evidentemente è difficile arrivare fin qui ed andarsene a mani vuote del delizioso nettare. Ci ributtiamo quindi nel centro che arrivando la sera diventa sempre più vivace ed affollato. Passiamo per il mercato fermandoci poi davanti a palchi improvvisati dove si esibiscono di volta in volta artisti dei più vari generi. Ci sediamo e subito da un banchetto due ragazzi ci offrono una Sprite, quila gentilezza verso l'ospite straniero, evidentemenet è un obbligo. 

La violinista

Rimango subito incantato da una coppia di violiniste che eseguono pezzi di Vivaldi e altra musica classica occidentale, poi ci spostiamo più in centro, dove nell'incrocio più importante si svolge un vero e proprio concerto. Ci sediamo e subito un signore, evidentemente uno degli organizzatori della manifestazione, viene subito, visto il nostro interesse, a sedersi vicino a noi, ci offre un caffè per scaldarci, visto che con il calar della sera è calata anche la temperatura e poi rimane con noi a commentare gli artisti che via via si esibiscono. E' il direttore del locale conservatorio o scuola di musica che sia e stasera qui si susseguono molti dei suoi allievi in una sorta di saggio. Ecco infatti che si alternano diversi suonatori di strumenti tradizionali e occidentali, alcuni dei quali davvero bravi, come il virtuoso di una sorta di grande ocarina che si suona a due mani ed un altro, un baritono che si esibisce in una serie di canzoni coreane che il pubblico evidentemente conosce perché lo accompagna nei ritornelli. Una voce davvero ben impostata che suscita il plauso generale, mentre il maestro si guarda attorno compiaciuto e gode assai specialmente dai miei commenti di approvazione. Si vede bene che è entusiasta dei suoi ragazzi e se li mangia con gli occhi man mano che si alternano sul palco. 

Palco di strada

Ce ne andiamo poi quando è finita l'esibizione, accompagnati da mille inchini e ringraziamenti, anche questo è l'Oriente. A questo punto si tratta di organizzarsi una cena e qui bisogna tassativamente provare il pollo Jimdak, la insostituibile ed assoluta specialità di Andong. E' un piatto regionale famoso e praticamente tutti i ristoranti lo propongono nel menù. Ci facciamo tutta la via principale che è un ristorante dietro l'altro, poi anche le laterali, non c'è un tavolo libero, tutto pieno di gente che mangia polli come se non ci fosse un domani. Dopo essere stati cacciati fuori dal quarto, mi prende un certo scoramento. Mi sa che tocca rinunciare e mi dispiacerebbe assai. Alla fine in un angolino ne troviamo uno meno appariscente, che ci fa la grazia di un tavolo di risulta, il classico vicino alle toilettes. Ecco, dopo tanta attesa, che arriva il famoso pollo e dato che si poteva sceglere, ci siamo raccomandati per la soluzione absolutely no spicy. Si tratta di un pollo sbollentato e poi lungamente stufato, servito con patate, carote, cipolle e zucchine. Buono è buono e come si dice, si scioglie in bocca, ma dallo sguardo di riprovazione del cameriere si capisce che la sua particolarità specifica sarebbe nella salsa, naturalmente rossa e piccante come il fuoco, ma a noi va bene così. la bocca infuocata la lasciamo per domani, per adesso possiamo andare a dormire tranquilli.

Varietà di dolciumi

SURVIVAL KIT

Macine per orzo

Andong - Città turistica a sud di Seul, nota soprattutto per il villaggio tradizionale di Hahoe, patrimonio dell'Unesco. La città è nota anche per l'annuale Mask dance festival che si tiene in aprile, dato che questo è un altro aspetto culturale importante della zona. Presenta anche molti altri punti interessanti, come il bel Folk museum, il tempio Bonjyeongan, il ponte in legno Woryeonggyo da cui ammirare il tramonto ed una importante scuola conficiana. Sono molto belli i dintorni nei quali si possono percorrere parchi magnifici con antichi templi nascosti nei boschi, in particolare in novembre periodo del foliage. In generale due notti sono il periodo sufficiente per vedere le cose principali. Si raggiunge da Seul in bus in circa 3 ore e mezzo ed è parimenti ben collegata con Gyeongju e con Busan.

Andong Soju MuseumGangnam-ro, Andong-si Appena fuori città (2 km, in taxi circa 5000 W). Racconta la storia ed i metodi di produzione di questa bevanda tradizionale coreana ricavata dal riso ed è allo stesso tempo un museo del cibo coreano. Ricca iconografia. Possibilità di acquisto del famoso liquore nello spaccio con relativo assaggio. Ingresso gratuito, calcolate un'oretta al massimo per la visita completa.

Mangiatori di pollo


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