giovedì 28 settembre 2023

La lingua coreana

Alfabeto coreano

 

Molti dei miei lettori sanno che una delle mie (tante, troppe) passioni, sono le lingue e soprattutto i loro meccanismi, che mi affascinano molto e nelle quali mi piace indagare il più possibile, arrivando al brillante risultano di non conoscerne nessuna bene, neppure l'italiano: mi salvo forse col dialetto alessandrino che è sempre una bella consolazione. E' la maledizione dei tuttologi. Dunque visto che la Corea è un luogo dove uno dei problemi sarà sicuramente la lingua, volevo spendere almeno un post a parlarne, per vedere quantomeno se ci ho capito qualche cosa. Intanto questa lingua sembra appartenere ad un gruppo specifico tutto suo o al limite al ceppo delle lingue altaiche, come giapponese, turco e mongolo. Naturalmente, data la vicinanza geografica, mi è sembrato di notare anche l'influenza del cinese (ad esempio est di dice Dong esattamente come in cinese e probabilmente ci saranno molte parole che conservano questa origine, ma è una mia idea, eh). Cominciamo con l'alfabeto che è uno scoglio importante e che comunque viene scritto da sinistra a destra e orizzontalmente come da noi. L’alfabeto coreano, chiamato hangul (한글) e creato nel 1443 dal re Sejong il Grande (세종대왕Sejong-dae-wang) per facilitare la vita ai sudditi. Infatti anche qui come in giappone, precedentemente, venivano usati gli antichi ideogrammi cinesi. E' costituito da 40 lettere, 19 consonanti e 21 vocali (8 semplici, come i 7 fonemi italiani più la eu, 4 iotizzate come nel russo, ia. ie, io, iu, e 9 dittonghi). Queste vengono raggruppate in sillabe costituite obbligatoriamente da una consonante (se non c'è si scrive comunque una lettera muta come la nostra h), una vocale, a cui possono essere aggiunte una o due consonanti spesso con pronuncia semimuta (come nel cinese -ng). 

Il problema che questa sillaba viene costruita non in maniera lineare, ma le lettere vengono scritte a fianco o sopra o sotto per formare gruppi vergati armoniosamente come se fossero dei caratteri cinesi. La pronuncia cambia in riferimento alla posizione della lettera, ad esempio le cosiddette consonanti doppie hanno pronuncia diversa se sono all'inizio pronuncia dolce) o alla fine della sillaba (dura) come B/P o G/K. Altra variazione di pronuncia si ha per molte consonanti in base alla lettera che precede o segue, mutandosi in -ng. Vedo che siamo già sul complicato. Per non rendervila vita più difficile, aggiungo solo poche note sulla struttura grammaticale del coreano. Si tratta intanto di una lingua cosiddetta SOV, come del resto il latino, al contrario dell'italiano che è una lingua SVO (soggetto, verbo, complemento oggetto, es. io mangio una mela). Quindi le frasi sono strutturate sul tipo Io una mela mangio, col verbo alla fine che complica un po' la comprensione se ci sono subordinate o complementi vari, ma chi ha consuetudine col latino non avrà problemi, vero Anna Maria?. Poi non ci sono articoli e preposizioni, per cui nella formazione dei complementi o del soggetto sarà necessario usare una particella come suffisso al sostantivo che potrà essere di soggetto, appunto per indicarlo chiaramente o di tema (uso molto simile mi sembra, ai cosiddetti caratteri classificatori cinesi, che identificano classi di oggetti, ad esempio mezzi di trasporto, cose piatte, persone, animali, libri, soldi, ecc. utilizzate in Cina per evitare la confusione tra i relativamente pochi fonemi a disposizione).

Quando non lo sapete, per le cose si può usare il classificatore o contatore generico ge (da leggere con g dura e non dolce), da utilizzare per le cose che sono al di fuori di ogni classificazione oppure quando il contatore giusto non ci viene in mente, tanto per cambiare, uguale a quello cinese. Non mi voglio addentrare più a fondo perché complicherei le cose oltre e mie intenzioni (e anche perché non sono molto sicuro di averci capito molto). Un altra cosa importante in una lingua per lo straniero che volesse maneggiarne almeno qualche spunto, sono i numeri, sempre molto utili da sapere e che inoltre fanno, tentando di usarli, simpatia nei contatti umani. Intanto per usarli si deve usare lo schema Sostantivo+ numero + classificatore. Ad esempio: Prendiamo due auto si dirà  , cioè (cha) = auto, (du) = due, (dae) = il classificatore dei mezzi di trasporto e i macchinari.  La cosa si complica ancora perché ci sono due sistemi numerici: il puro-coreano e il sino-coreano, nei quali si nota subito l'assonanza fonetica con i numeri cinesi (es.: cinese 1,2,3,4,5 fa Yi, er, san, se, wo; in Coreano Il, i, sam, sa, o). Si usano in situazioni differenti a seconda dell'argomento, ad esempio quelli sino-coreani vengono usati per i soldi, per i numeri di telefono e in matematica. Ci sono i numeri dall'1 al 10 + 100, 1000, 10.000 come in Cina, ma in quelli puro-coreani ci sono anche il lemmi per venti, trenta, ecc. Quindi le cifre più complesse si costruiscono avvicinando i numeri semplici, ad esempio 136 si scriverà con i lemmi di 6+3dieci+1cento, mentre 11 sarà dieci uno. Non voglio tediarvi più oltre ma non posso fare a meno di segnalarvi un'altra particolarità di questa lingua, che la accomuna ad esempio col giapponese e che testimonia, quanto su questa società influiscano le gerarchie ed il loro rispetto. 

Infatti il coreano si compone di vari registri linguistici che possiamo distinguere tra informale (반말, banmal), formale (존댓말, jondaetmal) e onorifico (높인말, nopinmal). A seconda del registro, cambiano le desinenze verbali, si possono aggiungere particelle onorifiche e sono a volte presenti anche variazioni di lessico. Insomma se ci si parla tra amici è molto diverso che se ci si rivolge ad un superiore o addirittura ad una autorità. Usare il banmal è come dare del tu in italiano e si può fare in famiglia, coi bambini e lo usa il superiore col sottoposto (non so se come in Giappone lo si usa con le donne, ehehe, tanto per capirci), in questo caso si usano le parole semplici senza aggiunta di particolari suffissi onorifici. Il formale jondaetmal si usa quando non ci si conosce o non si è in confidenza come il nostro lei (curiosità, cambiano i pronomi tsati e il tu della seconda persona non si usa, ma si deve utilizzare il nome della persona a cui si parla o il suo titolo. Il registro onorifico nopinmal infine, si usa parlando o anche solo riferendosi in loro assenza a persone importanti o anche per mostrare un particolare rispetto e si fa aggiungendo particelle apposite nella radice o nei suffissi della parola o nel verbo usati. Il tutto è un retaggio interessante di una società molto gerarchica e di radice confuciana, filosofia di vita e di governo che si è sempre fondata sul rispetto assoluto delle posizioni sociali. Come vedete molto spesso la conoscenza di una lingua spiega molto della cultura del popolo che la usa. E per oggi direi che basta così, anche perchè imparare una lingua è un'altra cosa.


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