sabato 23 dicembre 2023

Corea 26 - Gamcheon cultural village

Gamcheon village - Busan - Corea del sud - ottobre 2023


Gamcheon da una balconata

Ben satolli di pesce, riprendiamo la metro, una sola fermata ed eccoci ad un altro dei punti interessanti di Busan, il quartiere di Gamcheon. Questa è un'altra particolarità della città, che in effetti man mano che la si gira, mi appare sempre più bella e piacevole, infatti ai margini dei quartieri modernissimi intorno alla BIFF plaza e sulla collina successiva a quella dove sorge la torre della città, appena finiscono i grattacieli, ecco sorgere una distesa di casette piccole e coloratissime che coprono completamente la collina come una colata di piccoli mattoncini di Lego. Pare che il quartiere sia sorto disordinatamente e senza regole, in questa zona allora ancora spopolata, in seguito all'afflusso di profughi dalla Corea del nord e sussessivamente dei membri di una comunità religiosa ascetica detta Taegeukdo e che sucecssivamente sia rimasto a lungo come una baraccopoli degradata e poverissima. Da qualche tempo, come capita sovente a certi angoli di città in ogni parte del mondo, la zona è diventata punto di riferimento per artisti di gni tipo, le pareti delle case sono diventate tele per una serie infinita di murales e tutta la zona si è mutata in un ritrovo fighetto di intellettuali, fino a diventare una vera e propria nota attrazione turistica, piena di locali e negozietti. Ci posizioniamo infatti in un baretto con un'ampia balconata da cui si abbraccia tutta la valle, con dei begli scorci che arrivano fino alla baia prospiciente. Di qui la vista è davvero bella anche se il quartiere rassomiglia un po' ad una favela brasiliana.

Murale

Sotto di noi una vera e propria fiumana di gente invade i vicoli, le stradine e tutta la serie di scalinate piccole e contorte che, risalendo a ridosso delle case, raggiungono i vari punti del quartiere. Poi ci facciamo anche noi un bel giro fino ad arrivare all'altro versante, dove c'è un altro ampio belvedere. Lungo tutta la strada principale che lo attraversa, la maggioranza dei coloratissimi murales hanno un tema comune che evidentemente ha affascinato molto i Coreani, tanto che lo ritroveremo anche in molte altre parti del paese. Dappertutto infatti le figure rappresentano i personaggi del Piccolo principe di Saint Exupéry, con tanto di citazioni varie, volpi rosse, areei e sciarpe svolazzanti. Tantissimi come sempre i giovani, che sembrano soprattutto preoccupati di ritrarsi convenientemente nei vari punti e davanti alle immagini più belle. Intanto che giroliamo cala la sera, purtroppo a questa stagione dopo le cinque è un attimo ed è già buio. Quindi, quando arriva il momento di scendere verso il mare, sbagliamo ovviamente la direzione del bus e ci troviamo molto più avanti di dove si pensava di arrivare. Direte, ma andatevi a afre una bella crociera dove vi servono come bimbi oppure andate direttamente a riposare in qualche accogliente RSA, che ormai non siete più in grado di muovervi senza tutoraggio continuo, ma che ci vogliamo fare, insistono, insistono 'sti vecchietti. non vogliono mollare e se si perdono in qualche modo riescono sempre a trovare la strada di casa. 

Esposizione d'arte

Infatti, chiedi di qui, chiedi di là, un tizio ci accompagna direttamente alla fermata della metro, quella successiva naturalmente ed alla fine si torna sempre indietro senza problemi. Giriamo un po' nella stazione, come al solito elefantiaca, poi, quando capiamo quale deve essere la nostra direzione, c'è un intoppo. Al tornello, la T-money card di Tiziana non funziona, come se si fosse svuotata dei soldi (pochi) che ancora c'erano sopra, fatto sta che non si riesce a passare tra la costernazione degli astanti a cui spiego il problema. Porco qui, porco là, sta a vedere che anche qui i problemi semplici sono complicati dalla burocrazia e mi rassegno ad andare alla macchinetta ed a cercare aiuto per ricaricarla. Non sia mai, qui siamo in Corea e lo stato non frega la gente. Subito infatti, una indispettita signora mi costringe a seguirla ad un baraccotto dove staziona un tizio con tanto di divisa ferrotranviaria. Spiegata la cosa, il tizio mi prende la carta va ad una sua macchinetta, armeggia un poco e poi torna riconsegnadomela ricaricata, con mille scuse, evidentemente sulla fiducia, anche se non ho capito come faceva a sapere quanti soldi erano stati cancellati. Sembra che ogni tanto capiti che queste carte si smagnetizzino, ma niente paura, il sistema del grande fratello coreano, tutto sa e vede e provvede. Boh, noi non siamo mica abituati a queste cose. 

Murale

Continuiamo per un po', io a ringraziare lui e lui a inchianrsi con me, profondendosi in ulteriori scuse e alla fine non sapendo, in base all'etichetta chi deve smettere per primo, interrompo questo loop di inchini e ce ne aniamo verso i tornelli, dove la fiumana della sera riempie i vagoni. A quest'ora c'è un sacco di gente che evidentemente ha finito di lavorare, ma ci sono appositi sedili per i poveri anziani, donne incinte ed handicappati, per cui non è un problema sedersi, quando il percorso è lungo. Arriviamo a Seomyeon verso le 19 e il quartiere è in piena movida serale, con frotte di ragazzi che entrano ed escono dai locali in cerca di un qualche modo per passare la serata. Al certo del quartiere su un grande palco si stanno esibendo una serie di cantanti lirici, sembra che qui siano piuttosto appassionati del bel canto all'italiana. Rimaniamo un po' perché i performers sembra davvero bravi e di certo qualcosa di più che dei semplici amatori. Girolando tra le stradine laterali ecco che finiamo in un corteo anti americano. Un  gruppo di manifestanti infatti ha occupato un incrocio e pur rimanendo seduti in perfetto silenzio, senza gridare slogan o altro esibisce una serie di striscioni in cui si invitano (gentilmente) i soldati americani a lasciare il paese e a tornarsene a casa. Una sorta di Yankee go home delle nostre sfilate sessantottine insomma. 

Una manifestazione anti USA

Non mi sembra però che si tratti di appoggio politico all'ingombrante vicino del Nord, negli striscioni non se ne fa alcun cenno, ma traspare solo una certa insofferenza ad un presenza molto significativa, avvertita evidentemente come una occupazione militare in piena regola. Tuttavia mi chiedo, via gli americani, chi tratterrebbe il cicciolone dall'invasione? Non capisco insomma. Un paio di camionette della polizia sorvegliano da un angolo dell'incrocio, ma mi sembra una situazione totalmente priva di tensione, anche se qualcuno degli slogan ha un tono piuttosto inquietante. Forse non siamo in grado di comprendere i sentimenti e i gradi di espressione degli orientali, perché qui tutto appare come lontanissimo da ogni forma di intenzione violenta, anzi, eppure nella metropolitana ci sono serie di cartelli che istruiscono su come comportarsi in caso di attacco con gas nervini (forse memori di quanto era accaduto tempo fa in Giappone, da parte di terroristi locali) con tanto di maschere e zone di fuga. Molto strano. Comunque dopo aver chiesto, naturalmente, faccio qualche foto in giro. Mi sono stati fatti silenziosissimi cenni di assenso col capo e niente di più, quindi scatto e poi ce ne andiamo, lasciando tutti lì immobili come statue e apparentemente disinteressati a quanto accadeva intorno, mentre la folla sciamava festosa, entrando ed uscendo dai ristoranti, dalle discoteche e dai negozi di creme per il viso. Questo posto è strano e comunque difficile da interpretare. Meglio andare a letto e meditarci su.

Visitatori

SURVIVAL KIT

Murale

Gamcheon cultural village - Famoso quartiere dove si raduta tutta l'intellighenzia e la parte artistica della città. Oltre ai famosi murales ospita infatti innumerevoli gallerie dove espongono artisti di tendenza ed è diventato un luogo molto alla moda dove passare le serate nei moltissimi locali che hanno aperto nelle vecchie baracche coloratissime e rimesse a posto. Dai vari punti del quartiere che è disposto ad anfiteatro sui fianchi di una valletta che rientra da una delle tante baie sul mare, si hanno magnifiche viste. Il quartiere si raggiunge facilmente scendendo alla stazione Toseong della 1 arancio, quella immediatamente successiva a Jagalchi. Di qui ci sono dei minibus verdi 1-1, 2 o 2-1, che vi portano fino all'ingresso di una delle scalinate che danno accesso al quartiere, che per questa sua posizione viene anche detto il Machu Pichu della Corea o anche la Santorini dei mari del sud. In alto dove finiscono le case, comincia la foresta che prosegue fino alla cima del monte con alberi secolari. I bar sono piuttosto cari naturalmente essendo ormai una zona alla moda, tipo un paio di bibite analcoliche 13.000 W, ma merita un paio d'ore di visita. Per tornare si può prendere anche la 1 alla stazione di Dongdaesin un po' più avanti. (Somyeon dista 11 fermate da qui).


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