domenica 7 gennaio 2024

Corea 36 - Da Taejongdae a Songdo beach

Songdo park - Busan - Corea del sud - ottobre 2023

La costa

Oggi vogliamo dedicare l'intera giornata alla zona a sud della città, tra parchi e spiagge, godendoceli in tranquillità come meritano, perché questa bellissima città ti trasmette soprattutto questa sensazione. Pur essendo una metropoli moderna e in un certo senso caotica, il mood generico che avverti per le strade è quello di un vivere piacevole e non troppo pressante, soprattutto se, come noi, sei un turista per di più pensionato. Dunque godere del clima gradevole e passeggiare al sole fermandosi di tanto in tanto a guardare la vita che ti circonda. Direte voi, ma è roba da umarèl davanti ai cantieri, mah, sarà anche così, ma come si sta bene senza nessuno che ti insegue, ti chiama al telefono alle tre di notte, che c'è una perdita o che ti vuole fissare appuntamenti per la fibra o che il diavolo lo porti via e sto parlando invece della dura realtà, che anche qui ci perseguita. Va bene, bando alla chiacchiera e accidenti al fatto che le briochine alla mandorla sono già finite o non sono ancora arrivate, ma a che ora le portano? qui allora il servizio è carente, bisogna fare un appunto! Vada per le sfogliatelle e poi via sulla 1 che ormai è un po' casa nostra, con il suo lunghissimo mall nel quale ogni volta ci perdiamo. A Nampo prendiamo un taxi che ci porta fino alla punta della grande isola collegata alla costa di fronte al porto da uno dei tantissimi ponti che traversano le acque della città. 

Mar del Giappone

Un grande parco occupa tutta la parte estrema dell'alto promontorio rocccioso, una vera e propria montagna lasciata alla foresta. Come di consueto in Corea tutte le parti alte del territorio vengono regalate al libero sfogo della natura, le case occupano solamente i fondovalle, il resto, anche in città, polmoni verdi per il piacere ed i momenti di relax della gente, che ama sedersi a guardare il mare e la natura. Poi, per carità, qualunque comodità è ammessa e allora ecco il trenino che percorre tutta la strada che sinuosa risale la montagna. L'osservatorio è una balconata a strapiombo sulla roccia viva alla quale gli alberi si abbarbicano per non precipitare in mare, che si stende davanti all'infinito. L'odiato Giappone che gli dà il nome, è lontano e le coste non si vedono mai. Certo che gliene hanno fatte tante ai Coreani, con costanti e dolorosissime invasioni. Checché se ne dica e adesso si professino alleati, questo peccato originale rimane ben fisso anche se non detto, nella memoria della gente, anche se tuttavia il sorriso rivolto ai turisti, abbondantissimi, del sol levante, è sempre lo stesso, ma chissà, le statue mute di bronzo  delle ragazze "di conforto", sedute su una sedia con gli occhi nel vuoto sono presenti in tutte le città e la gente gira loro intorno con orgogliosa deferenza e non più con la vergogna che un tempo accompagnava l'argomento, fino a nasconderlo. 

Il faro

Lo stop successivo è al faro che si leva su un altro spuntone estremo della costa. Qui molti riferimenti storici con statue commemorative di tanti uomini di mare meritevoli della storia coreana e tanti, tanti gradini da salire e scendere, tanto per cambiare, ma le viste rasserenano e cancellano almeno teoricamente la fatica. Infine una ulteriore stradina nel bosco conduce ad un piccolo tempio isolato, dove pochi salgono. La sala di preghiera è aperta, ma nessun monaco sta pregando a quest'ora. Le statue dorate hanno lo sguardo immobile che ti sorpassa senza vederti, veramente perdute nella loro immobilità illuminata. Per loro nessun affanno, nessuna angoscia per il domani venturo, così come nessuna soddisfazione o rimpianto per quanto avvenuto nel passato. L'aporia delle scuole di pensiero greche? Forse anche questo è un punto comune della speculazione filosofica dell'umanità, una illusione consolatoria a cui tendere, sostituita in altre religioni con la promessa di una ultravita di serene delizie declinate in modi diversi, ma sempre premio al fare i bravi, tecnica corretta per il controllo di una società altrimenti sempre troppo inquieta ed anche sistema utile a manovrare gli istinti più bassi sublimandoli al servizio del potere, se sei dalla mia parte puoi, anzi devi farlo, deus vult. 

La spiaggetta

Così è sempre andato il mondo, facciamocene una ragione e intanto scendiamo a valle verso l'ingresso. Più in basso appena fuori si arriva seguendo il sentiero ad una spiaggetta sassosa che si insinua tra le rocce di una baia quasi segreta. Di qui il sentiero dovrebbe proseguire per passerelle per tutta la costa dell'isola fino a raggiungere in qualche chilometro il ponte che la congiunge al porto. Ma da informazione desunte dalle buttadento dei ristorantini sulla strada, il camminamento è crollato e per ora la strada è chiusa. Accidenti, tra l'altro non è neanche un'ora buona per mangiare, eppure i piatti che in foto, sono rappresentati nei vari locali, sono davvero invitanti. Pazienza, tanto qui siamo sul mare e per cena chissà quanti altri ne troveremo! Mi faccio un bel frappé alla fragola e poi cerchiamo un taxi perché la strada è lunga e qui siamo un po' defilati e non passa nessuno. Poi ne becco uno che sta riposando cercando di sorbirsi un beverone di caffé freddo e, pur un po' riottoso, ci carica pur di non rinunciare alla corsa. Nell'agitazione si versa anche addosso il caffé e arriviamo a Songdo che il ghiaccio è già tutto sciolto, ma il tizio non mostra di essere arrabbiato. Decidiamo per il cablecar che porta fino al parco in punta alla penisoletta. 

Ci capita la cabina col fondo di vetro (che ha un prezzo maggiorato, ma noblesse oblige) e saliamo in una ventina di minuti, sospesi nel vuoto sopra la baia, fino al gruppo di costruzioni a quasi cento metri di altezza. Qui c'è una gran confusione essendo evidentemente questa una delle mete più gettonate della città. Gente che mangia ai quattro palmenti, altri che partono di corsa per infilarsi nei sentieri della foresta, altri che riposano godendosi il paesaggio. Sulla cima della costruzione che contiene i vari servizi, una zona a tema, tanto per cambiare del Piccolo principe, costellata di statue davanti alle quali bisogna fare la fila per farsi la foto e tanti altri gadget sull'argomento. Subito dopo, un ponte gettato sul vuoto col fondo in vetro che raggiunge un pinnacolo di roccia isolato nello strapiombo per un centinaio di metri. Questa è una delle grandi passioni dell'oriente tutto, la costruzione di queste arditussime passerelle, che al nostro occhio rovinano la naturalità dei luoghi estremi ma regalano queste grandi sensazioni della sospensione a grandi altezze per vincere il senso di vertigine. Capirà, bisogna seguire la folla, diamogli anche 'sti ultimi 1000 W e andiamo fino alla punta estrema, superando la paura del baratro sottostante e poi torniamo alla base che va bene così. 

Songdo cable car

SURVIVAL KIT

Songdo beach

Taejongdae park - Situato sulla punta della grande isola davanti al porto, si raggiunge con la linea 1 fino a Nampo, per poi proseguire comodamente in taxi (4800 W). Il percorso gira per qualche chilometro tutto il promontorio di fronte al mare. Il trenino lo percorre tutto con tre soste, Osservatorio, faro, tempio (3000 W senior, mentre l'ingresso al parco è gratuito). Vicino all'ingresso bei ristorantini di pesce sulla spiaggia. Il percorso che prosegue sulla scogliera verso terra è al momento interrotto.

Songdo cable car - Baia con bella spiaggia successiva a all'isola di Taejongdae. qui c'è la stazione di una cable car che traversa tutto il golfo a 60 metri di altezza e porta fino al parco in cima al promontorio omonimo. Molti biglietti a seconda delle attività. Sul sito indica 2000W per i senior, ma a noi hanno fatto 20.000 forse perché stranieri, in alcuni postti infatti questo sconto non viene applicato ai non coreani. Il percorso è molto panoramico e sul promontorio ci sono diverse attività da svolgere oltre a ristoranti e negozi e passeggiate nel grande parco Amnan, che occupa tutto la parte terminale del promontorio. Alla partenza, ponti sospesi sulle acque con statue giganti che rappresentano personaggi di fiabe. 

Songdo


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