sabato 11 novembre 2023

Corea 9 - Tra templi e castelli

Nel castello - Seul - ottobre 2023


Tetti
E' l'alba del nuovo giorno, veramente sono già le 8:30 e il cappuccino a cui ho evitato con la forza l'insulto che fosse cosparso di abbondante cannella, abitudine che scopriamo assolutamente inveterata quaggiù, va giù come l'olio, un poco come il sapor d'acqua natia del Vate, e la via oggi è lunga, come lo sarà nei prossimi giorni. Qui bisogna metterlo in preventivo, si cammina, si cammina molto se vuoi vedere molto e gli spazi sono infiniti e le scale anche. Quindi gambe in spalla e zainetto con le macchine fotografiche, che pesano come il piombo pure e cominciamo a dirigerci verso il ChangDeok Gung, il castello a noi più prossimo che come gli altri apre alle 9. C'è già coda alla biglietteria e aspettando il turno tra damine in hanbok che si scattano selfie a raffica, arrivo allo sportello, passaporto alla mano cosa che mi consente di avere l'ingresso gratuito, grazie ai miei 65 anni (passati). E' il privilegio dell'età, che ti consente questo risparmio in quasi tutti i luoghi statali, ma anche altri hanno sconti di vario tipo per i senior. In altri luoghi invece le bigliettaie borbottano un po' e  poi ti dicono che questo privilegio è riservato ai coreani. Ma voi chiedete sempre e prendete quel che arriva. Ed eccoci vagare per i larghi spazi dell'immenso parco che circonda le costruzioni del palazzo, il cui nome significa Palazzo della prospera virtù, come recitano le antiche insegne poste sul portale di ingresso, secondo uno stile che segue la cultura cinese. 

Il palazzo

Il palazzo o Castello come qualcuno lo chiama, viene detto anche palazzo orientale essendo situato ad est del più importante GyeongBok Gung, che visiteremo successivamente ed è uno dei massimi esempi architettonici della dinastia Joseon nel classico stile detto dei tre regni, periodo in cui il concetto stilistico era quello di armonizzare al massimo le costruzioni con l'ambiente circostante e non imporvisi. Infatti ogni costruzione è ben distanziata dalla altre ed è completamente immersa nel bosco circostante, creando una sensazione di pace e serenità. I sei secoli del palazzo non si avvertono, anche perché ogni cosa, essendo completamente in legno, è stata più volte bruciata, distrutta dagli eserciti invasori (cinesi, giapponesi, occidentali) ed infine ricostruita secondo i concetti originali, resistendo fino alla morte dell'ultimo re della dinastia nel 1926. Oggi restano solo 13 grandi costruzioni, oltre ai molteplici padiglioni che costellano gli oltre 50 ettari di parco, che poi in effetti spiccano anche per la loro semplicità, direi quasi severa, data dalle imponenti colonne/tronco che sorreggono tetti dalle tegole di maiolica scura, dove primeggia un verde tipico che ritroveremo in tutte le costruzioni antiche in legno, con qualche decorazione barocca ma non troppo invasiva. Gli interni sono spogli e lasciano spazio all'immaginazione di ricevimenti di dignitari e ambasciatori, per quelle dedicate all'ufficialità e ad un senso di semplicità per le altre, riservate ai momenti privati. 

La sala del trono

In effetti non riesci neppure a distinguere quelle costruzioni ricostruite dopo gli incendi vari nel 1900 da quelle poche originali che risalgono al 1400 o da quelli rimessi in piedi nei periodi successivi, tanta è stata la cura di mantenere l'unità della tradizione. Ma dove meglio riesci ad avvertire lo spirito del luogo è nel cosiddetto Giardino segreto. il Biwon, riservato ai momenti privati della famiglia reale ed alle donne della stessa, costituito da una serie di piccole costruzioni nascoste nella parte più segreta del parco tra rii, cascatelle ed alberi secolari, ad ognuna dei quali si accede attraverso graziosi ponticelli di pietra. Un piccolo fiumicello la percorre tra i salti d'acqua, nato da una fonte in una grotta dove è stata incisa su una roccia una breve poesia: "L'acqua scorre a fiotti e le cascate precipitano dal cielo. Mi ricordano arcobaleni bianchi e tuoni e luci su tutta la valle". Davvero un luogo magico al quale anche le frotte di turisti, se pure rn questa parte, l'ingresso sia a numero chiuso e limitato, non riescono a togliere il senso di sogno e di mistero, cosa che le molte signore che volteggiano qua e là nelle vesti tradizionali, contribuiscono a perpetuare. Devo dire che questa moda aiuta molto a colorare questi luoghi di un carattere di gradevole esoticità senza tempo. 

Water digitale

Non voglio sembraivi prosaico, un discorso a parte meritano i bagni, istituzione, come già vi ho detto, dalla presenza numerosa e costante in ogni dove, che sono nascosti in una costruzione tradizionale e questo tuffo nel passato scompare solo all'interno quando vi troverete si fronte a moderni water spaziali, corredati, come quelli noti giapponesi, di un imponente e difficoltosamente interpretabile,pannello ricchissimo di pulsanti dalle funzioni da scoprire, incluso il riscaldamento della tavoletta, la regolazione di getti d'acqua per la pulizia intima e quelli per la creazione di rumori vari, dalla musica, ai finti rilasci dello sciacquone, creati appositamente per celare all'udito gli scovenientissimi rumori corporali che, come in Giappone, vengono considerati assolutamente inaccettabili, al contrario di quanto avviene in Cina. Tutto questo pur essento tuttavia un argomento oggetto di interesse come testimonia ad esempio, il museo dedicato interamente al water ed ai bisogni diciamo così escretori di natura scatologica, costruito vicino a Suwon da un personaggio che ha dedicato tutta la sua vita a promuovere nel mondo il water e per questo è stato ribattezzato simpaticamente Mr. Toilet. La sua casa, costruita appunto a forma di water, è stata così trasformata in un museo che racconta tutta la storia di questo indispensabile strumento di civiltà ed ospita di volta in volta rassegne a tema. Qualche anno fa, ad esempio, c'è stata appunto una mostra dedicata alla pupù e tutto il giardino è costellato di statue che riguardano la materia specifica. 

Museo del Water
Sala del tempio Joseosa

All'interno invece, una ricca esposizione riguardante i wc e la loro storia in tutto il mondo e la toilet centrale è una grande sala dai vetri trasparenti di cristallo a cui si accede diciamo così, per il proprio bisogno nel senso letterale del termine, mentre contemporaneamente i vetri si oscurano grazie ad una specie di nebbiolina che crea la opportuna privacy. Assolutamente geniale. Una esperienza sensoriale che aiuta anche ad illustrare la giocosa mentalità coreana. Qui sotto potete vedere una visita virtuale al museo stesso. Questa è civiltà insomma. Intanto, risolto il problema materiale, la visita del parco e dei boschetti con i gelsi centenari con le cui foglie le regine alimentavano i bachi da seta allevati nella rggia, ci portano via quasi tutta il resto della mattina, che ci volete fare, tempus fugit e se ti vuoi godere le cose te le devi gustare senza badare troppo all'orologio. Inoltre bisogna anche pensare alla prenotazione della camera per quando ritorneremo a Seul al termine del giro, cosa che improvvidamente avevo pensato di fare arrivati sul posto, ma naturalmente nella nostra guesthouse erano già tutte occupate, per cui è necessario dare un'occhiata alle offerte dei dintorni, che tuttavia preoccupantemente espondo tutte il desolante cartello sold out per le date richieste. Per fortuna al nostro rientro a mezzogiorno, l'ormai amico Hung ci comunica di aver liberato una stanza per noi e inoltre si è fatto in quattro per cercarci le cose che gli avevo chiesto e ci consegna, già stanmpati i biglietti del bus per Andong e la prenotazione per il giro alla DMZ di domani. 

l giardino segreto

Quasi quasi lo abbraccio, non fosse che questo non rientra nella etiquette coreana. E quindi felici per la facile soluzione dei problemi vari, ma ci accorgeremo presto che in questo paese tutto è di semplicissima risoluzione, usciamo alla volta del tempio Jogyesa, uno dei più importanti della città, tanto per cambiare vicinissimo. Questo è il prototipo dei templi buddisti coreani, che riportano sempre ad un oasi di spirituale tranquillità anche all'interno della confusione moderna di un centro cittadino. Siamo qui infatti quasi al centro di un importante e trafficatissimo incrocio di grandi arterie del quartiere di Insadong, eppure appena varcati i cancelli del giardino e avvicinandoti alla costruzione centrale senti tutto l'ambiente pervaso da pace e serena tranquillità meditativa che lascia fuori anche il rumore intenso del traffico cittadino. Noti subito una grandissima cura dell'ornamentazione, fiori a profusione, che poi in questa stagiona sono in massima parte crisantemi, coreani tanto per gradire, ma guarda un po', che come vedremo è uso comune disporre in miriadi di vasi contigui a formare aiuole dal complesso disegno. Gli alberi stessi che completano il giardino sono addobbati con aggiunte di fiori che simulano una naturale e miracolosa fioritura degli stessi. C'è molta gente, i fedeli affollano i vialetti del giardino e ordinatamente entrano nella grande sala centrale dove campeggiano le tre statue del Budda (quello del Paradiso, quello storico e quello della Medicina, con la ciotola in mano) che rappresentano le espressioni del buddismo coreano, una variante zen del buddismo giapponese dal quale prende rigorosamente le distanze e con il quale ci sono stati frequenti attriti e non solo verbali, come nel '98, quando il tempio fu occupato per 40 giorni da diverse fazioni di monaci in lotta tra di loro. 

monaci
The secret garden

Tutto il mondo è paese e come si vede continuamente, la lotta per il potere all'interno di ogni religione è più feroce di quella con le altre religioni apparentemente più distanti. Intanto nel giardino c'è una distribuzione di kimchi benedetti ed una lunga fila che, dietro un'offerta di soli 1000 W, se ne assictura un pacchetto. Dietro, la fila disordinata degli orci marroni di fermentazione. Cammino un po' nei vialetti Tra la pagoda che ospita la grande campana e l'edificio dei funerali con le statue dei dieci giudici che decideranno a 49 giorni dalla morte se il defunto si meriterà il paradiso o l'inferno, niente purgatorio però, invenzione tipicamente cristiana per drenare offerte ai vivi in favore dei defunti. Ma la cosa più imponente del giardino, che circonda la sala centrale che nella sua conformazione attuale, con in alto i grandi pannelli che raccontano le storie dlela vita del Budda, ha circa un secolo di vita, sono gli alberi secolari che lo popolano, dal pino bianco di 500 anni detto Baeksong (monumento naturale n.9 del paese) ed un colossale carrubo alto più di 26 metri. I vialetti del giardino sono fiancheggiati da siepi fiorite, anche qui si tratta di vasi separati sui quali spiccano cartellini e piccoli cuori, legati agli steli. Sono le richieste di grazia che i fedeli appongono dopo la preghiera svolta nella sala centrale. Ogni tanto vedi qualche monaco o monaca che si aggira con aria saggia e ben pasciuta. L'ordine Jogye prevede una veste grigia che avvolge il corpo completamente e volendo, come in tutti gli altri templi di questo ordine del paese, organizza per chi lo desideri esperienze di vita monacale all'interno dei templi per uno o più giorni. Per la verità, per chi volesse percorrere questa via spirituale, suggerirei di scegliere uno dei templi sulle montagne che dovrebbe garantire un ambiente più consono al percorso spirituale intrapreso, anche se ho letto in chi ha usufruito di questa esperienza, una certa delusione. Forse la nostra testa ragiona diversamente ed i trip mentali che ci facciamo sono spesso distanti dalle realtà a noi così lontane. Comunque non posso negare che questo luogo per la sua posizione e per la cura con cui è custodito, ha un suo fascino innegabile. Ma è ormai tempo di uscire che l'altro palazzo reale ci aspetta.

Nel giardino del Budda

SURVIVAL KIT

ChangDeok Gung palace - Uno dei 5 della capitale, secondo in ordine di importanza. Sito in un parco enorme che ospita anche il National palace museum che mostra vestiti e oggetti che raccontano la storia dlela dinastia Joseon ed il National Folk Museum che ricrea la vita quotidiana di questo periodo storico. La visita guidata (obbligatoria) al giardino segreto si paga a parte (3000 W). Quella inglese parte alle 10 e dura circa un'ora. Chiuso il martedì. Ingresso 3000 W, gratis per senior o vestiti con hanbok.  Calcolate almeno 3 orette. Con la metro LInea 1 o 3.

Jogyesa temple - All'incrocia della Ujanggungno e Insadong. Con la metro linea 1 (staz Jonggak), linea 3 (staz . Anguk). Aperto 24 ore al giorno. Ingresso libero. No foto nella sala del Budda. Almeno 1 ora. Molto suggestivo e imperdibile essendo anche il più importante tempio della Corea. Ospita l'8 aprile un interessante festival delle lanterne, in cui tutta la città è cosparsa di lanterne a forma di loto, appese agli alberi e che culmina in una imponente processione al tempio.






Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

Orci per la fermentazione dei kimcho

Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!