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Il pilastro della caverna di Manjanggul - Jeju - Corea del sud - ottobre 2023 |
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Formazioni |
Sarebbe stato bello approfondire l'esperienza con la comunità delle donne Haenyeo, anche per le implicazioni avute nel paese durante il periodo attorno alla guerra mondiale. Mi riprometto di leggere un romanzo sull'argomento che mi ha segnalato un mio attento lettore: Le madri di vento e di sale. Comunque sia non mi aspettavo che la loro realtà fosse ancora molto vissuta e non fossero rimaste solamente come un residuo da proloco per i turisti. Mi sarei fermato volentieri in città a vedere il museo a loro dedicato e potendo, magari indagare più a fondo sull'argomento, ma dovendo sfruttare al meglio la giornata, ho programmato per il prosieguo il tunnel di Manjanggul, che però trovo difficoltà a raggiungere con un bus e devo piegarmi ad utilizzare un oneroso taxi visto che le grotte sono distanti parecchi chilometri nell'interno. Il tempo, il maledetto tempo a disposizione, riesce sempre a condizionare tutto. Lasciamo quindi la costa, dopo aver dato un'ultima occhiata alla piccola isola di Udo che è a pochi minuti di traghetto di fronte al porto e che probabilmente proporrebbe altri interessanti panorami, percorrendone le baie verso nord e anche qui, basta buttare un occhio fuori dal finestrino, per veder spuntare dall'acqua le calottine nere e arancio delle donne pescatrici. Le epoche cambiano ma i mercati vanno riforniti in qualche modo.
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Lava |
Comunque sia, poi pieghiamo verso la campagna, sfilando appezzamenti ordinatamente segnati dalle piante di mandarino, ormai spoglie dei frutti che fanno bella mostra di sé in ogni mercato. Davvero questo agrume è speciale e diverso dagli altri. Molto succoso e profumatissimo, si fa mangiare dilettevolmente, lasciandoti in bocca un gusto inusuale, dolce e ricco di oli essenziali specifici. Nei punti più cari lo trovi anche a 5 € al chilo, ma cercando bene in qualche negozietto ne trovi delle retine a 3 €. Comunque bisogna provarli assolutamente, se arrivate fin qui. Un'altra tipicità mangereccia dell'isola, oltre ai molluschi, sono poi i maiali neri di Jeju, che pare abbiano carni particolarmente sapide e tenerissime. Cercheremo di trovarne traccia in giro, in qualche modo. Intanto il nostro autista procede rapido verso il punto dove c'è l'ingresso al parco di questa meraviglia naturale, almeno quella più nota e visitabile, visto che, data la natura vulcanica dell'isola ce ne sono almeno una decina, ma questa è attrezzata per le visite. Infatti eccoci, dopo una ventina di chilometri al parco del tunnel di lava di Manjanggul, che fa parte del cosiddetto sistema dei tunnel Geomunoreum. Queste formazioni rocciose o tunnel di lava propriamente detti, si sono formate durante le eruzioni di almeno 200.000 anni fa.
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Lava |
A quel tempo l'isola era tutto un ribollire di vulcani che vomitavano torrenti di lava, che successivamente raffreddandosi hanno dato luogo a grandi tunnel sotterranei all'interno dei quali le fuoriuscite laviche successive hanno cominciato a scorrere, data la debole pendenza degli stessi, prolungandoli per chilometri e dando luogo infine a particolari formazioni rocciose chiuse, nelle quali si è creato un microambiente con creature sotterranee uniche al mondo, come il ragno di grotta di Jeju o un piccolo pipistrello (Miniopterus shreibersii), presente in gigantesche colonie di decine di migliaia di esemplari. Questo tunnel in particolare, è lungo più di otto chilometri e l'ingresso aperto al pubblico è rappresentato da una apertura in una zona di sprofondamento. Ancora scale naturalmente per raggiungere faticosamente il fondo della grotta. Da qui comincia un impegnativo itinerario quasi rettilineo, debolmente illuminato, cosa che lo rende piuttosto misterioso e affascinante. La temperatura è piuttosto bassa e ti devi stringere nella giacca a vento se hai pensato a portartela, anche perché lo sgocciolamento dall'alto e dalle pareti laterali è decisamente forte. Il soffitto del tunnel è abbastanza alto, da un paio di metri in su, allargandosi poi di tanto in tanto in grandi sale che arrivano a trenta metri di altezza.
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Lava cordonata |
Invece il terreno è molto irregolare dato che le cordonature della lava che scorrendo ad oltre mille gradi sul fondo hanno come corroso il percorso, lasciando poi masse di materiale che una volta solidificate rappresentano vere e proprie trappole per il camminatore incerto e privo di illuminazione. Comunque sia, procedere è piuttosto faticoso, anche le particolarità del luogo incuriosisce ed invita a percorrere il tunnel fino al fondo della zona aperta al pubblico. Si tratta di circa un chilometro da percorrere a piedi e il grande salone che si apre alla fine è sostenuto da un colossale pilastro di quasi otto metri, pare il più alto del genere al mondo. Devo confessare che ho fatto una certa fatica ad arrivare fin qui, a causa certo del percorso scivoloso ed irregolare e dall'ambiente buio che ti dà come una certa sensazione di mancanza di aria. Alla fine, cammina cammina, ci arrivi e c'è anche qualche panca di pietra naturalmente bagnata per riposare un poco mentre te la rimiri, anche perché non c'è molto altro da vedere, per dire, niente formazioni come nelle classiche grotte calcaree per intenderci, qui la curiosità è data proprio da questo foro, spoglio e rivestito dalle cordonature che i torrenti di lava hanno lasciato negli evi passati. Poi comunque bisogna pensare a rifarsi la strada all'indietro e qui non c'è neanche l'incentivo della famosa colonna che ti aspetta alla fine.
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Lava a placche |
Dei pipistrelli neanche l'ombra, dei ragni manco a parlarne, ma pare che siano annidati nelle parti più profonde e misteriose dell'insieme dei tunnel. Alla fine rimaniamo fuori della scalinata finale sotto un grande albero a sbucciarci gli ultimi mandarini per riprendere fiato, anche per smaltire la delusione della vista della targhetta che riporta gli orari del pullman che ritorna a Jeju e che essendo appena partito, ti costringerebbe ad aspettare un'ora per il prossimo. Accidenti! Bisogna ricorrere di nuovo ai taxi, che fortunamente qui costano poco, per farci portare almeno fino alla costa a prendere un bus che ha una frequenza di passaggi più interessante. Così riusciamo a raggiungere l'aeroporto e infine l'hotel prima che cali la notte, in tempo per cercare un ristorantino dove finire la serata. Come abbiamo già visto ieri, non essendo in pieno centro, non c'è molta scelta, ma poco lontano dal nostro hotel ecco che vedo un specie di bettola con i consueti tavoli tondi con le piccole cappe in rame che scendono dal soffitto sulle griglie al centro. Il proprietario, però, ha un piglio da grande chef gourmet e si aggira tra i pochi clienti con fare molto sussiegoso, avvolto in un grande grembialone su cui campeggia il nome del locale. Colpo di fortuna, dando una scorsa al menù ecco che compare tra i vari tagli di carni offerte, il famoso maiale nero di Jeju.
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All'ingresso |
Ne chiedo subito conferma allo stellato che mi assicura avere la miglior carne, del miglior maiale di Jeju, il più nero che ci sia. Scelgo subito un bel piattone di pancetta tagliata in belle fette spesse un dito circa ed un piatto di lonza più magra ma apparentemente succulenta e deliziosissima. Mi pare che le porzioni siano da 200 gr circa, la lonza è magra ma non troppo e la pancetta è riccamente contornata di grasso con una marezzatura che dice mangiami mangiami e quindi ecco che subito comincia la trafila del servizio delle decine di scodellini di appetizer, sui quali predominano come sempre i kimchi odorosi e rosso fuoco, che come tutti i rimanenti, rimarranno tutti nei loro piattini di portata, incluse le salsine insaporenti, sulle quali ne campeggia una di un bel verde pisello che nasconde di certo un bel misto di letale wasabi, dalla quale, particolarmente sarà bene tenersi alla larga. Subito dopo arriva la carne che il tipo dispone con grande stile e movimenti misurati, sulla griglia in bell'ordine, dopo averli ridotti in sottili striscioline con l'uso della forbiciona di ordinanza, dato che qui il coltello a tavola è assolutamente vietato dal punto di vista cukturale. Di solito, ti devi aggiustare da solo nella procedura di rosolatura, rivoltando al carne fino a quel punto che meglio ti aggrada, prima di portare il tuo boccone al tuo piattino e mangiartela.
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Grigliata |
Contrariamemte invece, qui il tipo prende in mano la situazione con viso serissimo e fa tutto lui, gira, controlla e poi dispone il boccone bel rosolato al margine della griglia a tua disposizione fino a quando non decidi di ficcartelo in bocca. Insomma un bel servizio completo. La carne è davvero buona, saporitissima e si scioglie in bocca, tant'è che, una volta pappata tutta, rimirando i piatti desolantemente vuoti vicino alle montagne di immangiabili kimchi, decidiamo di prenderne ancora una bella porzione in aggiunta, tanto qui i prezzi sono sempre accessibilissimi. Così quando finalmente riempiti a dovere, scolata fino al fondo la nostra solita birra Cass ghiacciata, chiedo il conto e subito leggo la strisciolina di carta con occhio stranito, pensando prima ad un mio errore di lettura, poi in un disguido del maestro di sala, che abbia battuto tasti sbagliati. Insomma lla fine le tre porzioni sono costate la bellezza di 158.000 W, cioè all'incirca 120 eurini, una cenetta da 60 € a testa, circa eh!. Chiedo spiegazioni alla meglio, ma con occhio severo lo chef della bettola, certamente multistellato, mi fa notare che il famoso maiale nero di Jeju, non è mica bau bau micio micio, ma un piatto di particolare rilevanza e quindi per naturale conseguenza di adeguato prezzo. Insomma chiedi prima, se non vuoi pentirti dopo. Pago e ringrazio prima di uscire con all'attivo una lezione in più. Comunque era davvero buono e allora, bando al braccino corto, facciamocene una ragione.
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Pareti di lava |
SURVIVAL KIT
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Visitatori |
Grotte di Manjanggul - Parco naturale formato da un sistema di tunnel sotterranei di lava che percorrono per chilometri il centro dell'isola. Sono di particolare interesse le formazioni di lava che li costituiscono, poche invece le formazioni tipiche delle grotte, come stalattiti e stalagmiti. Quello accessibile al pubblico è a circa 25 chilometri da dal porto di Songnan, più o meno all'altezza di Wolreongji beach, verso l'interno. Probabilmente ci si può arrivare anche con un bus che però non abbiamo trovato. In taxi in mezz'oretta 25.000 W. Dalla grotta poi c'è un bus ogni ora che torna all'aeroporto di Jeju. In mancanza farsi portare in taxi (10.000W) alla linea rossa 101 che percorre la costa nord. Ingresso libero: 9:00- 18:00. Si percorre all'incirca uno dei 9 chilomentri del tunnel, fino al pilastro della grande sala finale, dopo aver disceso circa 200 gradini all'ingresso. Temperatura costante di 12°C. Vestirsi adeguatamente. Calcolate almeno 2 orette e mi raccomando portatevi una torcia che vi permetterà di camminare meglio senza inciampare.
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Ingresso |
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Il pilone |
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