venerdì 16 agosto 2013

Tai Ji occitano.

L'aria è tersa, solo un refolo di vento che non disturba. Alti sbuffi di panna bianca sulla tovaglia azzurro cupo del cielo. Il torrente mormora un unico lungo mantra tranquillo alle nostre spalle. C'è ancora acqua che alimenta i rivi che si fanno strada nelle forre dei boschi vicini; un muro verde cupo di pini dove l'odore di muschio è forte e copre il profumo lieve di qualche fragolina rosso vivo nel sottobosco, ancora privo del sentore forte dei funghi della montagna. Uno spazio piano sulla riva, riparato da un'ombra che protegge dal sole che ancora morde. Che bello fare tai ji all'aperto, tra gli alberi. Ci si sente davvero parte di un sistema complesso e vitale. Provare a lungo il respiro profondo. Ad ogni ciclo respiratorio, il peso del corpo sembra scendere un poco verso terra, sotto l'ombelico, a radicarsi al suolo che senti sotto le piante dei piedi, un contatto forte e vitale. Afferrarsi sempre di più sul terreno vivo, sentirsi parte di esso, inspirare, espirare. Le mani si muovono da sole. 

Mentre l'addome si estende e si riempie di aria, le braccia sembrano sollevarsi autonomamente come un omino di stoffa che prende vita insufflandogli aria, come per un filo sottile guidato da un burattinaio legato ai polsi, una forza esterna le tende, i palmi rivolti verso il basso, si alzano, poi si abbassano alternativamente come l'onda del mare. Le spalle si liberano della tensione, il movimento si libera della costrizione della mente e fluisce leggero. La mano scende davanti come a scavare leggera nella sabbia fine, poi si alza in un cerchio lento lasciandola cadere. Il Tantien guida il movimento, fluido, lento, costante, attivo facendo perno sulla colonna. Ancora un braccio, alternato all'altro, le mani ruotano come senza peso, disegnando il bozzolo di seta. Lo sguardo è vigile, attento, ma non si concentra su nessun punto in particolare,  comprende tutto, abbraccia il circostante, lo comprende e lo assimila a sé. Apertura, tenere il pallone, parare, tirare, premere, spingere via e poi ancora nella quattro direzioni fino alla chiusura, ancora una respirazione. Sentire il fluire dell'aria tra le dita della mano che si muove nello spazio, avvertire la forza della spinta del ventre che guida tutta l'azione, essere parte di tutto quello che ti circonda. Avvertire l'equilibrio, del corpo, della mente. Che bello, stare con gli amici e fare tai ji tra gli alberi, la mattina. Tranquilli, respirate a fondo, poi andiamo a farci un spritz alla Rosa.



Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!