lunedì 4 novembre 2013

Piccoli cimiteri.

Il Chisone a Villaretto.


Che differenza tra i piccoli cimiteri di montagna e di paese e quelli grandi, le immense città dei morti delle metropoli, dove respiri tristezza infinita e senso di deprivazione di affetti perduti. Tutto cambia invece se sei al di là di un basso muricciolo di pietra, tra piani diversi di un terreno scosceso, adagiato sul fianco del monte, sempre esposto a solatio e cammini tra pietre antiche che quasi sembrano un tutt'uno con quella roccia che da ogni parte incombe. C'è quasi un aria di allegria tra le tombe, un senso di pace serena, di accettazione dell'inevitabile ciclo della vita, mentre i raggi del sole invernale colorano di tinta forte e viva il bosco e il fiore reciso che orna la pietà dei vivi. I pini, non più verde intenso d'estate, son quasi soffocati nel loro tenue colore, dall'oro vivo dei larici. Una colata fusa che ha ormai conquistato il bosco e che solo la fiamma accesa di rosso di qualche albero sparso macchia di ardore. Che bello girar l'occhio attorno! Ti sembra di essere in comunione serena con chi non c'è più e anche se non riesce più ad assaporare tanta bellezza, è egualmente felice che tu lo possa ancora fare. 

Qualche passo qua e là sulla ghiaia dei sentieri che crocchiano al passaggio, tra la terra scura, umida e protettiva. Le bacche vermiglie dei bossi sembrano chicchi di melagrana sparsi come pioggia ad augurare fortuna. Lo sguardo vaga fin giù nella valle lontana da cui non riescono ad arrivare i rumori del mondo; ogni problema è lontano, attutito da questa aria di cristallo che lascia passare solo sentimenti positivi e filtra le spiacevolezze, i dolori, il preoccuparsi vano che ti costringe a correre trafelato a cercar soluzioni difficili, spesso sbagliate. Stare qui, ad assorbire la pace, ad aspettare che cada la prima neve, quella che è già comparsa lassù, in alto, imbiancando le cime e dando all'aria quel pizzicore frizzante che anche al sole, ti fa stringere un poco l'ala del bavero. Quando un piccolo strato di bianco candore, coprirà queste lapidi piane e i petali dei fiori diventeranno cristallo di ghiaccio splendente, allora fermati, ancor di più sentirai arrestarsi il tempo, icona ingannevole della vita che scorre, per rimanere immobile a contemplare il tutto.


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:


Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 116 (a seconda dei calcoli) su 250!