Dite quello che volete ma al mare è un’altra cosa. Prima di tutto c’è il mare, che già non è cosa da poco. Te ne stai lì, a mollo, abbracciato da quel liquido amniotico che è un vero piacere fisico. E’ così, veniamo dall’acqua e ci stiamo da papi. Poi se sei grasso e corpulento, ti ci senti leggero come una piuma, fresco mentre fa caldo, baciato dal sole anche se non sei bello, respiri iodio anche se c’è puzza, ti passa pure la fame. Nell’acqua si sta bene, circondato da signore poco o nulla vestite che si stirano languide sotto la carezza del sole come bagnanti di Renoir, sì certo un po’ cicce e rosate, ma suvvia diciamolo forte, abbiamo coraggio, ma a chi piacciono le magre? E poi l’aria, tersa fina, piena di luce. Per forza che correvano qui da tutte le parti i pittori en plein air di fine 800. Dove la trovi una luce così chiara e netta da rischiarare anche gli animi più foschi, la più grigia malinconia. I ciotoli della riva risuonano sotto i piedi come campanelline tibetane. Ti raccontano di pace e di serenità. Voglia di dormire, di riposare sotto il sole caldo, ben riparato s’intende, che riscaldi le ossa sì, ma non offenda la pelle delicata. Ci sarà tempo per fare tutto nei prossimi giorni. Leggere un poco, preparare pezzi e qualche haiku lieve per quando non ci sarò, pochi giorni state tranquilli e studiare anche un poco quel nuovo mondo incognito che mi aspetta. Cibi leggeri e spirito rinfrancato. Ma come si sta bene al mare!
mercoledì 3 settembre 2014
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