Ormai il momento della partenza si avvicina sempre di più. Sembra quasi una spada di Damocle appesa sulla testa, alla quale non riesci a sfuggire; da una parte questa ansia di partire a tutti i costi che devo avere nel DNA e che appena tornato a casa, mi costringe a ripescare nella lista dei desideri, a compulsare con furia tra le varie opzioni e opportunità economiche, in modo da fissare una data purchessia, basta che sia la più prossima possibile, dall'altra quella voglia di rannicchiamento sotto le coperte di cui vi ho parlato l'altro giorno e che vorrebbe una chiusura a riccio nella propria cuccia, ponendo via via più barriere ai supposti assalitori esterni alla tua tranquillità. Certo tutto passa in fretta non appena si imbocca il tunnel che ti porta sull'aereo; ma come farà poi ad alzarsi quella roba lì, così enorme e piena di gente? Boh. Comunque oramai la macchina si è messa in moto e indietro non si torna, quindi, come si dice, avanti Savoia. Poi c'è l'altro aspetto che caratterizzerà questo viaggio. Si tratta infatti di un itinerario che mi porterà a ripercorrere un sentiero già fatto trenta anni fa. Non è tanto il discorso di tornare in India, in cui sono già stato almeno dieci od undici volte, non mi ricordo neppure più bene, eh, diventare vecchi! Qui si tratterà invece di alcuni stati indiani che in parte avevo già visto, da Delhi al Rajastan e al Gujarat.
Potrebbe nascere un interessante dibattito. C'è chi sostiene, ed io in generale sono tra questi, che la vita è ahimè talmente breve ed i posti da vedere così tanti,che non ha molto senso ritornare in luoghi dove si è già stati una volta. Questo è il motivo per cui, quando mi programmo un itinerario in un paese di questo mondo, purtroppo ancora pieno di frontiere e cancelli chiusi da valicare con fatica, cerco di esaurire almeno i principali punti di interessi e benché ormai cerchi sempre, specie nei paesi lontani, di ritagliarmi almeno un mese di tempo, ogni volta mi rimane nel gozzo quel "accidenti avessi avuto almeno una settimana in più", perché qualche cosa di imperdibile purtroppo lasci sempre indietro. C'è invece l'altra teoria, forse quella dei veri viaggiatori, che recita il mantra che quando vai in un posto devi lasciare sempre qualche cosa di importante da vedere, così potrai avere la motivazione di ritornare, lasciando da parte le smanie collezionistiche di chi (accidenti come me) fa il conto dei paesi visitati. Che invidia provo, quando chiedo ai viaggiatori veri, quanti sono e mi sento rispondere: mah, non so, non ho mai fatto il conto. Questa visione è davvero molto romantica e affascinante, oltre che fondata, anche se si scontra, come già detto, contro il tempo e anche con i conti che, comunque, vanno sempre tenuti presenti. Dunque in questo caso invece andrò contro la mia natura, ma a tutto c'è una spiegazione logica.
Intanto questo itinerario è stato studiato con attenzione e permetterà ai miei compagni di viaggio di poter vedere le cose più belle di questa area, anche se non tutte certo, data la vastità della zona, mentre per me sarà in ogni caso una sorta di ripasso che dopo trenta anni non è assolutamente inutile. Bisogna considerare infatti che allora per me era stata una visita piuttosto affrettata e parziale, anche perché in quel momento avevo ben altro per la testa, per esempio in Gujarat avevo visto solo Palitana, scivolando poi subito verso il Maharastra ed il Sud. Poi il giro ci porterà attraverso molte aree secondarie e, a mio parere di grande interesse soprattutto etnografico, che mi sono del tutto ignote. Infine tutto il viaggio è mirato al grande appuntamento finale della fiera di Puskar, in cui ci fermeremo tre giorni e dovrebbe rappresentare la ciliegina sulla torta, senza trascurare il fatto che ci troveremo ad Amedhabad proprio nel periodo del Divali, che è una delle feste, assieme all'Holi, più colorata e coinvolgente dell'India. Insomma tanta carne al fuoco, in un paese, che, come molti di voi sanno, per me ha una valenza particolare e che in ogni caso va considerato come un continente vero e proprio, in cui giocoforza, un viaggio non può che riguardare una sola zona alla volta. Comunque sia, arrivo alla conclusione che l'importante è partire e a me mancano ancora una quindicina di giorni e le cose da preparare per me che sono un tiratardi di natura, sono ancora molte.
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
7 commenti:
Come mai immaginarla un'India senza Enrico: al non sarebbe e senza il suo simpatico Visnù che fiera come un'India la racconta
Un buon viaggio e il ritorno a ripartire
Caro Paolo, mi sento più vicino a Ganesha, per lo meno come dimensioni e grazia!
Io sono per i ritorni. Oltretutto dopo trent'anni forse sarà tutto diverso, chi lo sa.
La mia guadagnata ignoranza delle religioni spesso mi trascina fuori dai seminati: un'occhiata a Wikipedia, e son d'accordo
Goditi il tentennare che sembra amaro e pigro, ma lascia il dolce in bocca: quando, se vedo bene, starai su una gamba sola e sufficiente
Bon voyage alors !
Régalez-vous et racontez-nous de belles histoires.
Jac.
Buon viaggio,allora,perchè ormai è già deciso,mi pare.Ciao
@Cic - Certo però che devi rimandare altro e la vita è breve
@Paolo - Certo così comunque il lamentare paga, sempre insoddisfatto e goduto. Su una gamba ormai è difficile, solo può Shiva Nataraja il danzante sul distrutto mondo.
@JAc - On espère de voir des belles choses!
@Chic - Ormai il progetto ha diversi mesi. Era già scolpito nella pietra. Eheheheh.
Posta un commento