lunedì 30 gennaio 2017

Madagascar 22: Tulear

 
Ifaty

Tomba familiare
I luoghi di mare hanno maggiori valenze comuni nelle varie parti del mondo di quelli dell'interno. Questi ultimi hanno la tendenza a mantenere e nello stesso tempo, a mostrare al viaggiatore la loro specificità ed a marcare le differenze culturali in maniera netta, come avrai di certo notato scendendo dall'altopiano dove seminascoste tra i cespugli troneggiano le grandi tombe di famiglia in pietra, così diverse dai buchi provvisori dove le tribù della foresta nascondevano il feretro del morto, nell'attesa della sepoltura definitiva. Il mare invece tende a livellare tutto, abitudini e modi di vita, mescolandoli in quel suo odore di salsedine e di pesce, nell'aria calda e umida che ti carezza la pelle, nel rumore della risacca che copre tutti gli altri suoni, ammorbidendoli. Tulear, la città più importante del sud, non si distacca da questa identità. Anche se in effetti è tagliata fuori dalle grandi rotte commerciali, mantiene intatta l'atmosfera della località coloniale in decadenza, impegnata soprattutto a meditare sui suoi tempi d'oro. 

Tulear - Conchiglie Foto T. Sofi
L'impianto urbano che hanno lasciato i francesi è completamente intatto, in quanto lo sviluppo si è completamente arrestato nei decenni successivi, per cui puoi girare tranquillamente nelle strade larghe e semideserte tra case basse a due piani, con lunghe verande scandite da persiane azzurre perennemente sbarrate. Locali che mantengono un tono transalpino almeno nominalmente, sono sparsi per il centro, dove puoi ripararti dal sole sotto i cannicciati dei dehors, bevendoti una birra e mangiando fois gras. Mercatini stanchi per turisti che non ci sono, dove donne svogliate hanno perso anche la speranza che arrivi qualche raro compratore a scegliere una delle grandi conchiglie esposte sul banco che comunque ti verranno sequestrate all'aeroporto. La brezza dal mare arriva dolciastra, lasciando quel senso di umido e di salso sulla pelle e ti mette soltanto la voglia di trovare un luogo solitario dove stenderti all'ombra davanti alla distesa di acqua, dove lasciare che il pensiero vaghi alla ricerca del significato di questo vivere, fino a che il movimento ondivago non rallenti, lasciandolo in quel limbo immobile in cui non si cercano più ragioni e motivi, la terra di nessuno tra Lete e Acheronte dove non esistono più neanche i perché. 

Tulear - Hotel Amazone
Bisogna allora lasciare la città, col suo incongruo hotel nuovo fatto a nave che troneggia al centro e muoversi verso nord a ridosso delle dune della costa che nascondono quel canale di mare che separa l'isola dall'Africa, così lontana da non poter essere neppure scorta eppure così vicina. Una barriera naturale che è diventata mentale e che segna i distinguo per cui ognuno si sente sempre migliore e diverso dal suo vicino, sentimento sempre più forte, più è evidente la similarità, un meccanismo perverso probabilmente proprio dell'uomo  che rimane lì nell'angolo della mente pronto a far capolino al momento del bisogno. Bisogna lasciare la strada, il nastro d'asfalto nuovo che hanno appena fatto, tanto per cambiare i cinesi, andare verso nord traversando le terre e le paludi attraverso le piste di sabbia che si stendono dietro le dune del litorale. Una zona umida perfetta, popolata da una fauna avicola numerosa e variata. E' tutto un alternarsi di grandi frullare di ali, quando gli stormi si levano in contemporanea acoprire il cielo, come se la fretta di andar via percorresse come un fremito telepatico tutta la massa disseminata sullo specchio immobile dello stagno. 

Canale del Mozambico
Per un attimo c'è una gran confusione come se tutti dovessero correre via per una necessità non procrastinabile, per poi posarsi poco più in là lasciando ogni cosa in una nuova pausa di immobilità apparente. Lo stagno del vicino è sempre più verde insomma. Ognuno, con brevi movimenti a scatti muove una zampetta più avanti, immergendo il becco nel fango in una ricerca continua senza fine. Il suo vicino lo imita. Un ambiente selvatico ma non ostile che prosegue verso nord per centinaia di chilometri, in cui inoltrarsi, per ritrovare il senso del tempo. Quando ti sembra di averne abbastanza, basta trovare un varco tra le dune per raggiungere la sabbia del mare, coronata dalla linea infinita dei palmizi che si inchinano verso l'onda, quasi per onorarne l'importanza. Un luogo di sosta, dove vorresti rimanere a lungo, un capanno accogliente, un rumore leggero di onda, una vela lontana, una donna che viene a mostrarti i pesci tra i quali scegliere quello che ti darà nutrimento la sera. Pace mentre arriva la notte, voglia di non muoversi più, rimanendo a contare i colori del cielo e del mare dell'Africa. 
Sulla spiaggia

SURVIVAL KIT

Tulear - Luogo ottimo per la sosta dopo la discesa verso il mare. Visitate pure il mercatino della città, ma non acquistate, come dalle altre parti le belle conchiglie offerte nei vari banchi. L'esportazione di questi prodotti, così come altri prodotta da animali selvatici e delle pietre grezze, è severamente vietata. All'aeroporto vi saranno sequestrate come minimo, con grane accessorie. La costa dopo Tulear è molto bella e selvatica e dopo una cinquantina di km, priva di infrastrutture turistiche. Diverse agenzie offrono circuiti fuoristrada, tra il mare e la zona umida retrostante di tre notti, risalendo la costa a nord per circa 300 Km e rientrando a Tana, con pernottamenti in tenda e rifocillamenti in spiaggia col pesce appena pescato. Fortemente consigliato.

Arriva la cena
Ristorante La terrasse - Rue Gambetta - Tulear. In centro, molto comodo, con un' ampia veranda sulla strada dalla quale potrete guardare il passaggio. Piatti molto variati, cucina francese, con ottimo fois gras maison e naturalmente piatti di mare, pesce al sale, filetti di rascasse all'aneto, gamberoni, ma anche zebù e anatra selvatica, oltre a pizze varie. Prezzi un po' più cari del solito, ma adeguati alla qualità. Consigliabile assolutamente.

Hotel de la plage - Ifaty - A 40 km a nord di Tulear. Bungalows veramente pié dans l'eau. 180.000 Ar. Free wifi nella sala centrale del ristorante. Si mangia bene, pesce, calamari ed altro. Piatti sui 15.000 Ar. Proprietario francese. La spiaggia e il mare sono un po' pieni alghe e nell'acqua si sentono le punzecchiature di una specie di pulci di mare quasi invisibili, ma il bagno si fa lo stesso. Atmosfera molto rilassante e piacevole. L'albergo offre naturalmente tutte le attività legate al mare con giri agli isolotti vicini, pesca e immersioni sulla vicina barriera corallina. Consigliabilissimo.


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:



Ifaty - Sulla spiaggia - Foto T. Sofi
Mad 11: Gli Zafimaniry




Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!