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Civita di Bagnoregio |
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La piazza |
Ancora colli selvatici ed impervi per
arrivare ad una delle perle assolute di questo territorio, Civita di
Bagnoregio, uno dei borghi più straordinari di questo lembo di Italia,
universalmente noto per la sua posizione unica. Arrivi fino al belvedere dell'abitato
di Bagnoregio, volendo con una comoda navetta o a piedi se hai voglia di fare
una sgambata e poi dalla balconata ti si apre una veduta unica in tutti i
sensi. Qualunque sia la stagione,davanti a te si apre una valle scoscesa e
ricoperta di boschi fitti con poche radure a ridosso di castagneti e pochi
gruppetti di case antiche. In mezzo alla valle, che in epoche lontanissime era
la sede di una gigantesca area vulcanica, si eleva un monte dalle pareti a
strapiombo che le erosioni ed i crolli successivi hanno reso inavvicinabile.
Sulla cima abbarbicato alla roccia fragile, proteso sull'abisso, un paese dalle
case di pietra unite le une alle altre come fossero cosa unica, Civita appunto.
Un fragile ponte attraversa l'abisso sostituendo quello che un tempo era un
minuscolo camminamento che terremoti e intemperie hanno fatto definitivamente
crollare, conducendo i viandanti alla porta di accesso. Dietro un panorama
mozzafiato, una serie continua di calanchi grigi che si stanno disfacendo a
poco a poco, ogni anno diversi, a formare quinte successive di roccia friabile
che vento ed acqua scavano senza pietà mantenute a volte insieme dalla roccia
soprastante un poco più solida.
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I calanchi |
Qui è frequente la nebbia ed allora la
cima del borgo che emerge da quel mare lattiginoso, la cui base rimane nascosta
alla vista lasciando all'immaginazione di ognuno, la sua forma e la sua
consistenza, è una magia sospesa nel vuoto come le rocce volanti del pianeta
Pandora create dalla fantasia del film Avatar, ma che evidentemente, per quanto
folli frutti della fantasia, possono essere reali. Una cartolina medioevale
come poche altre, che tuttavia devi conquistarti perché la salita per
raggiungere l'abitato è dura e faticosa, arrivi alla porta completamente senza
fiato, un po' per la salita, un po' per lo spettacolo nuovo che ti si apre
all'interno del paese, abitazioni antiche di pietra chiara che i raggi del sole
colorano di toni aranciati, scalette e finestre coperte di fiori, piccoli
giardini nascosti, muraccioli in cui si scavano la vita piante di capperi,
cespi di acanto dalle foglie barocche e dai fiori rigogliosi. Raggiungi la
piazzetta entrale dove si è appena svolta la festa, una sorta di palio ed entri
in una chiesa severa e solitaria. Nella navata centrale ci sono ancora i resti
dell'infiorata del giorno prima. Poi ti perdi nei vicoli che si allontanano dal
cammino principale per arrivare fino allo strapiombo ed ogni volta è una veduta
mirabile e unica. Non osi pensare al momento in cui la folla dei turisti, che
il luogo ormai conosciutissimo attrae da tutto il mondo, se ne andrà, lasciando
il paesino deserto e vissuto dalla decina di abitanti che lo popolano, in uno
squarcio di medioevo attuale a tutti gli effetti.
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Una botte del museo |
Non vorresti lasciare il posto e
continuare a goderti ogni angolo, ogni casa, ogni scalinata. Davvero un luogo
affascinante. Non lontano da qui, nella stessa Bagnoregio la interessante
visita di un frantoio tradizionale, racconta la storia di un territorio vocato
alla produzione di molte eccellenze alimentari per le quali il nostro paese è
famoso nel mondo. Il racconto della produzione dei vari tipi di olio dalle
diverse fragranze non è disgiunto dalla vista di macchine moderne che danno le
maggiori garanzie di qualità ai molti prodotti dell'azienda Piensi. Assaggiare
alcuni di questi oli, gustandone le differenze con verdurine e pane locale, ti
consente di apprezzarne le diversità, i sapori, i profumi fruttati.
Difficilmente si riesce a resistere dal portarsi a casa qualche esempio,
piccole bottiglie che ti ricorderanno, giunto a casa, questo angolo di Alto
Lazio. Bisogna far decantare tutto questo e l'agriturismo Tenuta di Campolungo,
letteralmente sepolto tra infinite siepi di rose bianche, in un paesaggio di
pascoli e campi, è il luogo adatto per provare l'acqua cotta e l'amatriciana
della tradizione, assieme ad un delizioso spezzatino di maiale. Ma non c'è
tempo per riposare ci aspetta il Museo del vino Muvis a Castiglione in
Teverina, costituito all'interno di una vecchia e tradizionale cantina che era
stata una delle aziende più importanti della zona e occupava moltissimi addetti
tra le due guerre.
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Un vicolo |
Il museo è costituito da una serie di
oggetti riguardanti la coltura della vite e della produzione vinicola,
accompagnati da una ricchissima iconografia con fotografie d'epoca che
illustrano la produzione dell'azienda, con le prime macchine di riempimento e
confezionamento. Le cantine scendono per cinque piani al di sotto della collina
e contengono una serie di vasche e moltissime botti di proporzioni colossali
dove i vini terminavano il loro invecchiamento. Questi sotterranei, durante la
guerra, sono serviti da rifugi anti aerei per tutta la popolazione del paese.
Ma la giornata non è ancora terminata, rimane infatti da fare una breve
passeggiata nella città di Orvieto, una delle più affascinanti di tutta la
zona, a partire dal famoso pozzo di S. Patrizio per arrivare attraverso le vie
dei quartieri medioevali fino alla gemma del duomo, dalla notissima facciata.
Davvero curioso, guardare la folla che si raduna via via sul sagrato antistante
e rimane lì a testa in su a bocca aperta senza riuscire a profferire parola
davanti a tanta bellezza.
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La facciata del Duomo |
Considerare i particolari ti prenderebbe
giorni di attenzione, la stessa guida che ci ha accompagnato, confessa che ogni
volta che si ferma davanti a questo capolavoro, nota nuovi particolari, punti
di discussione, caratteristiche che non compaiono ad una prima lettura. Insomma
un quadro perfetto da ammirare nel suo insieme perdendosi poi nei suoi meandri
più segreti e nascosti. Anche la visita dell'interno è un continuo susseguirsi
di capolavori a partire dalla cappella di San Brizio con lo spettacolare ciclo
di affreschi del Signorelli e la cappella del Corporale che racchiude la
reliquia del lino insanguinato del miracolo di Bolsena di cui vi ho già
parlato, con altri affreschi spettacolari e la pala della Madonna dei
Raccomandati, tanto per dirne una. Una serie di pezzi così straordinari da far
passare quasi in secondo ordine altri capolavori come la Madonna con Bambino di
Gentile da Fabriano all'ingresso e cento altri pezzi che da soli varrebbero la
visita. A questo punto bisogna riprendere le forze e devo dire che il carpaccio
di pere e lo stinco di maiale alle prugne dell'Osteria delle donne è stato
decisamente in linea con i capolavori che abbiamo assaporato in questa
importante giornata.
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La cappella del Corporale |
SURVIVALKIT
Civita di Bagnoregio - Da Bagnoregio al belvedere possibilità di prendere una navetta, poi 1,5 km a piedi lungo il ponte per accedere alla città. 5 € festivi , 3 feriali. Cercate di arrivare prestissimoper evitare le code infernali. Dopo aver apprezzato lo spettacolare panorama (bellissima vista anche dal costone opposto di Lubriano) fare un giro nella cittadina senza perdersi gli angolini più segreti, la chiesa (se non è in restauro) e la vista dei calanchi che la circondano. E' possibile anche fare un itinerario a piedi alla base del monte che sostiene il paese.
La tenuta di Campolungo - Agriturismo - Vicolo Monterado - Bagnoregio - Posizione bellissima in mezzo ai roseti, ai ciliegi e alla campagna. Acqua cotta e pici all'amatriciana, cosciotto di maiale al ginepro, dolce. Locale piuttosto rumoroso.
Frantoio Piensi - Frantoio nei pressi di Bagnoregio, dove è possibile l'assaggio degli oli e degli altri prodotti dell'azienda con relativi acquisti. Tutto è spremuto a freddo e vengono prodotti oli diversi anche con varietà di olive tradizionali
Museo del Vino MUVIS - Castiglione in Teverina - ingresso 6 Euro, 3 ridotti e gruppi. Di grandi dimensioni (5 piani). Ben disposta tutta la prima arte con molte foto d'epoca e interessante filmato che raccontano una classica cantina di grosse dimensioni operativa durante le due guerre mondiali. Belle cantine sotterranee con botti colossali.
Duomo di Orvieto - Pezzo unico imperdibile, anche se si ha poco tempo. Ingresso 4 euro. Munirsi di guida per non perdere tutti i capolavori dell'interno, in particolare la cappella affrescata dal Signorelli. Dedicare almeno una mezz'oretta per godersi la facciata nei particolari più minuti, forse la più nota e bella d'Italia. Alla sera a favore di sole si ha la vista migliore.
L'Osteria delle donne - C. Cavour 212- Orvieto - Uno dei
ristoranti migliori del giro. Cordialità e ottimo servizio, pur nel locale
affollatissimo. Delizioso carpaccio di pere con formaggio, ombrichelli al
rancetto sapidi e succulenti, meraviglioso stinco di maiale di morbidezza unica
che ho mangiato in quantità esagerata, dolce. Da riprovare per sentire gli
altri piatti.
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Civita - Scale |
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