Si era da poco dissolta l'URSS e l'inverno del '93 non era particolarmente rigido per la Bashkiria. Eravamo partiti da Ufa verso le 4 mentre il buio della notte invernale era quasi sceso completamente e la luna faceva capolino dagli Urali poco lontani, circondata da un gelido alone . Koljia, l'autista, era un buriato con la faccia schiacciata da orientale che lo facevano apparire senza espressione. L'ingegnere capo Komarov era seduto davanti e ciondolava la testa, particolarmente allegro. Io e Gianni, dietro con una valigia in mezzo che serviva anche d'appoggio per le lunghe ore di viaggio. La Zigulì correva spedita lungo la strada deserta e gelata, circondata da interminabili foreste di betulle bianche, coperte di neve e ghiaccio. " Vedi, Koljia, tu non ti puoi rendere conto di come sia in Italia. E' un altro mondo, tutte altre possibilità. Noi qui viaggiamo per ore nel nulla e ci siamo portati dietro solo una scatola di cetrioli salati in composta; laggiù, quando vuoi ti fermi in certi posti lungo la strada che si chiamano Avtogril e lì c'è tutto. Tutto quello che puoi sognare". "Ma come tutto?" gli occhi di Koljia sembravano due fessure . "Tutto. Ci sono le pompe della benzina; 10,20 pompe diverse e tu puoi prendere tutta la benzina che vuoi" "E sì, se conosci il responsabile delle pompe..." ridacchiò l'autista."No,no, tu ti fermi, dici -pieno- e ti mettono tutta la benzina che vuoi fino a che il serbatoio trabocca". " Ma non ha senso, allora tutti andrebbero con il bagagliaio pieno di taniche da riempire e non solo con una come noi!". "Ma testone, non servono le taniche; se te ne serve altra, ci vai domani" . "Ma ingegnere capo Andrej Ivanovic, allora non servirebbe neanche tenere la scorta a casa" . "Appunto. Ma questo è solo l'inizio, se vai nel negozio, ci sono ricambi per tutti i tipi di macchine, che saranno più di cento in Italia" Il buriato ciondolava la testa per non contraddire il capo e intanto pensava ai tergicristalli tenuti gelosamente sotto il sedile per evitare i furti. "E poi il Restaurant, anche lì non cci sono solo te e butterbrodi di cetrioli, ma puoi avere cosa vuoi, Coca Cola ,patate, caffè, tutta roba buonissima e poi viene il bello. Non puoi uscire da dove sei entrato, ma devi fare un giro dentro tutto il Markiet perchè così ti viene voglia di comprare qualcosa, me lo ha spiegato Djanni che ci accompagnava". "Ma a che serve? Io avrei già voglia di comperare tutto! E cosa c'è da comprare?" "Ogni cosa, montagne di salami, vino, liquori di tutto il mondo" "Anche Amarietto?" disse Koljia con occhio languido. "Certo e formaggi a mucchi, di venti, forse trenta tipi diversi; uno puzza talmente che non lo puoi toccare...pravda Djanni, diteglielo voi?" "Pravda, Pravda" rispose Gianni aprendo un occhio assonnato. "Ma a che servono tutti quei formaggi diversi, ingegnere capo Andrej Ivanovic, e quello che puzza chi se lo mangia?" "Ma non capisci niente! E' il progresso Koljia". "E a Venezia ci siete andato?" "Certo anche sulla gondola, ma lì le case sono tutte vecchie e rotte. Guarda qua invece, la foto che ci siamo fatti con Dmitri Vitalievic Fiodorov all'Autogrill vicino alle pompe di benzina. Guarda quante." Koljia sbirciò la foto tenendo d'occhio la strada, poi si richiuse nel suo riserbo consueto. Komarov, si allungò sul sedile, estrasse la bottiglia di vodka Na Traix dal vano portaoggetti e ne bevve un bel sorso. Poi sorrise. "Se prendiamo l'altro impianto, si va di nuovo in Italia, eh, gospadin Enrico? E poi l'ho già detto a mio figlio, appena finisce quel cavolo di Università, lo mando a Mosca. Conosco un sacco di gente lì e potrebbe anche farcela con un po' di appoggio, come quel suo amico, quel ragazzo di Nalcik che in pochi mesi fa già il cameriere capo al MacDonald nella Majiakovskaia...". Arrivammo a Jangantau che era già notte fonda, uscendo dalla macchina infreddoliti e assonnati. La luna era alta e luminosissima nel cielo sopra le betulle.