Domodiedo- vo è il secondo aereporto di Mosca, da dove partono i voli per l'est. Ci si arriva per una lunga strada rettilinea attraverso le sconfinate foreste di betulle che circondano la capitale, una promessa dell'infinito che ti attende al di là degli Urali. Mi dicono che lo hanno rifatto modernissimo ed efficiente, ma allora era un altissimo capannone sgangherato, affollato all'inverosimile di una umanità composita, carica di scatoloni, pacchi, masserizie di ogni tipo che si stipava in attesa del proprio volo, seduta sulle valigie. I pochissimi stranieri venivano convogliati in una saletta VIP con qualche con qualche seggiola di compensato lungo i muri, del tipo cinema di terza visione anni 50. Sbocconcellammo un pezzo di formaggio che prudentemente ci eravamo portati dall'ufficio in attesa dell'aereo, dopo i consueti taglieggiamenti della "cooperativa facchini" che ci aveva consentito il passaggio alla sala d'attesa, trasportandoci i bagagli per i dieci metri che la separavano dalla sala comune, poi, dopo un check-in virtuale ci avviammo sulla pista dove ci attendeva un Iliushin male in arnese. C'erano quasi 30 gradi sotto lo zero e l'attesa, prima che una svogliata hostess ci consentisse l'accesso alla scaletta, fu fastidiosa. Il vento gelato a raffiche, sembrava strapparti la carne dalle guance. In contrasto a poco tempo prima, in cui tutti gli aerei viaggiavano sempre al completo, salimmo, non più di una quindicina di passeggeri, guardandoci, chissà perchè, in cagnesco. Una kapo in divisa, in barba a quanto segnato sulla carta di imbarco, ci ordinò con modi spicci di sedere tutti in fondo all'aereo, per agevolare(?), disse, il decollo. C'era una tremenda puzza di pipì di gatto, ma non si vedevano felini da quelle parti. Ferox e R. tentavano di tranquillizzarmi, assicurandomi che i piloti russi sono i migliori al mondo, specialmente sul ghiaccio, ma mentre l'aeromobile rullava lungo le piste, il lucente strato che le ricopriva, mi dava un senso di malessere profondo. Lungo i bordi un numero infinito di velivoli in stato di evidente abbandono aumentavano se possibile il mio senso di insicurezza. Erano tutti mezzi utili per cannibalizzare i pezzi di ricambio per i pochi aerei che volavano. Poi i motori aumentarono il regime e con uno strappo violento l'aereo, dopo una lunga rincorsa, si alzò lentamente. Non c'erano nubi, le foreste intorno non avevano fine, ci lasciammo il sole alle spalle. Sverdlosk, sonnacchiosa e gelata, appena al di là degli Urali ci aspettava, in una bufera di neve, addormentata in un sonno profondo da quel mattino in cui 75 anni prima la famiglia imperiale veniva fucilata nella anonima periferia. Finalmente si arrivò, era il leit motif dei lunghi spostamenti, quando scendevi dall'aereo, giuravi che il prossimo viaggio lo avresti fatto in treno e viceversa. Ma l'atterraggio fu perfetto, Zhenija ci aspettava sotto la scaletta, l'avanguardia inviata a preparare la posizione.
sabato 12 dicembre 2009
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8 commenti:
Ciao Enrico,
ho letto in qualche commento che cercavi... la neve per il blog :-)
E che i commenti non accettano lo script.
Non so se lo hai poi avuto.
Comunque ti segnalo il link da cui copiarlo:
Neve che cade nel blog, altri effetti!
Trovi anche le indicazioni su come fare.
Io ho preso il codice n°2 ! :-)
Ehi, leggo ancora le tue belle storie.
Bellissimo poi l'ultimo ideogramma Xuě!
saluto
g
Pinoooooo!!! con l'inguardabile cappotto di pelle umana foderato di coniglio!! aahhhhhhhhh!!
Mar
@Gio- la prima prova è andata male , non funge, ma tieni conto che io sono negato per questo maledetto aggeggio, sia arso vivo chi lo ha inventato, ma riproverò e poi non è così importante, anzi forse non mi piace neanche (v. la volpe e l'uva)
@Mariù- sìsì proprio lui infreddolito e il primo della fila?
:-)
Enrico, vedi tu.
Se cambi idea ...ti guido! :-))
PS: guarda che in un primo momento anche da me sembrava non funzionare, poi, è partito :-)
... ma forse ho pure troppa neve, mi sa che cambio ... temperatura:-D
g
in compenso, mi sa che la neve sta per arrivare REALE qui da me. Bello!:-)
Ce l'ho fatta, anche le scimmie possono scrivere la Divina Commedia con la tastiera del PC. Grazie Gio ( e grz anche ad Angelo).
ma bene!
sì, sì, carino, neve non eccessiva!
io devo ancora chiedere ai miei monelli cosa preferiscono!
oh, che stupida, quelli mi dicono sicuramente di farne cadere di più!!:-)
...da essere ostacolati nello "studio"!!! :D
g
Bella idea... Stavo cercando di capire che tipo di catastrofe stava succedendo al mio schermo su cui passavano incomprensibili pallini bianchi...
beh è Natale...
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