Da parecchio abbiamo lasciato da parte l'estremo oriente, cosa rimproveratami anche da Ferox, che giustamente di Russia non ne può più, sempre in bilico tra amore e odio. Quindi su suo suggerimento e suggestione, vorrei commentare con voi l'ideogramma di stagione Xuě. Come sempre in questa lingua avvincente dovete mettervi nei panni di chi, con in mano un pennello, davanti un foglio bianco volle descrivere qualcosa osservando la natura. E' vestito pesante, il saggio, di una spessa tunica nera a proteggersi dal freddo pungente del Liao Ning nel gelido nord cinese. Ma, davanti al lago ghiacciato, respira a fondo l'aria che il vento del nord ha reso pulita e sottile. Lentamente traccia i primi segni, con cura meticolosa. La metà superiore è composta da due parti, la stanghetta orizzontale in alto, che è una semplificazione di cielo, mentre la parte centrale significa cadere dall'alto, come potrete facilmente indovinare dalle quattro deliziose goccioline che scendono pian piano sulla terra, infatti preso da solo significa "pioggia" ( Yǔ - 雨 ). Questo carattere è presente in molti ideogranni più complessi che descrivono le varie meteore che scendono o derivano dalla volta celeste come ad esempio 雷 电 - léi diàn (tuoni e fulmini) , in cui si vede nel primo segno qualcosa che cade dal cielo sulla risaia (in basso vista dall'alto, come un insieme di quadretti formati dagli arginelli faticosamente fatti a mano) seguito da quello del lampo, che come una ragnatela, disegna nel cielo una trama di bagliori prima di precipitarsi con una lama maligna e mortale sulla terra sottostante. Ma torniamo al nostro carattere, che il pennello dello scriba ha così elegantemente disegnato. Perchè sotto a ciò che cade dal cielo, con quattro brevi tratti ha dipinto il simbolo di una scopa? Per ricordare il lavoro necessario per pulire la strada davanti a casa quando cade dal cielo Xuě, la neve appunto, candida e leggera che si ferma sulla soglia e che di tanto in tanto, il contadino spazza via con la ramazza di rami che ha preparato nella stagione buona. Sì, è quasi ora che cadano i primi quattro fiocchi lievi, come quelli che già sono sui camminamenti del Forte, sui gradini sbrecciati e millenari della muraglia a Simatai, o nei parchi di Mosca dove quest'anno si è fatta attendere tanto a lungo. Bianca e pulita, come i doni del cielo, perchè in un attimo, noi possiamo sporcarla, renderla poltiglia nera e fangosa, come tutto quello che tocchiamo. Soltanto un fastidio in più, che qualche uomo nero ci spali via in fretta e poi se ne torni da dove è venuto.
mercoledì 9 dicembre 2009
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