martedì 2 febbraio 2010

Geografia in saldo.

Più o meno tutti sapete che ho una particolare inclinazione per questa materia. Credo che senza questa base e questo interesse, non si riesca in alcun modo a subire il fascino ed il bisogno della conoscenza, ad essere trascinati dalla curiosità che, come già detto più volte, ti porta a compiere lo sforzo necessario ad andare a vedere cosa c'è dietro quell'arco di colline. Senza geografia, difficilmente si è portati a voler capire come la pensa qualcuno così diverso da te, che vive in un altro luogo, che a volte è anche un altro tempo e poi magari capita che venga a vivere vicino a te e, se non ci si capisce, la convivenza diventa problematica. Senza geografia è raro riuscire ad apprezzare un luogo la cui bellezza o anche la cui mancanza di bellezza possono diventare motivo di attrazione e di coinvolgimento o ad essere affascinati da opere dell'uomo che hanno alla loro base, motivazioni e ragioni d'essere sempre legate a doppio filo al posto che le ospita. Senza geografia si rimane monchi di una parte essenziale nella comprensione di una mostra di arte orientale o nell'assistere ad un concerto di musica klezmer o nel guardare un balletto classico. Potremmo dire che è un sapere trasversale che condisce un po' tutta la conoscenza, una spezia che esalta i sapori delle diverse materie che diversamente rimarrebbero un po' sciape. Leggo però che un'altra brillante iniziativa del nostro ministro dell'istruzione eliminerà quasi del tutto questo tipo di sapere dalle nostre scuole. Beh, di certo tutto questo è in linea con i precedenti provvedimenti, tesi a quanto sembra, al di là dei concetti teorici, nella pratica a peggiorare per quanto sia possibile il livello delle nostre scuole pubbliche (che contrariamente al comune sentire, sono nei fatti tra le migliori del mondo, se si considerano i momenti in cui, nella vita reale e nel mondo del lavoro, i nostri ragazzi si confrontano con i loro concorrenti stranieri. In effetti tutti coloro che hanno dimestichezza con le istituzioni scolastiche all'estero sanno bene che i nostri studenti spiccano in modo assolutamente esagerato quando vengono calati in realtà internazionali, anche se in Italia erano nella media, e vengono apprezzati senza riserve in tutto il mondo.) Quale sia il disegno è difficile dirlo. Il più banale, che di solito è anche il più probabile, è una miope necessità di risparmio di risorse che taglia dove è più facile tagliare, perchè anche se qualcuno grida, di danno non ne fa, mentre una interpretazione più malevola, indicherebbe una intenzione di smantellare via via la scuola pubblica a favore di quella privata, quella che dalle mie parti, un tempo era chiamata la scuola dei deficienti, di quelli che non essendo riusciti a fare un anno in tre, cercavano di farne tre in uno, pagando. Questa idea, però prevederebbe una certa intelligenza e lungimiranza, un disegno a lungo termine programmato, che richiede comunque una certa, seppur luciferina, capacità dura da ipotizzare, conoscendo i personaggi coinvolti, anche se a pensar male spesso ci si azzecca come diceva Andreotti. E' chiaro che un disegno (teorico naturalmente) di una scuola magari un po' meno obbligatoria, con meno conoscenza, tesa a scoraggiare chi ne avesse meno passione o meno denaro a disposizione per pagarsi buone scuole, avrebbe una duplice convenienza, quella di avere una élite, magari meglio preparata e una buona e larga massa, più disponibile a lavori che oggi rimangono scoperti e poco appetiti, unitamente al vantaggio di una base allargata di zucche semivuote in cui è facile calare idee e da manipolare alla bisogna, indirizzandole nella direzione corretta e senza troppa fatica e con poca carota, tra l'altro evitando anche un uso esagerato del pur sempre necessario bastone, che poi tutta 'sta cultura non è mica così necessaria. Che bellezza, per chi deve governare, disporre di una massa di elettori del tipo di quello studente di una prestigiosa università americana, che citava ieri un giornalista su La Stampa, che era sicuro che dall'Italia agli Stati Uniti si potesse arrivare in auto via terra, o di quel turista incontrato da una amica su di un aereo per Capo Verde che non aveva la minima idea di dove fosse il posto in cui stava andando, anzi non sapeva neanche che si trattava di isole, ma l'unica cosa che gli interessava era che ci fosse un bel villaggio con cucina italiana ed una buona animazione o quell'altra cliente che in agenzia non voleva pagare l'escursione termica , anche se nel deserto era forte, perchè tutte le escursione le acquistava direttamente sul posto (e risparmiando, la furbona). Certifico trattarsi di fatti veri e reali. D'altra parte, basta notare nei vari quizzetti televisivi, il terrore che compare sul volto dei concorrenti quando si accende la temibile domanda di geografia. Una strage, in generale. Comunque il mondo va sempre nella direzione che si merita. Ma, se volete dare una piccola mano a cercare di farlo sterzare almeno un pochino, date un occhiata al sito dell'AIIG, l'Associazione Italiana Insegnanti di Geografia da cui ho ricavato il logo, e per quanto servirà firmate la petizione sull'argomento che si apre cliccando qui.

9 commenti:

Bruno ha detto...

ho viaggiato molto nella mia vita e soltanto viaggiando ho potuto capire la cultura e l'usanza di popoli lontani ed opposti a noi. Usanze che non capivo e che mi infastidivano vissute qui....poi ho scoperto che cosi non è..... la geografia è importante per la cultura di una persona e anche per l'integrazione di coloro che arrivano da altri paesi. Sono fermamente convinto che se non siamo noi i primi ad imparare la geografia gli altri non possono integrarsi fermo restando, pero', nel pieno rispetto delle leggi del proprio paese, insomma il "venirsi incontro" è sempre il modo migliore.
Se ti va puoi fare un giro sul mio sito personale http://www.viaggiandonline.it

Enrico Bo ha detto...

Concordo in pieno, e complimenti per il bellissimo sito , molto ricco di info per chi vuole visitare i luoghi da te raccontati. Invito tutti gli amici a farci un salto, il link è nel blogroll.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo che ridurre l'insegnamento della geografia rendera' la scuola sempre piu' povera. Non e' una novita'....il passeggero ignaro della meta sull'aereo non aveva 8 o 11 anni bensi' circa 30 ! Da troppi anni la geografia non e' considerata importante ,per introdurre ore di informatica o lingue straniere.Un rimedio ? la giornata scolastica di 8 ore !!

Bruno ha detto...

ma grazie per il link :-)

Angelo azzurro ha detto...

I DO love Geography!!
Vado al sito...

avv. Pio Chierichetti ha detto...

Mi semra ke voi comunistri c'è labbiate contro il ministro Gelmino per onni cosa ke fà. Io con le scuole private sono riuschito a l'aurearmi. E la geografia ke palle: tuti cuei nomi di montagne fiumi citta paesi da imparare a memoria.

Enrico Bo ha detto...

@Bruno e Angelo- Grazie a voi

@Avv. Pio- Avvocato avrò assoluta necessità della sua consulenza, non appena mi chiuderanno il blog (in Cina sono già oscurato e presto credo che accadrà anche in Italia). Mi tenga presente, tra i suoi futuri clienti.;-)

giovanna ha detto...

Enri,
bello bello questo post!
E concordo con le amare riflessioni....
con *l'interpretazione più malevola* e
"una scuola magari un po' meno obbligatoria, con meno conoscenza..."
ahinoi! :-(
g

Enrico Bo ha detto...

Lo so è un po' amaro Giò, per fortuna che ci sono i professori come te!

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