venerdì 5 febbraio 2010

Oggetto misterioso 4: Zucche verdi.

Eccoci ad una nuova puntata dell'oggetto misterioso, che stavolta ho ripreso solo parzialmente, in un suo particolare per non scoprire troppo le carte e facilitarvi eccessivamente, levandovi il divertimento di indovinare. Dunque siamo in Orissa, uno degli stati indiani più poveri ed arretrati, ma ricchissimo di diversità etnico-culturali. Il monsone che non dava tregua da giorni, aveva avuto una piccola pausa e la foresta che ricopre una larga parte della regione brillava di un verde carico, in attesa di pompare umidità man mano che il calore, perduta la moderazione della pioggia, aumentava, rendendo l'aria pesante e appiccicosa. Camminavamo lungo un largo sentiero di terra rossa fangosa che, dal punto in cui avevamo lasciato l'Ambassador bianca, raggiungeva un largo spiazzo dove si radunava un grande mercato che raccoglieva gente proveniente da una dozzina di villaggi delle montagne circostanti. A piccoli gruppi o da soli, uomini e donne arrivavano dai sentieri laterali, portando sulle spalle o in testa, contenitori artigianali di paglia e frasche secche con ogni tipo di cose da vendere o da scambiare, soprattutto frutta e verdura. Erano i ritardatari ed i compratori evidentemente, in quanto il mercato era già popolatissimo ed erano ormai le nove del mattino. Ci fermammo un momento a riprendere fiato sotto un grande albero di fianco al quale affluivano due piccoli sentieri seminascosti da giganteschi philodendron dalle foglie così grandi da riparare dallo sgocciolamento degli alberi soprastanti. Sedute a terra e circondate da ceste piene di piccole zucche verdi e di peperoncini scuri dall'aspetto inquietante, due donne di etnia Gondria Khond ci guardavano curiose ridacchiando tra di loro. L'approccio fu condito di sorrisi e ammiccamenti, mentre la bambina col fratellino in braccio che le accompagnava era invece più seria e sospettosa, stropicciandosi il naso ornato con i tre anelli che contraddistinguevano la sua provenienza, una sorta di piercing che, se conosciuto, potrebbe attaccare anche da noi. Il mio interesse fu attratto dall'oggetto in questione che una delle due donne portava con sé, come evidente strumento di utilità, anche se univa le sue necessità costruttive ad un particolare gusto estetico che aveva trasformato i particolari tecnici in elementi decorativi particolarmente piacevoli. Ci accordammo sul prezzo rapidamente, anche perchè la ragazza, stupita che fossi interessato a quell' oggetto già palesemente ed a lungo utilizzato, riteneva probabilmente molto facile ricostruirselo rapidamente. La bambina ed il fratellino forse non erano d'accordo e per rabbonirli, lasciammo le solite caramelle. Quando ce ne andammo verso il mercato, ricominciò a piovere piano, ma anche i bambini sorridevano. Non sarà difficile anche per i miei lettori individuare l'uso dell'oggetto in questione. Attendo la consueta valanga di risposte. Intanto approfitto per esibire anche un'immagine dei bambini in questione.




4 commenti:

Angelo azzurro ha detto...

Uno sgabello per sedersi?

Enrico Bo ha detto...

acqua acqua, le dimensioni sono di pochi centimetri

Angelo azzurro ha detto...

Non ne ho la più pallida idea...

Enrico Bo ha detto...

dai ragazzi, un po' di immaginazione. E' una variante d'uso di uno strumento comune anche da noi.

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