mercoledì 3 febbraio 2010

Cronache di Surakis 25: Il Convento Silenzioso.

Era stanco, molto stanco. Gli impegni istituzionali, gli affari che languivano anche se bisognava dire che tutto andava bene e la crisi era ormai alle spalle, neanche più le professioniste meglio attrezzate ed esperte gli davano la soddisfazione di una volta. Da quando avevano chiuso la scuola pubblica, eliminandola per legge, c'erano anche delle sporadiche manifestazioni di maestri e pedagoghi per le strade, ma le retate e la successiva opera degli espiantatori di organi, le avevano considerevolmente ridotte negli ultimi tempi. E poi che motivo c'era di fare tutto quel baccano, in fondo la scuola non era mai servita ad un fico secco, a lui almeno, eppure ne aveva fatta di strada anche senza aver studiato. E poi come aveva detto una volta un sapiente del passato, quando sentiva nominare la parola cultura, la mano gli correva automaticamente verso la pistola vaporizzatrice che penzolava sempre al suo fianco. Almeno ci sarebbero meno problemi a trovare schiavi per le miniere e gli altri lavori meno graditi. Finalmente non sarebbero più andati deserti i bandi per gli spalatori di merda alle centrali energetiche; eh sì, volevano fare tutti i cerusici, anche i figli degli Andromediani, invece di lavorare, che il cielo li stramaledicesse. Per fortuna lo aveva convocato la Gilda per un mese di ritiro spirituale ed addestramento alle Ronde nel Convento del Silenzio. Era un posto straordinario dove per trenta giorni, nessuno poteva parlare, la consegna del silenzio era rigida e le regole ancor di più, mentre si imparava, solitari, l'arte di bastonare. Però c'era quel maledetto problema dell'inversione psicologica residuale. Capitava infatti che, forse per la particolare atmosfera di Surakhis o per l'aria stagnante del Convento, non appena cominciavano gli esercizi spirituali, qualcuno dei Gildisti veniva colpito da una malattia fatale ed incurabile, la temuta Buonite che li rendeva inadatti a qualunque Ronda, diventando i malati incapaci di bastonare e di consegnare alla Milizia i corpi, non dico degli oppositori, ma anche degli Andromediani puzzolenti che si aggiravano nelle periferie in cerca di immondizie da smaltire nei loro stomaci senza fondo. Ma la consegna era rigidissima, chi si trovava affetto dalla malattia, evidentissima per il colorito vermiglio che ricopriva parte della fronte del malato, si doveva togliere la vita nella notte stessa per non inquinare la purezza della razza. Nessuno aveva mai mancato a quella consegna. Eppure nessuno poteva vedersi la fronte; nel Convento non c'erano specchi né superfici riflettenti per vedersi e nessuno poteva né parlare né indicare i malati. Ci si riuniva ogni sera nel refettorio e tutti scrutavano, silenziosi ed immobili le fronti degli astanti per individuare i colpiti dal morbo. Quella prima sera, tutti si sedettero in silenzio, guardandosi attorno. Distintamente spiccavano sette fronti rosso vermiglio, quasi viola per l'intensità del colore. Ma nessuno di loro ne aveva la cognizione. Vedeva solo le fronti degli altri sei malati, ma non poteva avere la certezza di essere malato a sua volta. Come avrebbero fatto a capire a loro volta di essere malati? Eppure dopo un certo numero di cene, seguendo un preciso ragionamento logico, tutti e sette i colpiti, capirono e alla cena successiva nel refettorio le loro sette sedie erano vuote. Trovarono i loro corpi nel fossato dove si erano gettati durante la notte, fedeli al giuramento. La purezza della Gilda era salva anche questa volta. Ma, ci chiediamo noi, dopo quante notti avvenne il suicidio e quale fu il ragionamento che condusse i bravi Rondisti a capire che loro e solo loro erano stati infettati dalla Buonite?

Ricapitolando sappiamo che:

1- Nessuno può parlare o comunicare con gli altri
2- Nessuno può vedere o capire di essere malato se non con il ragionamento logico
3- Ci si incontra con gli altri una sola volta al giorno a cena nel refettorio
4- Appena capito di essere contagiati ci si suicida nella notte
5- Chi si ammala, lo è fin dal primo giorno e i segni rossi compaiono sempre subito fin dalla prima cena, dal secondo giorno non ci sono nuovi malati
6- Tutti sanno che c'è sempre qualcuno, almeno uno come minimo, che si ammala.

Aiutino: Il ragionamento è indipendente dal numero degli altri adepti non contagiati ed è estensibile invece per un numero n di malati.
Aspetto con ansia i vostri ragionamenti, perchè io ho trovato la soluzione piuttosto complessa, se devo essere sincero. Con preghiera di astenersi a chi già conosce la soluzione, diversamente il suo Nick verrà segnalato alla Gilda che, in questo momento ha molto bisogno di fegati e di pancreas di ricambio. Il povero Paularius non l'ha mai capita bene, ma gliela avevano spiegata prima di entrare nel Convento.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

N e non più N, visto che non sono (N-1).

Spero di essere stato abbastanza criptico.

Martino

giovanna ha detto...

ehmm..
n gg per n ammalati !?!
:-)
g

Enrico Bo ha detto...

e no ragazzi, spiegazioni ci vogliono spiegazioni se no i migliaia di lettori curiosi non capiscono! eheheh

Anonimo ha detto...

Enrico, hai detto che non volevi che rovinassimo il gioco… contento tu.

M presenti ed N rubicondi (appestati)

N = 1 rubicondo: Uno solo fra i presenti non vede rubicondi, poiché ce n’è almeno uno, allora è lui e quella notte fa il suo dovere.
N = 2 rubicondi: (M-2) presenti vedono i 2 appestati, i 2 appestati vedono 1 solo rubicondo e ipotizzano che quella notte farà il suo dovere, ma poiché la sera dopo lo vedono di nuovo allora i rubicondi sono 2, ma poiché ne vedono 1 solo, ognuno dei due comprende di essere l’altro appestato e la seconda notte entrambi si sacrificano alla causa.
N = 3 rubicondi: Beh, ormai dovrebbe essere chiaro.

Martino

giovanna ha detto...

e, già... come ha detto Martino: non dovevamo svelare subito! :-)
E Martino ha già spiegato.
Per 7 appestati ci vogliono 7 cene: per i 6 gg precedenti ciascuno ne vede 6, al 7° giorno capisce di essere lui il 7°!
ciao!:-)
g

AdriRips aka Ginevra ha detto...

la cosa bella e' che non capisco neanche dopo aver letto le spiegazioni... nel dubbio immagino che mi suiciderei senza neanche prendere la briga di partecipare alla prima cena eheh

Enrico Bo ha detto...

Bravi Martino e Giò che hanno ben spiegato. Conciso e preciso, non aggiungo altro. Adri, dai , rileggi bene capirai senza problemi. Comunque anch'io quando il quesito me lo ha proposto l'amico Antonio, non l'ho risolto. Non è grave.

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