sabato 1 maggio 2010

Il volo di Garuda.

Garuda dalle grandi ali d' argento incombe su di me. Non riesco a resistere, anche se vorrei, anche se per un po' mi piacerebbe rimanere ancora in questa terra carica di sensazioni spesse, di odori pesanti, di realta' dura ma esaltante. Certo quando arriva l'ora del ritorno e' sempre la stessa storia, si vorrebbe rimanere ancora un poco, perche' manca questo o non si e' ancora visto quello. Ma il grande uccello degli dei non ha pieta' di nessuno. Pigola con la sua voce chioccia che esce da strani fori del soffitto e ti chiama con voce suadente se pure imperiosa, non puoi rifiutarti di percorrere adagio secondo un rituale prestabilito e ben conosciuto, il cammino tortuoso che ti portera' nelle sue viscere accoglienti come un ventre materno. Un ventre gelido, in cui rimanere per un tempo non percepibile, che sembrera' il tremulo scorrere di una sola notte, ma che, con la furia di un fuoco magico e potente, mi scaraventera' cosi' lontano in uno spazio-tempo indefinibile, da percorrere in mesi, forse anni di lungo cammino. Un buco temporale, inseguendo il tramonto per raggiungere l' alba, prima di quanto il corretto scorrere del tempo le conceda di arrivare, per ritrovarmi nel chiarore dell' aurora invece che nella tenebra, come dovrebbe essere, quando il ventre dell' uccello divino si aprira' per ridonarmi alla vita reale, diversa da quella che sto vivendo ancora per un poco. Proprio adesso che mi era passato tutto, il raffreddore, la tosse, il resto. Mah, non ce n' e' mai una che va bene. Sto proprio tornando, per voi l'incubo ricomincia.

2 commenti:

ParkaDude ha detto...

Ti attendiamo con ansia, sparsi per il mondo :)

Enrico Bo ha detto...

Sono arrivato , non so se avrò la forza di postare qualcosa prima di stramazzare nel letto. Gli anziani hanno il fiato corto.

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