lunedì 29 novembre 2010

Bagna cauda e inquinamento da biogas.

Essere attenti alle problematiche dell'ambiente è ormai un dovere di tutti, ma non sempre si riesce ad essere coerenti con le buone intenzioni. L'altra sera sono stato invitato ad una bagna cauda di stagione. Lo so, la consuetudine che che io sia morbosamente attirato da queste manifestazioni di gastrocultura, mi impedisce di valutare correttamente onori ed oneri del caso e conseguenze dirette ed indirette, anche se il fatto che la mia gentile signora si fosse defilata adducendo scuse di varia natura, ma mostrando comunque una volontà irremovibile di chiamarsi fuori, doveva mettermi sul chi va là. La serata è stata in ogni caso piacevolissima, essendo io posto accanto ad una serie di deliziose signore con cui si è chiacchierato amabilmente di argomenti vari, ma sempre interessanti, senza far caso, data la comunanza di intenti, alle zaffate agliacee che pervadevano l'ambiente, saturandolo al completo.

In realtà, come spesso mi accade, dispostomi ad ascoltare il più possibile, mi sono accorto di non riuscire, se non a tratti, a mollare il pallino della chiacchiera, ma sono fatto così e chi mi conosce mi sopporta e mi scusa. L'orgia di cardi, topinambour, peperoni, insalate, finocchi, sedani, seguiti da sottili fettine di deliziosa carne cruda, hanno sposato degnamente la densa salsa in cui l'aglio e l'olio, consumavano le acciughe accomunandone il destino in un matrimonio che mi è parso gentile e non così aggressivo come si mostra di solito il connubio. Un piatto di cappelletti in brodo e una piccola macedonia dovevano infine contribuire ad appianare la persistenza dei bulbilli profumati. Così almeno mi parve, a tal punto che giunto a casa, sono scivolato quatto quatto al fianco della consorte già dormiente, con la delicatezza astuta e silenziosa della faina che entra nel pollaio, scivolando subito nel sonno del giusto.

Non uguale è stato il duro risveglio, come oberato da un fardello troppo pesante da portare. Sceso dal giaciglio carponi, ho cercato di raggiungere a fatica il tavolo della colazione, dove mi attendeva una consorte viperica e dolente, in piedi dalle cinque del mattino a causa, a suo dire, dell'esser diventata la camera nuziale, un ambiente completamente irrespirabile, una vera e propria camera a gas dove pochi minuti di soggiorno provocavano una istantanea perdita di sensi o almeno un ottundimento di ogni capacità sensoriale. Non solo ma ormai, a sentire le sue motivate ragioni, fetidi miasmi pervadevano quasi tutti gli ambienti della casa, percolando irrimediabilmente attraverso le porte socchiuse e impedendo le attività vitali. Francamente la cosa mi è parsa un poco esagerata, anche perchè io non ho avvertito alcun mutamento sensoriale spostandomi nei vari ambienti, né olfattivo, né a maggior ragione, visivo, essendo l'asserita rilevazione di una sorta di nebbiolina odorosa che pervadesse l'aria una palese deformazione della realtà.

Per amor di patria e anche perchè, mentre, parlando pacatamente, difendevo il mio punto di vista, la mia controparte si teneva il naso tappato e cercava di mettere tra di noi la maggiore distanza possibile, dopo una rapida colazione per aggiungere qualche strato che in qualche modo tamponasse il contenuto del mio stomaco duramente provato, mi sono quindi ritirato e rinchiuso nella cameretta della bambina assente a fare il mio quotidiano dovere di blogger melenso. Intanto nel resto della casa venivano spalancate porte e finestre per arieggiare gli ambienti e fare correnti salvifiche, nonostante la neve cadesse copiosa e la temperatura stesse scivolando sotto lo zero. Tutto il resto della giornata è stato poi un purgatorio continuo, durante il quale, tenuto comunque a considerevole distanza di sicurezza, la mia forte fibra ha cercato di superare l'impasse, mentre la casa intera era scivolata verso temperature polari.

L'arrivo della bambina nel pomeriggio, ha poi reiterato una serie di doglianze sui temi dell'inquinamento gassoso e sull'irrimediabile china verso cui scivola l'ecosistema del pianeta, cosa che mi è parsa francamente esagerata, anche se in linea con le estremizzazioni tipiche della gioventù. La notte è giunta misericordiosa e lenitrice a guarire le ferite morali e fisiche della dura giornata, mentre il sonno guaritore ha coperto pietosamente le asperità digestive, allo stesso modo in cui la coltre bianca che, scesa per tutto il giorno segnalando l'ormai definitivo arrivo di Nonno Gelo, ottundeva i rumori facendoli sempre più flebili e lontani.


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13 commenti:

diego ha detto...

Erano gli anni 70, noi si usava mangiare la bagna cauda al venerdi sera, per dare tempo all'organismo di smaltire l'aglio e essere inodori il lunedi alla ripresa del lavoro.
Era dunque lunedi e stavo andando in macchina con una collega ad un appuntamento.
Alla mia domanda: -sai cosa abbiamo mangiato venerdi sera...?- la gelida risposta è stata: -lo so, si sente, bagna cauda... e nemmeno poca..!-

Sandra M. ha detto...

Eh, la bagna cauda non perdona. No.

massimo ha detto...

certo che fai una vita di stenti..

Angelo azzurro ha detto...

Ho letto il commento di Diego e sono rimasta sconvolta! Ma davvero la bagna cauda è così micidiale?? A questo punto mi vien da pensare che tua moglie non abbia per niente esagerato nel cadere in disperazione :O)

Enrico Bo ha detto...

@Diego - certo che anche la tua farinata alle cipolle (vedi su FB)non scherza.

@Sandra - Beh dopo un paio di giorni il peggio è passato

@Max - La vita è dura per i pensionati. Avendo ormai perduto quasi tutto dei piaceri della vita, si devono concentrare sul poco che rimane...eheheheh

@Angy - Beh adesso non esageriamo, il segreto sarebbe quello di mangiarla tutti e per i due giorni successivi di vivere solo a contatto di questo gruppo ristretto, previa disinfestazione degli ambienti interessati ;-))

diego ha detto...

@Angelo azzurro - la bagna cauda langarola, con le dosi da tradizione, prevede (oltre a acciughe e olio) una testa d'aglio a persona. Vietata la panna !!

Enrico Bo ha detto...

Per la verità, io e la mia gentile signora prediligiamo una versione gentile della bagna cauda. Quindi sì alla panna caro Diego, e ok alla testa d'aglio, ma che si lascia a spicchi interi che in questo modo profumano ma non si mangiano. Questa si riesce ad aassorbire nelle 24 ore e mantiene assolutamente inalterato il gusto (che poi è aroma) agliaceo.

Angelo azzurro ha detto...

Grazie per le spiegazioni, mi è tutto più chiaro. Non so se avrebbe successo dalle mie parti, però,...sono un pò delicatini in casa :O(

Anonimo ha detto...

Caro Enrico, la prossima volta vado io al tuo posto, oppure organizziamo un bel gruppo con i tuoi lettori e dormiamo e dopo aver mangiato e ben bevuto dormiamo tutti in albergo ...povero albergo.
CIAO RAF

Anonimo ha detto...

Come già sai, abbiamo fatto la stessa cosa nello stesso momento, solo in posti diversi.
Il giorno dopo, nel mio caso, non se ne sarebbe accorto neanche il dentista, infatti è l'unica bagna cauda che anche mia moglie si concede.
Se riesco a mettere le mani sulla ricetta del mio amico Sandro, Bill Gates mi fa 'na pippa...
Dottordivago

Lara ha detto...

Purtroppo non l'ho mai assaggiata.
Purtroppo (?)
Che risate mi hai fatto fare!!!
Lara

Enrico Bo ha detto...

@Raf - possiamo tentare, mal comune, mezzo gaudio!

@Doc - credo che sia la soluzione da me qui sopra proposta, il segreto è vedere gli spicchi d'aglio belli interei (e non mangiarli eheheheh)

@Lara - meno male che tu hai riso. Comunque me ne tocca un'altra la prox settimana. E' di stagione ehehehhehe.

ParkaDude ha detto...

Come ti capisco! Essendo di Voghera, ho ben presente il divieto (ancora vigente!) che mia madre impone sul mangiare la mostarda!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!