mercoledì 6 aprile 2011

Ladro di polli.

Dire che la mia città è immobile tra le nebbie, ha un significato un po' più esteso. Anche oggi, in cui è scoppiata la primavera, è un po' questo stato mentale simile a una leggera nebbiolina virtuale che ne costituisce assieme il limite ed il fascino. perchè forzatamente una città anziana, è legata a situazioni di un tempo passato e a sensazioni nostalgiche non prive di rassicurazione. E' un po' un modo per allontanare problemi troppo nuovi, guerre incomprese alle porte, torme di temuti barbari e sconvolgimenti troppo moderni per individuare se vi sono comunque aspetti positivi, sfide da raccogliere ed opportunità da cogliere. Così mentre il mondo è attento a reati che vent'anni fa neanche si immaginavano, clonatori di crediti, furti di identità, stalking e criminali elettronici che dipingono un nuovo archetipo di malavitoso, ecco che ad Alessandria spunta un delitto che nella sua antica tipologia, quasi rasserena la cittadinanza.

Altro che giustizia lumaca, in pochi giorni è stato colto sul fatto e condannato un ladro di polli. Il fatto in sé è degno di racconto proprio per il fascino della storia. Un pensionato, abitante sopra uno degli storici negozi alessandrini, noto per i suoi spiedi avicoli, è stato incaricato di eseguire piccoli lavoretti artigianali all'interno del negozio, perchè è sempre meglio fidarsi delle persone conosciute. Eseguiti gli stessi con perizia e restituita la chiave, di cui pare sia stata fatta debita copia, per quasi un anno, il mariuolo si introduceva nottetempo nel grande frigorifero del negozio stesso, prelevando ogni giorno vuoi un polletto allo spiedo, vuoi un fesa di tacchino, vuoi qualcun'altra delle delizie prodotte durante la giornata e tanto apprezzate dai miei concittadini. Sulle prime nessuno si accorgeva della cosa o quanto meno le mancanze erano numericamente così lievi da non destare sospetti, incidendo, come dicono gli statistici, in maniera non significativa sul monte polli.

Ma alla lunga, poiché, si sa, l'appetito vien mangiando, mancò anche qualche soldo in cassa e una attenta verifica di magazzino suffragò i sospetti di un Arsenio Poulin seriale. Fatti gli appostamenti, già alla seconda sera, il birbo venne preso come si dice, con le mani sui polli e assicurato alle patrie galere dove giudicato per direttissima viene condannato ieri ad un anno di prigione. Oltre alla flagranza di reato infatti hanno giocato a suo sfavore l'evidente stato di buona nutrizione, incompatibile con lo status di pensionato, evidenza che il difensore non ha potuto negare. Poichè il reo ha comunque meno di 65 anni, non potrà nenche sperare in una legge speciale ad personam con effetto retroattivo che riduca i termini di prescrizione su un processo che comunque per prudenza è già stato celebrato. E comunque non aveva neanche il cognome cominciante per B.


Refoli spiranti da: La Stampa, 5 aprile 2011.


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3 commenti:

Anonimo ha detto...

trovo che uno dei maggiori problemi dell'umanita' consista proprio nel non sapersi accontentare...

Anonimo ha detto...

Divertente ma amara storia di spiedi, uomini e polli.Che finisce male per i polli ma peggio per l'uomo,insaziabile mangiatore di polli che casca nella rete di Arsenio Poulen discendente del ben più famoso Apelle,figlio di Apollo.Per oggi basta, credo di averne già sparato troppe.
A presto.
Paola

Enrico Bo ha detto...

@Maale - eppure basta così poco, un pollo allo spiedo o un kebab

@Paola - Ma sarà nato prima l'uovo o il pollo? chissa.

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