martedì 5 marzo 2013

Con Graziella e Suor Francesca.

Dodoma - La cattedrale cattolica.
Una giornata di calma e serenità, soprattutto di riposo. E sì, perché quando si pensa di avere il fisico dei ventenni e poi nella realtà si scopre di non avere neanche più quello degli ottanta anni, la vita sembra dura anche quando vai a divertirti, così tutti assieme saltano fuori quei problemi che devi tamponare con l'Imodium  e per fortuna che i dolori al collo, postumi dei sobbalzi del giorno prima, vengono leniti dalle sapienti mani e dagli unguenti della Nina. Così alla fine è davvero un ristoro poter stare un po' in un luogo pulito, ordinato e soprattutto con i servizi a portata di ...mano. Le missioni di tutto il mondo si somigliano; alla fine sono luoghi tranquilli e puliti, sorta di oasi che contrastano spesso con la realtà che le circonda. Vai a farti un giro per le costruzioni messe su in anni di presenza, le tante attività diverse in atto e i tanti problemi dovuti alla cronica carenza di soldi. Ci sarebbero delle pompe per l'acqua da sistemare, la necessità di raccordarsi ad un nuovo acquedotto che passa non lontano, di costruire dei ripari efficaci alle centraline, tante piccole cose, ma essenziali, per cui non ci sono mai i soldi necessari. Alla fine è sempre una questione di contante. Le missioni in qualche modo si devono autofinanziare, parte per sostenere la loro presenza, parte per le attività che svolgono sul territorio e non è facile. Uno dei sistemi più pratici è quello di aprire scuole che, attraverso il  pagamento di rette, forniscano un flusso continuativo. La richiesta di istruzione è fortissima in questi paesi dove la scuola statale non è in grado di rispondere efficacemente ai bisogni e le offerte di istituti di ogni livello è onnipresente. La missione delle Sorelle Misericordiose ha impostato un convitto ed una scuola intermedia femminile che ospita circa 300 ragazze dai 12 ai 18 anni; con le rette, circa 300 euro all'anno, deve funzionare tutto. 

Ma considerando le molte che poi non possono pagarla, è dura mettere insieme quanto serve per avere buoni insegnanti, dar da mangiare a tutti, gestire un gran numero di capricciose adolescenti dai bollenti spiriti con tutte le grane che ne derivano, provvedere alle manutenzioni della struttura, pagare le bollette e far rimanere qualcosa per le attività di aiuto alla popolazione locale. Sono tante le missioni, in questo come in tanti altri paesi poveri del mondo e tutte più o meno con lo stesso problema da affrontare, mettere insieme i soldi necessari per fare le cose. Il resto è facile farlo. Così ognuno si industria come può. Andiamo a trovare un'altra missione dove un efficientissimo padre Timoty, un massiccio redneck che arriva dal Nebraska, deve mandare avanti un ospedale per bambini sieropositivi e figli di madri anch'esse affette da AIDS, una delle tante piaghe che infestano l'Africa. I soldi che arrivano dagli USA non bastano mai, quindi si è inventato una attività imprenditoriale. Vista la forte richiesta di tutto quanto è legato ai problemi idrici, ha messo in piedi una azienda che sistema pozzi, commercializza e impianta pompe eoliche e quant'altro serve nel settore, tutto reperibile sul posto e quindi efficacemente risolvibile in caso di rotture, ricambi e interventi di manutenzione. Farà i suoi preventivi per tutto quanto serve alle nostre suorine e poi si vedrà se ci saranno i soldi. Certamente la situazione degli interventi delle comunità religiose nei paesi del terzo mondo, presta il fianco a molte discussioni. Qualcuno critica lo spirito invasivo che può portare ad una sovrapposizione culturale e ad un concetto caritativo volto in particolar modo al proselitismo. 

Qui, infatti ci sono tutti e in maniera massiccia, ogni cento metri vedi edifici religiosi di ogni confessione, chiese cattoliche, luterane, anabattiste, avventiste, addirittura ortodosse e chi più ne ha più ne metta, assieme ad un proliferare di sette di ogni tipo, per non parlare della presenza capillare di moschee e madrasse, in tutte le loro varianti. Non mancano templi indù e di qualunque altra fede, con una percentuale assolutamente maggiore che nelle parti del mondo cosiddetto sviluppato, tutti a caccia di fedeli, di adepti. E' una spartizione attiva e non sempre di tutto riposo che spesso, in giro per il mondo, provoca contrasti che vanno oltre il dibattito verbale. Qualche giorno fa un prete è stato ucciso sul sagrato a Zanzibar, tanto per fare un esempio. Il contraltare è che in questi paesi manca quasi completamente ogni forma di servizi sociali e anche quelli a pagamento sono scarsi e poco efficienti, così qualcuno ci deve pur pensare alle scuole, agli ospedali, agli ambulatori in tante sperdute località, a dar da mangiare a chi non ne ha, a farsi carico dei reietti, dei malati incurabili, della parte più derelitta e debole delle società povere. Così si crea questo equilibrio precario, con tante persone che mettono a disposizione la loro vita, dedicandola a chi ha bisogno e società prive di tutto che approfittano di questa offerta, unica e gradita da chi ne abbisogna e magari sopportata e vista criticamente da quegli strati di popolazione meno bisognosa e libera dagli stimoli della necessità incombente, che vorrebbe che ogni nazione costruisse da sola il proprio destino. Naturalmente su queste antinomie si innestano i poteri, i politici ingenui o corrotti, gli idealisti e i sognatori di utopie, tutti a criticare, a mettere male, a creare fazioni e contrapposizioni, non ci fossero già abbastanza problemi concreti. 

E' la storia del mondo. Dall'altra parte, alla base, al di sotto di tutti questi discorsi capziosi, ci stanno tutte quelle persone umili e volenterose, che queste cose neanche le stanno a sentire, perché tutti i giorni devono pensare a procurare gli antibiotici e gli antimalarici necessari, perché la farmacia li ha, ma teli dà solo se sborsi la giusta quantità di scellini, perché deve portare a casa farina di mais, olio, riso e quanto serve a qualche centinaio di persone e non hanno molto tempo per parlare di filosofia sociologica o di politica, loro semplicemente fanno le cose che si devono fare. Così Graziella, che ha fatto per tutta la vita la contabile in una aziendina lombarda, invece di stare a casa a fare la calza o andare all'università della terza età, viene qui a Kibaigwa per qualche mese a seguire e mettere a posto tutta la contabilità delle varie missioni della provincia. Questo sa fare e questo fa, senza tante complicazioni, chiacchierando di tanto in tanto con Suor Francesca di tutti i problemi da sistemare e dei soldi che mancano sempre. Suor Francesca dopo tanti anni di Filippine è approdata qua da qualche anno e ti ascolta con pazienza, quando tu le racconti del tuo entusiasmo per quella natura meravigliosa che hai visto, di come tutti quegli animali selvaggi ti hanno emozionato. Poi si gira verso Graziella e col suo accetto delle valli bresciane, dice: - Pensa un po' che noi in tutti 'sti anni che siamo qua, non abbiamo mai visto una giraffa.- Allora tu, un po' ti vergogni, fai un'ultima scappata alla toilette e vai a rifugiarti nel letto a riflettere, tanto con le zanzare che ci sono non avrai tempo per dormire.



Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

In volo.

Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!