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Dodoma - Negozio di Kangha |
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Al paradiso del matarasso. |
La notte senza zanzariera è stata dura. Stanchissimo per il viaggio, vorresti abbandonarti alle braccia di Morfeo, ma i ronzii delle minuscole zanzare sono come un avvertimento continuo. Un paio di allieve della scuola sono a letto con la malaria, dunque non è che puoi lasciarti andare senza preoccupazione. Mi avvolgo completamente sotto il lenzuolo, dopo un attimo sono in un bagno di sudore e devo forzatamente riemergere, offrendo la pelle tenera ai mordaci insetti che penetrano da ogni fessura, implacabili; si sono passati la voce che è arrivata carne fresca e giungono a frotte. Ogni volta che cessa il ronzio parte lo schiaffo su qualche parte del corpo esposta. Niente da fare, un istante dopo riprendono immortali. Vado avanti così alcune ore poi, spossato e disperato, mi lascio andare, succeda quel che deve succedere; il torpore lascia il posto ad un sonno agitato e popolato di incubi. Al mattino i ronzii sono finiti, braccia, spalle, viso, sono coperti di ponfi rossi. Rimarrò con questo terrore malarico per molto tempo; per fortuna Suor Francesca, non per nulla Sorella Misericordiosa, arriva con una provvidenziale zanzariera che mi appendo sopra il lettuccio. Andiamo a Dodoma a fare spese, bisogni spiccioli che ogni comunità si trova ad affrontare ogni giorno, acqua, bombole del gas, un materasso da caricare sul tettuccio della macchina.
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Si riparte carichi, mentre il grasso padrone, appollaiato come un avvoltoio sul suo sgabello, conta a lungo soddisfatto il pacco di scellini unti, prima di infilarseli in qualche tasca segreta, sepolta sotto la lunga veste che lo avvolge completamente. Questa sera dormiremo nella missione in città, che gestisce un bell'asilo e la casa delle novizie. Suor Consuelo si arrabatta per mandare avanti il tutto con le consuete difficoltà. Sento subito una grande affinità con questa suorina filippina di Mindanao, piccola e dallo sguardo sempre preoccupato, in cerca dei soldi per comprare le mutande alle ragazze o per pagare la bolletta della luce. Per forza è agronoma come me, una collega insomma. Gli occhi le si illuminano subito quando parliamo del centro di ricerca sul riso da seme di Los Banos vicino a Manila, il più importante del mondo, dove ero stato quasi 25 anni fa. Il suo destino avrebbe potuto essere diverso. Dopo gli studi, è proprio lì che avrebbe voluto andare, ma la morte del padre, a cui promise di occuparsi dei fratelli più piccoli, ha ucciso il sogno. Per anni ha lavorato, mantenendo tutta la famiglia, facendoli studiare, fino a quando tutti sono diventati grandi, poi è entrata in convento e adesso eccola qui, catapultata in Tanzania, di nuovo impegnata a far quadrare i conti.
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