sabato 20 settembre 2014

Greetings from Maputo 2


Il mare è quasi grigio piombo. L'onda lunga che entra nella baia solleva una serie di ochette bianche che si abbattono poi sulla pietraia della riva, davanti alla nuova strada che corre tra il mare e le nuove costruzioni che vanno adagio adagio formando un fronte compatto davanti alla battigia. Case non finite che paion già vecchie prima di essere finite. Vento umido e polvere gialla nell'aria, che si solleva assieme ai residui dei sacchetti di plastica, così sottili e leggeri da formare quasi  una sorta di nevicata  rada. Nera o blu o gialla. Gente che bighellona in strada. Qualche donna male in arnese che seleziona immondizia da un grande cassone. Volenterosi sul marciapiede con quattro cose da vendere, qualche jeans, mutande, carica batteria, abbastanza tranquilli, tanto il poliziotto che raccoglie il pizzo è appena passato e ha ormai girato l'angolo in caccia di qualche occidentale a cui tentare di scucire un paio di centinaio di meticais con qualche scusa e con la minaccia di portarlo al commissariato. Scheletri ancora vuoti di enormi palazzi cominciano a popolare il centro, fantasmi avanzati di qualche nuova corsa all'oro, che sia carbone o gas o concessioni agricole, non ha importanza, la richiesta aumenterà e gli affitti andranno alle stelle, investire, investire, prima che sia troppo tardi. Tra i mercati, dietro alle vecchie facciate cadenti del colonialismo portoghese, dalle cucine dei ristoranti, ti avvolgono nuvole di aglio, sentire forte di bacalao, ribollire di sopa de fejois e caldo verde, un'acqua del passato che non macina più. Intanto in mezzo al corso sfrecciano le camionette ed i pick up carichi di bandiere che sventolano e di ragazzi che per 50 meticais al giorno vanno in giro cantando slogan del tipo meno male che silvio c'è.  È la democrazia ragazzo, d'altronde,  meglio così che fino ad un mese fa quando ancora al centro del paese si sparava. Tanto perché si sappia l'Italia si è fatta garante della pace e per ora le cose sembrano funzionare. Il tassista ride di gusto se gli parli dei politici in generale. Ridi ridi, tanto io domani me ne torno a casa, sei tu che rimani qua.

2 commenti:

Simona ha detto...

Mi hai lasciata senza parole.

Enrico Bo ha detto...

Beh questo non è un paese facile, bisogna averne voglia e si capiscono anche un sacco di cose

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!