giovedì 11 febbraio 2016

Rajastan 16 - Pushkar


Il forte di Khimsar


Alla fiera
Lo senti in maniera palpabile quando il tuo viaggio si sta avvicinando alla fine. C'è un'aria diversa, un modo differente di guardare le cose. Certo il paesaggio piatto e sempre uguale incide, ma i gruppi di donne dai sari che volano nel vento non ti emozionano più come i primi giorni, i piccoli mendicanti che picchiettano con le nocche sui vetri dell'auto alle code dei caselli sull'autostrada non ti smuovono più sentimenti di malessere. L'uomo è fatto così, si abitua a tutto, si adatta, resetta in pochissimo tempo sentimenti e passioni, non riesce a sostenere se non per periodi di tempo limitati, il pompaggio di adrenalina. Dopo venti minuti non senti più la puzza, al terzo tramonto mozzafiato consecutivo, ti prende freddo e vuoi rientrare in camera, il profumo di mare e la musica della risacca dopo una settimana diventa sonnifero. Un amico che in gioventù era pieno di sogni esotici, andò in barca ai Caraibi attraversando l'Atlantico, voleva fare lo skipper nel mondo dei suoi desideri, tra palme e sabbia bianca. Per due me mesi pensò di essere arrivato in paradiso, dopo quattro pensava di poter vivere una vita serena in un bel posto. Dopo sei mesi se ne tornò a casa travolto dalla noia e si mise a vendere pompe idrauliche e depuratori. E' il nostro destino. La linea della normalità si sposta da sola e se fai di mestiere il custode della Cappella Sistina, vedi solo disegni sul muro e al pasticcere non viene il diabete, i suoi dolci meravigliosi non li mangia più. 

Il guardiamoto
E' una cosa triste? Questo non credo, direbbe il Senatore Razzi, è una cosa "naturale" e benché voglia sempre abolire questa assurda parola senza senso dal vocabolario, in questo caso mi sembra che calzi a pennello. Probabilmente è solo un frutto della capacità adattativa che ha permesso alla specie umana di sopravvivere ed affermarsi sulle altre. E' l'evoluzione ragazzo. Va be', non voglio farla troppo lunga, sta di fatto che quando si avvicina il momento della partenza ti sembra che le cose che vai a vedere diminuiscano progressivamente il loro interesse. Così fermarsi al forte di Khimsar, che in realtà è una vera meraviglia, ti potrebbe apparire come un piccolo contributo che poco aggiunge ai tanti che questa terra ti ha già mostrato e invece la sontuosità con cui è stato trasformato in albergo di superlusso, lascia sempre il suo segno, visto che ti si permette di andare a fare un giro per il parco, passeggiare nei giardini e sui camminamenti delle mura che circondano questo massiccio di arenaria rosa. Il solo garage che contiene una decina di auto d'epoca vale la sosta. Ecco una lucidissima Alfa Romeo e anche una Fiat degli anni '30. Aveva buon gusto il maharaja insomma. Ma ecco che tutto quello che ancora ci aspetta, è stato programmato appositamente per sconfessare il mio triste pistolotto iniziale. Infatti stiamo arrivando a Pushkar, la città dove, ogni anno, per una decina di giorni in novembre, si raduna l'India per una delle più importanti manifestazioni del paese. 

Trasporti
Proprio per questo motivo mi sono tenuto alla fine questa chicca per concludere col botto questo mio decimo appuntamento con il paese dei maharaja. Insomma una ciliegina finale per lasciarmi in bocca ancora a lungo il sapore dolce di una delle feste più famose e caratteristiche. La fiera di Pushkar non è soltanto un incontro, certamente grande ed affollato dove si vendo cammelli, ma è anche un momento di riunione per tutto il Rajastan, una festa religiosa che richiama santoni e fedeli da molto lontano al pari dei vari Khumba Mela annuali, una manifestazione unica nel suo genere che accomuna aspetti tradizionali, di preghiera e di folklore, nonché momenti squisitamente mercantili ed economici. In questo periodo la città, che di norma è soltanto un piccolo borgo di 15.000 abitanti, sonnacchioso e tranquillo, con le sue centinaia di piccoli e grandi templi di diverse religioni sparsi attorno al laghetto centrale verso il quale scendono bianche gradinate semideserte, improvvisamente esplode. Oltre 200.000 persone ogni giorno si riversano da ogni parte, per le strade del centro che diventano un unico immenso bazar senza confini e opportunamente chiuso al traffico, percorso da una folla interminabile che si preme, si spinge e cammina come un fiume in piena secondo sensi unici pedonali che impediscono a chiunque di opporsi a questa corrente umana implacabile. 

Pushkar - Il parco dei divertimenti
La vita normale della città ne è completamente stravolta. Intanto un afflusso così massiccio crea insormontabili problemi di alloggio. Così alla periferia sorgono nei campi polverosi, immense tendopoli di varia levatura per consentire a chi arriva da lontano di poter trovare riparo per la notte. I pochi alberghi sono prenotati un anno per l'altro e non potrebbero risolvere il problema che per pochissimi visitatori. Poi alcuni punti chiave all'esterno della città stessa, vengono trasformati in terminal per i mezzi motorizzati che arrivando da tutti i villaggi circostanti al mattino presto e si trasformano in colossali parcheggi in attesa che la folla, a sera ritorni per rientrare a casa dopo aver trascorso tutta la giornata in città, a curiosare, a compiere devozioni religiose, a partecipare alla festa. Sempre al bordo della periferia sorge un colossale parco di divertimenti con cinque o sei ruote panoramiche di diverse dimensioni, sempre zeppe di clienti, montagne russe, baracchini con prove di forza varie, giostre e padiglioni degli specchi, ruote della morte con motociclisti strombettanti, tiri a segno alternati ad una infinita quantità di bancarellari che forniscono ogni genere di cibi di strada e di bevande, dai pentoloni di lassi rifrescato da pani di ghiaccio, fritti di ogni genere, dolciumi, spremitori di succo di canna da zucchero.

Friggitoria
Poco più in là ecco file di confezionatori di pan di betel che individui subito dal rosario di sputazzi rossi che li circondano, venditori di thé al latte che lo passano con movimenti plastici da un bicchiere all'altro, montagne di croccanti , dolci di cocco e burro, zucchero filato rosa, palloncini colorati. La fiera ed i baracconi insomma come la ricordavamo da bambini, ma sovradimensionata, cresciuta mostruosamente come una massa in continua lievitazione che si espande senza fine in un bailamme di musiche assordanti, di grida, di risate di ragazze che si spaventano sulla calcinculo, cercando di trattenere il bordo del sari o la lunga dupatta che vola via. Insomma una total immersion in una festa di paese esagerata che ci prenderà per due giorni interi, con il gran finale delle cerimonie di chiusura dell'ultima giornata a cui accorrono genti da ogni parte del paese. Adesso invece è il momento di sistemarsi ricercando la tua tra le centinaia di tende bianche ordinatamente disposte nella sabbia del deserto, senza inciampare nelle lunghe corde dei tiranti che scendono dai festoni ricchi del tetto e poi sederti sulle seggiole davanti all'ingresso come un Alberto Sordi qualunque, sceicco delle sabbie per un paio di giorni, guardandosi in torno per cercare di scorgere la città lontana nascosta dalla polvere sollevata dalla folla che offusca anche il sole che scende al di là delle dune gialle. 

Un pellegrino

SURVIVAL KIT

Forte di Khimsar - Sulla strada verso nord che va da Jodhpur a Ajmer. Forte mirabilmente conservato, attuale residenza dei maharaja di Khimsar e trasformato in albergo di superlusso, con camere sontuose (sui 150 Euro) visitabile senza problemi, soprattutto il bellissimo giardino, le mura che girano attorno alla piscina e che permettono di osservare il paesaggio circostante della cittadina e del lontano deserto. Si può visitare anche la collezione di macchine d'epoca.

Tende di zingari senza casta
Fiera di Pushkar - Imperdibile. Detta anche fiera dei cammelli per il grande mercato di questi animali. Nel 2016 avrà il suo clou dall'8 al 15 novembre. E' una esperienza assolutamente unica per assaporare  uno dei più grandi e famosi assembramenti di folla dell'India. Qui si unisce l'interesse religioso, con la presenza di schiere di sadhu che arrivano da ogni parte per assistere alle loro cerimonie soprattutto negli ultimi giorni, l'interesse etnico, in quanti qui arrivano ogni giorno migliaia di appartenenti alle diverse tribù che popolano ancora questa parte del Rajastan sfoggiando i loro migliori abiti tradizionali, l'interesse per le manifestazioni tipiche dei festival, con le sfilate, le gare  tradizionali, le corse di carri, di cavalli e di cammelli, i balli in costume soprattutto nei primi giorni e in ogni caso tutto quanto appartiene alla voglia di far festa del popolo indiano. A causa degli ovvi problemi di alloggio, è necessario prenotare una sistemazione molto in anticipo. In ogni caso lasciarsi travolgere dalla folla e godetevi questa esperienza unica nel suo genere. Necessaria anche per i fotografi una scorta consistente di schede memoria  e batterie.

Il camp
Royal Desert Camp - Per il prossimo anno il costo è attorno ai 150 Euro, per tende a due letti con servizi, pasti e colazione compresi, ma è possibile credo, trovare delle offerte con sconti. Il campo viene montato solo per le due settimane della fiera ed è a circa 4 km dalla città. La tende sono molto ampie, veri e propri padiglioni molto comodi e puliti, elettricità con generatore e con annesso bagno spazioso, doccia con acqua calda. Free wifi alla reception. I pranzi e le colazioni sono serviti in grandi tende comuni a buffet con menù anche continental, dato che i clienti sono per la maggior parte stranieri. Molti servizi nel campo, dagli spettacolini di danze alla sera, ai massaggi. Personale molto gentile ed efficiente. Per arrivare e tornare dalla città è a disposizione il trasporto gratuito in carri trainati da cammelli. E' un'ottima sistemazione.

Venditori di canna da zucchero

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Venditore di nastri



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tellement vrai , on s'habitue à tout .C'est pour cette raison que nous sommes toujours à courir le monde pour plus de sensations .
Jac.

Enrico Bo ha detto...

Quand nous etions jeunes on cherchait les choses, maintenant qu'on est vieux on va chercher seulement des émotions!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 116 (a seconda dei calcoli) su 250!