venerdì 12 febbraio 2016

Rajastan 17 - Alla fiera dei cammelli

Andare alla fiera


Il terminal delle corriere
La fiera dei cammelli di Pushkar può essere da sola, la ragione di un viaggio. Almeno una volta devi vedere cosa sia un vero, grande, spropositato assembramento indiano di gente in festa. Arrivano già prima dell'alba da villaggi lontani anche decine e decine di chilometri, con ogni mezzo, carri trainati da cammelli, corriere strapiene e cariche sul tetto di gente appollaiata precariamente oppure auto collettive sul cui cassone posteriore si stipano amici e famiglie intere. Pare che tutto il paese si sia mosso, lasciando a casa solo i vecchi che non ce la fanno o i bambini, poi, forse, affittando due o tre mezzi e tenendo separate le donne che nella calca non si sa mai le mani si allungano facilmente, via, tutti in città a passare la giornata a divertirsi alla fiera, tra giochi, spettacoli e soprattutto per vedere quella enorme massa di gente che si incontra solo una volta all'anno. Nel grande punto di arrivo tra le dune questi mezzi stracarichi arrivano e si svuotano del loro carico in mezzo alla sabbia, poi rimangono lì fino a sera, quando verrà l'ora del rientro tra le risate ed i lazzi dei più giovani, che si racconteranno per mesi l'esperienza di questa giornata diversa. Poi i gruppi si muovono alla conquista della città seguendo la fiumana che si muove verso il lago. Stanno tutti assieme come se, non abituati a tutta quella folla, avessero timore di perdersi. 

Al mercato
La ragazze più timide si tengono per mano. E' tutto un rutilare di colori violenti e splendidi. Veli trasparenti, sari gioiosi, salwar camiz ricoperti di ricami e di bordure dorate. Sembra impossibile ma in India non riuscirai mai a vedere due vestiti dai colori e dai disegni uguali tra loro. Qui, nella festa tutte sfoggiano il loro vestito migliore, ingioiellate quanto più possibile. E' tutto un tintinnare di cavigliere, di bracciali che ricoprono quasi tutto il braccio, mazzi di collane, orecchini e pendenti pesanti che tirano la narice sinistra. Nella maggior parte dei casi latta ed ottone in quantità, ma qualcuna sfoggia antichi monili di argentone dai lavori complessi, ereditati forse da nonne e bisavole. Solo pochissime, e le vedi passare guardandosi intorno con un'aria di superiorità di chi sa di appartenere ad un'altra razza, distinguendosi dal resto della folla, esibiscono gioielli in oro, impreziositi ancor più da qualche pietra dura di colori diversi. I ragazzi sfrontati, ridono sguaiatamente guardandosi intorno per mettersi in mostra cercando di attirare l'attenzione delle loro belle che buttano occhiate da sotto le lunghe ciglia, ridacchiando con le amiche. Anche i più anziani, ciondolando il capo coperto da enormi turbanti colorati, camminano seguendo la gioventù, le donne intente a guardarsi intorno tra le bancarelle del mercato per vedere se ci sono occasioni imperdibili di cui approfittare. 

Mercato dei cammelli
Intanto, sparpagliati ai margini della città, confusi tra le auto o a gruppi più compatti tra le dune di sabbia, centinaia e centinaia di dromedari tentano di trovare qualche rimasuglio di erba secca di cui approfittare nell'attesa. In fondo molti sono venuti qui proprio per questo anche se il mercato vero e proprio degli animali si svolge nei primi giorni della fiera, mentre gli ultimi sono dedicati più alle manifestazioni religiose. Quelli che rimangono, sono qui o perché sono rimasti invenduti o in quanto stanno lavorando per trasportare merci o turisti in giro. I più sono agghindati per la festa con basti o coperte colorate, con pendenti e fiocchi che ne abbelliscono la gobba, mentre il mantello di pelo folto è tosato con attenzione per ricavare bei disegni su tutto il corpo, sul collo e sul muso, stelle, cerchi, figure geometriche che spiccano nel contrasto tra il pelo più scuro e il marroncino della pelle nuda. Sembrano indifferenti a tutto il clamore ad all'agitazione che li circonda, forse ci sono abituati, intanto rimangono lì a ruminare guardando il mondo dall'alto con quello sguardo un po' snob di chi non ti prende in considerazione. Il cammello si sente un essere superiore, gira intorno il suo sguardo umido con le palpebre a mezz'asta, ornate da ciglia lunghissime con la condiscendenza di chi ti sopporta anche se non te lo meriti. 

Gli invenduti
In fondo fa così perché è l'unico essere vivente che conosce il centesimo nome di Hallah e quindi ne ha ben donde, alla fine, ma solo se ne avrà voglia, tirerà il tuo carretto obbedendo ai crrrrr e agli schiocchi di lingua del suo compagno di lavoro, che in fondo non considera certo il suo padrone. Intanto tu, sceso dal carretto con cui sei arrivato dal campo, segui la folla verso la città, che altro non è che un unico immenso bazar strapieno di merci che in queste due settimane devono passare di mano inevitabilmente, da questo minuscolo lasso di tempo si deve ricavare quasi tutto il business dell'anno. Poi sarà solo un vivacchiare in attesa della prossima fiera. Già fuori della città è cresciuta come una muffa saprofitica un enorme numero di tende, banchi, padiglioni e stalli provvisori, eretti dalle migliaia di venditori che arrivano fino da Agra per approfittare dell'occasione. Ci sono i venditori di souvenir naturalmente e quelli che vendono materiali propri dell'allevamento, oltre ad attrezzi agricoli di ogni tipo, in fondo questa è una fiera ufficialmente dedicata a questo. Da un lato vedi finimenti bellissimi con borchie preziose e nastri accanto a quelli più semplici dedicati ad una clientela meno pretenziosa. Al fianco artigiani e lavoranti battono metalli e borchie su minuscole incudini.

Venditrice di pentolini
E poi aratri, utensili e forconi di legno a tre denti ammucchiati sulle rastrelliere. Naturalmente un'altra parte del leone la fanno i venditori di frutta, verdura ed i banchi dello street food accanto a grandi tendoni sotto i quali si estendono gli spazi per i veri e propri punti di ristoro, con le cucine confinate in fondo con enormi fornelli su cui bollono in continuazione pentoloni ricolmi di brodaglie di ogni genere. I rifiuti finiscono in montagne senza fine rigorosamente sul retro, dove altri avventori, gruppi di vacche piuttosto rotonde approfittano finalmente dell'occasione grassa. Passato lo spazio del parco di divertimenti entri nella città vera e propria dove la folla si incanala in spazi sempre più ristretti e quello che era un camminare ciondolante e tranquillo, man mano che i vicoli si fanno più piccoli e contorti, per il teorema di Bernoulli, diventa un arrancare più affannoso e rapido per evitare di farsi spingere fuori, o essere addirittura trascinati in direzioni non volute. Man mano che la folla si inspessisce fino al punto dal farti difficile il muoversi e rendere addirittura obbligati gli spostamenti, cominci ad avere chiara la situazione per cui in caso di panico o di eventi improvvisi ed inconsulti, la gente perda la testa e ci si possa calpestare a vicenda. La situazione potrebbe facilmente andare fuori controllo, c'è molto rumore, gente che grida e che si agita, insomma potrebbe succedere di tutto.

Prendendo il thé
Per fortuna i sensi di marcia sono obbligati e la fiumana si sposta solo in un senso, creando una sorta di circuito che percorre tutta la città passando davanti ai templi principali anch'essi rigurgitanti di fedeli. Riesci a stento ad uscire dalla massa entrando al volo in qualche negozio dove cadi sotto ali protettive del venditore, prodigo di consigli e che non aspetta altro per mostrarti la sua mercanzia, attento a non lasciarti uscire a mani vuote. Si sa durante la fiera i prezzi aumentano del doppio o del triplo, ma bisogna pur vivere. E' il mercato ragazzi. Un gruppo di fanciulle timidissime che si velano i volto con i bordi dei sari trasparenti, tenendone un lembo tra i denti, si scambiano pacchi di braccialetti di plastica incapsulati di vetrini colorati. Li esaminano con attenzione e con evidente desiderio, anche se per la verità ne hanno già le braccia completamente ricoperte. Due donne contrattano una stoffa rosso sangue completamente ricoperta di gul dorati, se la stropicciano tra le mani, la scorrono quasi per cercarne qualche falla nascosta che possa farne diminuire il prezzo. Il grasso venditore accosciato, con il capo avvolto da un turbante giallo zafferano, si forbisce i baffi con cura e simula superiore disinteresse facendo capire che sì, potrà fare al massimo un piccolo sconto ma, per merce di quella qualità non si può scendere al disotto di una certa cifra. 

La folla nel mercato
Insomma è tutto un vociare confuso, tra un rumore assordante di sottofondo, fatto di omelie rilanciate dagli altoparlanti che invitano ad entrare nei vari templi apportando cospicue offerte, che questo è il momento giusto per avere le benedizioni più efficaci, grida di venditori che attirano verso le proprie merci, le migliori in assoluto del mercato, lamenti di file di mendicanti che esibiscono le loro deformità più commoventi per avere elemosine, radio accese a tutto volume, poliziotti che sparano ordini decisi per irreggimentare la folla, mostrando e roteando di tanto in tanto i lathi, i robusti e nodosi bastoni di legno duro che sono buon monito per calmare gli spiriti più bollenti. Intanto strusciando vicolo per vicolo, tra liquami, polvere e immondizie, cercando di evitare di finire nei rivoletti fognari che scorrono accanto ai muri delle case, arrivi al punto più centrale della città. La corona di case, negozi e templi che circonda il lago, verso il quale scendono i ghat, le gradinate bianche che permettono di arrivare attraverso gli ingressi delle varie aree sacre fino all'acqua dove tutti aspirano a bagnarsi sotto l'attenta guida dei sacerdoti che aspettano coi piedi già a mollo. Passiamo sotto un metal detector pencolante, che non suona neanche con una sacca di macchine fotografiche e scendiamo anche noi verso l'ultimo girone.

Venditore di verdure

SURVIVAL KIT

Raju Restaurant - Main Bazar - E' uno dei tanti ristoranti con terrazza situato attorno al lago, in cui fare una sosta premiata per uscire dalla pazza folla. dalla terrazza si ha una magnifica vista su tutte le gradinate che scendono verso il lago con la folla che si bagna e dall'altro lato sulla fiumana che percorre il giro nel bazar. Si può bere o mangiare qualche piatto indiano vegetariano o anche soltanto un paratha paneer per riposarsi e tirare il fiato e magari usufruire del bagno. Economico. Frequentato soprattutto da occidentali, quindi i cibi non sono esageratamente piccanti. Provare anche gli aloo paratha e altri piatti vegetariani e i classici noodles cinesi.

PS. Visto che è stato richiesto vado a precisare che quest'anno i cammelli di qualità e caratteristiche medie, 3/4 anni, buon carattere, senza difetti, andavano sui 500 €, nudi e crudo, senza finimenti. Negli ultimi giorni, visto che è stata un'annata di crisi, si poteva anche fare l'affare a qualcosa meno. L'unica grana è poi portarselo a casa.  

Il venditore di specchi

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4 commenti:

Juhan ha detto...

Sai 'na roba? Mancano i prezzi dei cammelli altrimenti sarebbe ancora più bello del solito.
Molto apprezzata l'applicazione di Bernoulli agli umani, cosa da veri fisici (quelli della mucca sferica).
E le foto!
Meno male che (come già detto) non sono invidioso.

Enrico Bo ha detto...

I cammelli di media qualità, quest'anno andavano attorno ai 500 €. Non c'è stata molto però, anno di crisi. Ne avrei parlato alla fine della chiacchierata, ne ho ancora per un giorno o due. Bernoulli funziona perfettamente con gli umani, al contrario della teoria delle code (per lo meno agli skylift dove pare vadano più veloci le parti esterne)

Enrico Bo ha detto...

Per le foto, metto solo le più brutte per paura che me le copino. ahahahhaha, non è vero ma veniva bene dai. Ho fatto quasi 1500 scatti alla fiera, una roba da impazzire, vedrai le prossime.

Luisa ha detto...

mah, quest'anno una fiacca a Pushkar... non c'era praticamente nessuno.... :D

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