martedì 30 marzo 2010

Invasioni barbariche.

Mala tempora currunt. Ma lasciamo la lingua dei padri, anche il vostro idioma andrà bene per descrivere quanto sta accadendo. La calata dei barbari, tanto paventata, tanto prevista ed ineluttabile si è concretizzata. Da anni erano tra di noi e lavoravano con malizia per abbattere l'albero che ci custodiva. Insinuandosi con astuzia nei cuori della gente, per imbarbarirli a loro volta, ingannando e blandendo per preparare il terreno alla calata. Sono scesi nella planizia, con ferocia con i loro cavalli ferrati, devastando la bellezza che incontravano senza mostrare pietà o sofferenza. Spargono sale al passaggio e sotto i loro zoccoli non crescerà più l'erba. Sono duri e spietati, incutono terrore nel debole e paura all'inerme, eliminano lo ius della nostra tradizione secolare, la nostra accoglienza, per sostituirla con la legge nuova della forza e della violenza, bruciando definitivamente la nostra cultura. Avevano Dei feroci ed estranei come loro, ma ne hanno cambiato l'aspetto, ora li chiamano come il nostro per meglio giustificare il loro imperio. Ormai siamo alla loro mercè, hanno occupato anche l'ultimo baluardo, la nostra civiltà è morta anch'essa in questo abbraccio mortale. Durerà questa occupazione? C'è chi dice che dopo la caduta dell'impero ci vorranno mille anni per avere un rinascimento, prima che il bello e l'amore riprendano il predominio sull'oscurità. E' gente pessimista che non vuol pensare ad un domani sereno Non posso crederlo, siamo nel 453 D.C. e non mi sembra possibile che tutto quello che è stato costruito venga dimenticato e scompaia. Ma adesso andiamoci a nascondere nelle capanne più buie, nelle nostre fattorie più nascoste ad aspettare che passi la notte, per non essere travolti noi stessi dalla dalla spada di ferro, dalle alabarde prepotenti e spietate. Aspettiamo l'alba.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Svegliati,caro Enrico,devi aver fatto un brutto sogno.Non vedo nessuna invasione barbarica in giro per il paese.

Enrico Bo ha detto...

Ma neanche io, è quel poveraccio di Luteulus che era terrorizzato da Genserico e i suoi Vandali, che poi gli mandarono in malora il cascinotto che aveva nella Frascheta vicino al Padus, per totale incapacità a governare e per mera cattiveria. Lui amava quel pirlotto di Romolo Augustolo e lo appesero per i piedi dop avergli dato l'olio di ricino. Morì soffocato.

Annarita ha detto...

Ciao, Enrico. Passo per un saluto. Non mi sono dimenticata di te. Sono stata molto impegnata ultimamente, ma con le vacanze spero di riuscire a passare più spesso dagli amici.

Un caro saluto
annarita

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Una volta il papa cercava di convincere i barbari a tornare indietro. Oggi li invita ad entrare. Non a caso è un Alamanno (e un Alemanno).

Unknown ha detto...

magari arrivassero i barbari...

Enrico Bo ha detto...

@Annarita- sentirti è sempre un piacere. Occhio a non lavorare troppo.
@Pop - sei un mito.
@Laura- Ma sì piazza pulita una volta per tutte.

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