martedì 8 gennaio 2013

Sono pronto.

E' venuto ormai il momento, non ho più testa per altro. In TV parlano, parlano, promettono e si scannano e io invece, ho nelle orecchie un rumore di tamburi lontani, un ritmo tribale che non ti dà pace. Nell'aria un odore forte e caldo. Un vento che ha superato il mare e arriva dal fondo di foreste primigenie, carica di umidore vitale che si asciuga traversando deserti e arriva fin qui pregna del suo sapore antico, che racconta di culla dell'umanità, di primi passi dell'uomo. Così la voglia di partire si trasforma in ansia, in una sorta di frenesia che ti costringe a controllare gli elenchi delle cose giudicate indispensabili, che si riveleranno, nella maggioranza dei casi, inutili e pesantissime da trasportare, che ingombreranno la valigia all'inverosimile, ma daranno una fittizia tranquillità turistica. Questo è un problema per l'aspirante viaggiatore, quello di non riuscire mai a liberarsi da questa componente che lo riduce inevitabilmente al rango di turista, con un preciso computo di giorni e caselle da riempire, oltre a portare con sé, come oggetto primario un orologio, simulacro iconico di quello che per noi è il vero bene irrinunciabile, il tempo, inutile orpello, invece, per quei luoghi dove altre sono le priorità. Comunque si parte al fine. Non turbatevi, non rimarrete comunque soli. Ho predisposto acconciamente affinché ogni giorno, un messaggio in bottiglia, un cenno di presenza, compaia comunque in questo non luogo, per non farvi sentire soli, per mantenere un legame di presenza. 

Per non rinunciare ad una sorta di fidelizzazione di cui mi sento in parte responsabile. Quindi collegatevi comunque a questo indirizzo per scoprire ogni giorno questo segno. Solo un  cessare definitivo di questa presenza potrebbe significare che per qualche motivo, il destino ha deciso che io non torni più. Vedremo. Non so se là, tra savane e foreste antiche sarà possibile una connessione con quel cordone ombelicale che ormai sembra essere l'unico motivo che ci tiene vivi. Se ci fosse, tenterò di dare un segno anche da lì; diversamente, come in un altro secolo, un taccuino di appunti ed una matita appuntita mi saranno compagni di viaggio e strumento di memoria. Intanto per ora vi saluto, come si abbraccia un amico alla stazione quando il treno manda gli ultimi fischi. Solo nella mia testa si aggira un ultimo fantasma, un grande dolore che  mi prende e non mi dà pace, lo sconforto di non potere seguire da vicino gli importanti dibattiti politici di questa seria campagna elettorale, così popolata di persone valide e serene, tese solo al benessere del mio paese. Cercherò di farmene una ragione, d'altra parte ci siete già voi che li starete a sentire, casomai fatemi un sunto.

9 commenti:

bruna (laperfidanera) ha detto...

Non mi inganni! te ne vai appositamente per non essere sottoposto al bombardamento mediatico pre-elezioni, dalla TV ai giornali, da Facebook a Twitter, per non parlare di volantini, telefonate e SMS!

Enrico Bo ha detto...

@Bruna - hai capito che mi sottraggo volentieri...

Anonimo ha detto...

E' giunto il momento:entusiasmo e timore,si parte.Certo ti seguiremo con
interesse.Tralascia il superfluo e raccontaci l'inverosimile.

Grazie per essere stato con noi e per aver condiviso ricordi e
gossip.Alla prossima con l'amaro follia!

Paola

Enrico Bo ha detto...

@Paola - Cercheremo, come con l'amaro follia, con un punta di dolce per lasciarsi trascinare nel profumo dei ricordi, liquirizia, rabarbaro...

Ambra ha detto...

Ma dove vai? L'Africa naturalmente, da quello che dici. Anch'io comincio ad avere l'ansia della partenza. Andrò lontano, ma da un'altra parte. Buon viaggio e buona scoperta di altri lidi.

Anonimo ha detto...

CIAO ENRICO, noi non rimarremo soli perchè ci RILEGGEREMO tutti i tuoi scritti con più tempo e meditazione e ti assicuro che rileggendo con più calma le cose le gusteremo come fossero nuove riuscendo a cogliere le sfumature che nella fretta ci erano scappate. CIAO RICORDACI un abbraccio RAF.

Intanto per ora ti saluto, come si abbraccia un amico alla stazione quando il treno manda gli ultimi fischi.

Enrico Bo ha detto...

@Amber - lo scopriremo solo vivendo ...

@Raf - grz e a risentirci

laura ha detto...

Ricordo che nel Sud internet non c'era, come non c'eramo reti di alcun genere. La ragazza inglese che gestiva il lodge di Selous andava ina volta al mese in posti più occidentalizzati per mandare notizie ai genitori. Ma era in aria l'idea di operare una connessione, quindi pèotrebbe essere cambiato. Altrove, cioè al nord e Zanzibar c'era già tutto l'internet che volevi, anche se magari talora discontinuo come di regola in Africa. Quindi non dovresti aver problemi con il blog... Buon viaggio

Piperita Patty ha detto...

Buon viaggio!!! Se può consolarti io quando sono in vacanza non porto mai l'orologio. Guardo giusto ogni tanto l'ora sul cellulare se ci sono autobus da prendere o simili. Trovo gli orologi oggetti davvero angoscianti e quando posso fane a meno sono felice.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!