Hanoi - Uscita dalla scuola |
Hanoi - Le case strette |
La strada che riporta ad Hanoi sembra lunghissima. E' sempre così quando il viaggio sta finendo. Pare che il tempo si dilati un poco per darti il tempo di pensare, di valutare meglio le considerazioni che si affollano. Tutto quello che hai visto si accavalla e rimane solo il modo di cogliere qualche sensazione cammin facendo, che rimane lì appesa al'albero della voglia di tornare a casa. Mentre l'umidità liquida continua a scendere ingrigendo il paesaggio, i sacchetti di plastica svolazzano nell'aria al passare della tua auto e le strette case, fatte di una camera per quattro o cinque piani, si alzano anche da sole in mezzo alla campagna, funghi secchi del mondo che avanza in mezzo al fango delle risaie, che si riempiono degli operai che tornano stanchi dalle enormi fabbriche di tessuti o neri dalla lavorazione del carbone. Ormai si incrociano senza incontrarsi più coi contadini a mollo nell'acqua. Due mondi ancora così vicini eppure completamente distanti tra loro, che forse non si avvicineranno più. Allora passeggiare per le strade congestionate di Hanoi, non ti sembrerà neppure differente da tutte le altre capitali del mondo, piene di ragazzi con i capelli tagliati di sbieco, coi ciuffi aggressivi e tinti di castano e le cuffiette negli orecchi. Seduti attorno al tavolino di un bar, mangiano noodles, ma ognuno ha occhi soltanto per il suo smartphone e mentre con la destra si ficca in bocca le bacchette avvolte di pasta, l'altra fa scorrere veloce col pollice i commenti di facebook e chiede amicizie lontane. Nessuno parla. Un gruppo di bambini esce vociando da scuola con gli zainetti lucidi e colorati. Ti sembra di vedere meno negozi di erbe o di insegne religiose e bastoncini d'incenso e magari più magliette Good Morning Vietnam o vetrine piene di telefonini o bar e fast food della globalizzazione che avanza. Ma poi ad ogni passo si riverbera l'anima del paese e i locali avranno pure accelerato il cibo ma sempre servono fumanti scodelle di phò e dentro alle gioiellerie eleganti si parcheggiano i motorini.
Hanoi - Mercato di strada |
Nel bar con le sedie di design c'è sulla porta un piccolo altarino che al mattino si riempie di offerte votive e sulla riva del lago, un gruppo di donne esegue una forma di ventaglio col sottofondo musicale di un lettore CD nuovo appoggiato sulla panchina. Il venditore di vecchi manifesti della rivoluzione espone cento e cento pezzi. Zio Ho che benedice e pronuncia pensieri morali profondi. Operai e contadini tesi verso il sol dell'avvenire, catene e fili spinati che si spezzano, fanciulle che lanciano fiori ai soldati che tornano dal fronte, ma sono tutti nuovi, appena stampati per la gioia dei veteroturisti che cercano di esorcizzare la nostalgia del passato e della loro gioventù. Un vecchio pittore vende quadri dal tocco moderno lungo la via. Fai slalom tra le attività di marciapiede e godi ancora delle poche antiche case rimaste tra le nuove, nascoste in parte da alberi contorti e antichi, quelli sì rimasti testimoni di un tempo passato a contorcere con le radici aggressive, le pietre del selciato che quasi si accavallano impedendo alla venditrice di frittelle di disporre con più ordine le sue seggioline di plastica. La piccola pagoda al centro del lago quasi non si vede così offuscata dalla nebbiolina azzurrognola che si muove come il velo di una fata che voglia confonderti il pensiero, chiedendoti di restare ancora, di non rinunciare a scoprire qualcosa di altro, perché quando stai per andartene rimane sempre qualcosa di prezioso che ancora non hai visto, apprezzato, cercato di capire. Meglio sedersi in un localino al primo piano di un incrocio ad osservare il movimento vorticoso del traffico, della gente che si muove, che produce attività, che vive. Un pentolone di olio che frigge, un carrettino che fa panini, pieno fino all'orlo di vetro, di baguette corte e morbide, uno dei lasciti francesi. C'è la coda mentre la ragazza li imbottisce veloce di carne, di insalata, di fette di cetriolo, di uova. Vicine a lei, accoccolate a terra, altre due offrono frutta ordinatamente esposta in piramidi regolari sui piatti dei bilancieri appena posati a terra. Erano arrivate dondolando con la tipica camminata che sostiene il peso in equilibrio, un passo antico e sempre uguale. Trasportare, mostrare, commerciare, vivere.
Hanoi - Incrocio |
Tengono i mazzi di banconote sudice e consumate nella fascia stretta attorno alla vita, ad ogni affare andato a buon fine è tutto un frusciare di carte, ricomposte poi e reinfilate laggiù in attesa di essere nuovamente scambiate secondo la legge del mercato, più forte di qualunque ideologia e controllo. Poi arriva un tizio con una giacca di pelle nera. Senza scendere dal motorino, ritira soldi dalle quattro donne e poi se ne va sicuro e veloce nel traffico. Il traffico è intenso, i motorini si incrociano, una rara auto ne costringe uno quasi fermo a deviare, poi il conducente bardato di spesse veste ne sfiora un altro che cade a terra. C'è subito una gran confusione, quello che trasporta un cumulo enorme di materassi un bilico sul sedile posteriore, strepita; l'altro fa le sue ragioni, l'auto vorrebbe andarsene, ma è bloccata da una selva di motorini, la gente si accalca e parteggia per l'uno o per l'altro,. la discussione continua e la ressa, essendo il traffico quasi bloccato, aumenta, ai lati altri tentano di aggirare l'intoppo e sfilare sui marciapiedi, già occupati da attività o da altri mezzi parcheggiati, oltre che di passanti, aumentando ancor di più la confusione. Alla fine uno dei contendenti tira fuori una banconota da 100.000 dong, la concede al presunto danneggiato e piano piano il traffico si scioglie un poco e tutto torna alla normalità. I materassi saranno consegnati e l'altro tipo andrà dove doveva andare a consegnare le sue scatole. C'è ancora tempo per un caffè di fronte al lago. Nella vecchia casa tempio della congregazione dei gioiellieri una vecchia mette incensi davanti all'altarino, chissà perché non vedi mai monaci in giro. Nessuna tonaca colorata per strada, rosso mattone o giallo zafferano come in altri paesi dell'Indocina. Un vecchio senza denti col pigiama nero e un purillo di sbieco sulla testa, si accarezza la rada barbetta grigia prima di attraversare la strada. Un ciclopousse pedala stancamente senza neppure offrire il suo servizio. Comincia a piovere più fitto. E' l'acqua grigia dell'ultimo giorno. Il sapore del succo di guava di rimarrà ancora a lungo in bocca, anche se è ora di tornare a casa.
Hanoi - Il lago della psada restituita |
SURVIVAL KIT
Hanoi - Negozi |
Capita spesso, per sfruttare biglietti aerei a prezzi ridotti di dover rimanere per una notte nell'Hub dell'aeroporto di bangkok. Siccome trascorrere una notte sugli scomodissimi sedili degli aeroporti è fatica, specie per noi anzianotti anche se con l'anima da backpakers, suggerisco una soluzione molto conveniente. Appena fuori dall'aeroporto (1 km in linea d'aria, anche se ciò significa sentire un aereo che atterra al minuto, ma sarete talmente stanchi che dormirete lo stesso), c'è il Floral Shire Resort Suvarnabhumi Airport, 56, Soi Lad Kra Bang 42, Bangkok, 10520, Thailand, 3 stelle onorevole, che all'incredibile prezzo di 17 Euro, vi offre non solo una comoda camera ma anche la navetta da e per l'aeroporto inclusa. E' possibile anche cenare. Ottima cucina thai e free wifi ovviamente. Consigliatissimo.
Se invece proseguirete con Aeroflot, vi toccherà passare la notte sulla moquette di Sheremetievo, essendo impossibile (e comunque costosissimo) uscire dall'aeroporto, non disponendo di visto russo.
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Un pittore |
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