venerdì 2 maggio 2014

Un treno nella notte




Lao Kai - La piazza per andare alla stazione

La stazione, una grande stanza che dà direttamente sui binari, è affollatissima, soprattutto di turisti in attesa di uno dei tanti treni notturni che vanno ad Hanoi. Una decina di ore invece che quasi una giornata di auto su strade bruttarelle e piene di traffico. Trovi il tuo spazio un po' faticosamente, tutti smanettano sui telefonini per l'ultimo selfie prima di lasciare definitivamente le montagne del nord e le emozioni che hanno saputo dare. Le stoffe, i colori, i ricami, i piccoli oggetti di vita quotidiana, sono transitati quasi senza accorgercene, dalle mani e dalle bancarelle delle donne dei villaggi e dei mercati, agli zaini dei viaggiatori e fanno bella mostra di sé adesso, saltando fuori ad ogni pié sospinto, mentre si cercano le varie cose utili per la notte in treno. Naturalmente, come accade di solito in questi regimi, il treno nostro è in perfetto orario e si riesce velocemente a guadagnare la posizione segnata sul biglietto. E' un cosiddetto treno turistico, quindi niente ressa di gente che va al mercato, sedili duri da spartire con galline e fagotti, ma un onesto scompartimento con quattro belle cuccette fornite di tutto punto, materasso, cuscino, luci da lettura e così via. E' già buio e le luci fioche della stazione paiono le stesse di tutte le stazioni del mondo, un po' tristi, un po' solitarie, con le file di vagoni su binari morti che sembrano abbandonati, in attesa di qualche writer incappucciato che invece qui non verrà mai. Il treno parte subito, lento e costante come il passo del fondista. Fuori è subito notte fonda, un buio spesso ed assoluto che non mostra nulla della terra che stai attraversando. Non vale neppure più la pena di guardare. puoi buttarti così subito nella tua branda a raccogliere i pensieri, a meditare un po' su quanto hai visto, tanto, e su quanto rimane ancora da vedere, poco purtroppo, dato che il momento di partire si avvicina. E' sempre un po' così quando arrivi in un posto. I primi giorni sembrano fare parte di un tempo lunghissimo e non riesci neppure a valutare quanto tempo ti separa dal ritorno, tante sono le cose da fare, da vedere. 

E' un misto di ansia e di aspettativa, che poi piano piano si stempera e quando arriva l'ultima settimana, il tempo sembra volato via in un attimo e comincia a prenderti l'altra ansia, quella un po' più negativa dei rammarichi, delle cose che dovevi e potevi vedere e che non hai visto e che, inutile farsi illusioni, hai perduto per sempre. Cominci già a fare i primi bilanci, anche se così a botta calda è ancora presto, le cose vanno ripensate, meditate a lungo prima che le opinioni si rinsaldino e prendano una forma definitiva. Però fa bene un momento di sosta per raccogliere i pensieri prima dell'ultimo strappo. Sarai stanco per la giornata, è inutile quindi continuare a spiare il nulla dal finestrino. Allora, scrocchiati qualche biscotto comprato al  mercato di Lao Cai, beviti un sorso d'acqua dalla bottiglietta fornita complimentary dalla compagnia e buttati in branda cercando di dormire. Di scompartimenti come il tuo, quattro posti, ce ne sono una dozzina per ogni vagone, così hai solo una probabilità su sei di finire sulle ruote. Naturalmente siccome con previdenza, hai prenotato per tempo sei in quello numero 1 direttamente all'inizio del vagone, proprio nel punto dove il carrello fornisce la sua prestazione più violenta. Chissà se dipende dal tipo di treno o dalla linea un po' datata, ma gli sballottamenti  dovuti al passaggio tra una rotaia e quella successiva sono davvero imponenti, salti addirittura sul materasso, non oso pensare a quello che sta nella cuccetta superiore. Già perché il turista più grasso ed ingombrante difficilmente è in grado di compiere l'esercizio di agilità che richiede la salita al primo piano e si impadronisce con mossa felina del decisamente più comodo piano terra. Qualcuno tenta di leggere, ma subito si desiste e tutto piomba nel buio. In un attimo senti solo più sibili, brontolii profondi e il calmo russare dei tuoi compagni di viaggio,totalmente insensibili agli sballottamenti e al tatàn tatàn del treno lanciato nella notte sul binario infinito. 

Lo scompartimento
Le ore passano, nessuno nei corridoi deserti, se vai ad esplorare la toilette. Meglio usarle al più presto possibile, perché come in tutti i lunghi viaggi di tutti i treni del mondo, i water si riempiono velocemente e non di fiori. Anche il responsabile del vagone, nel suo strambugio situato davanti all'uscita, come nei treni russi, dorme profondamente rannicchiato nella sua cuccia. Qualche piccola luce lontanissima barbaglia nel velluto nero al di là di finestrini rigati di pioggia; solo di tanto in tanto il treno rallenta, attraversando senza fermarsi qualche stazione dalle luci basse, una pensilina deserta, mentre fugge via il nome di una cittadina sconosciuta. E' ancora notte quando entri fischiando nella immensa periferia di Hanoi. La velocità adesso è ridotta, puoi scorgere le infinite case basse e avvolte nel buio. La città è ancora addormentata e pare quasi rattrappita sotto una pioggerellina fine ed insistente, quella che passa i vestiti e penetra nelle ossa. Ti pare di sentire gli scatarramenti penosi del mattino che scoprono occhi ancora gonfi di sonno e della voglia di stare ancora un po' sotto le coperte. Rimane ancora un ponte infinito, di ferro, rumoroso, che attraversa il fiume Rosso, qui ormai di dimensioni imponenti, prima di entrare definitivamente in città. Nella penombra, ormai tutto il treno si è svegliato; la gente, sfregandosi gli occhi cisposi, prepara alla meglio i bagagli per affrettarsi all'arrivo. Quando entri nella stazione saranno passate le cinque del mattino, la prevista decina di ore. Ti trascini la valigia affondando nelle pozzanghere di un selciato dissestato, cercando inutilmente di evitare la pioggia che ricopre tutto di un gelido abbraccio. Una piccola folla di autisti, macchine e xe om, sta lì ad aspettare il carico umano che scivola giù lungo la banchina viscida come i tonni dal peschereccio. E' ancora notte quando raggiungi un piacevole albergo dove rassettarti alla meglio e preparati alle, ormai purtroppo, ultime fatiche.


SURVIVAL KIT
Treni notturni da e per Lao Cai. E' un modo classico per fare questa tratta che ti permette di guadagnare quasi un giorno di viaggio, evitando una strada di poco interesse. Tutte le agenzie offrono il pacchetto con prenotazione di questi treni che affittano direttamente in base al numero delle richieste. Ne parte anche uno ogni mezz'ora, nei periodi di punta. Il prezzo della cuccetta è attorno ai 300.000 dong. Alcune agenzie includono nel pacchetto alcune ore in un albergo all'arrivo dove fare la colazione ed avere una camera per tre o quattro ore, fare una doccia e rassettarsi. 

Hanoi Emotion Hotel 26 - 28 Hang Bot St , In offerta attorno ai 30 Euro - Free wifi, decisamente carino e bello, nuovissimo, ha il pregio di essere vicinissimo e comodo alla stazione per chi necessita di questo servizio. E' invece fuori mano (vicino al tempio della letteratura) e quindi sconsigliato per questa unica ragione, per chi vuole stare in centro città, vicino al lago.






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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Surtout , ne pas lâcher ses bagages dans les gares d'Asie du sud - est !
Un sac sur le dos , la main sur le sac bleu , l'autre main sur la valise ,Je vois que tu es le parfait backpacker qui a assimilé les régles des voyages en solo .
Un vrai bonheur de lire tes récits .
Merci
jac.

Unknown ha detto...

Ce l'hai fatta eh?
In Sicilia avrai tutto il tempo per ripensare e sono certa che la tua mente troverà molte altre chicche da mostrarci.
Cristiana

Enrico Bo ha detto...

@j- et la troisième main sur la poche avec le portefouille!

@Cri - Già l'ora s'avvicina, parto senza riuscire a condurre in porto il Vietnam, dovrò ripensarci al mio ritorno. Ne avrei ancora per 4 o 5 giorni. Che riso e fagioli!

Simona ha detto...

Eh, l'esperienza del treno notturno! Guardo la foto della cuccetta e mi viene un po' di invidia, in Cina non sono mai riuscita a prenotarla. Solo viaggi in piedi o se eravamo fortunati seduti su sedili duri e scomodi. Però è una bella esperienza :)

Enrico Bo ha detto...

@Cic - eh lo so lo so, ma io non ho più l'età. solo la notte sul pavimento a Sheremetievo mi ha massacrato!

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