Per nove dì mi trabalzava il fiotto,
E la decima notte i dèi sul lido
Mi gettâr dell'Ogigia isola, dove
Calipso alberga, la divina ninfa,
Che raccoglieami amica, e in molte guise
Mi confortava.
Odissea - VII.
Artista delle ceramiche CAM di Marsala - (Foto T. Sofi) |
Come avrete compreso mi sono allontanato alcuni giorni, ma di questo parleremo più avanti. Vorrei prima però finire il discorso sulla Sicilia e ne avrò ancora per qualche giorno, dato che questo è diventato ormai un blog di viaggi, cosa che, anche se mi fa calare paurosamente i contatti, perlomeno non mi rattrista scrivendo, come quando blatero di politica, di economia o peggio di amarcord. Forse il viaggio è più consono ad un mood che allegra la mente visto che non solo le donne sono costruite con la materia di cui sono fatti i sogni, mentre alla gente piace di più la sofferenza e il litigio. Dunque torniamo alla Trinacria, che non è fatta solo di paesaggi e storia, ma anche di artigiani antichi, un po' dappertutto. Le ceramiche ne sono un esempio e non soltanto quelle famose di Caltagirone di cui consiglio l'ottimo museo, ma dovunque troverete piccole realtà che sfornano (è proprio il caso letterale ) materiali di altissima qualità e piacevolezza. basta andare a dare un'occhiata in una delle imprese produttive di questo settore, per esempio alla Ceramica Artistica Marsalese, dove subito scopri di non essere in una "fabbrica" ma in un vero e proprio laboratorio artigiano, dove il vasaio, anche se con strumenti moderni, ma alla fine assai poco dissimili da quelli di duemilacinquecento anni addietro, con la forza delle mani plasma, arrotonda, conforma, guarda l'opera grezza spostando un poco la testa di lato, poi dà un ultimo tocco per correggere un'ansa, un beccuccio e infine, soddisfatto, prende con cura il vaso grigio e lo depone assieme agli altri "quasi" uguali per la prima cottura, mentre in un'altro spazio, altre mani attente e ancor più raffinate, lasciano tocchi di pennello sulle superficie già lucida, come seguendo linee già tracciate, ma presenti solo nella mente dell'artista, che così deve essere chiamato chi compie questo "lavoro".
Selinunte - Foto T. Sofi |
Alla fine te ne vai dal negozio pieno di desideri irrealizzati, anche perché avresti portato via molto, ma il peso (che le fameliche compagnie low cost hanno fatto diventare un incubo costante) e l'avere le case ormai piene, ti hanno imposto di lasciare tanti piccoli capolavori, con dispiacere tuo (e ancor di più del proprietario del negozio stesso) sugli scaffali. Un vero peccato. Ma già gli occhi si volgono ad altro. Le collinette strapiombanti sul mare di Selinunte, impongono altre soste che alla fine prolunghi molto di più del previsto, cosa che ti permette di fare la libertà del giro non organizzato. E' ancora mattina e tu sei splendidamente libero di sederti su una antica pietra tra le agavi puntute e rimanere lì quanto ti pare a goderti quelle dita smozzicate levate verso il cielo, circondate dell'azzurro dei cardi selvatici. Tra le pietre ammonticchiate, grandi cespi di papaveri picchiettano di rosso lo sfondo verde in cui è immerso l'oro delle colonne. In fondo, poco lontano il blu scuro del mare. Potresti stare tutto il giorno a sognare seduto su quei massi oppure a girare lentamente tra i sentieri che circondano i templi, tra fichi d'India e lentischi, aspettando che dietro una immensa siepe che forma una quinta naturale appaia un frontone nudo, su cui puoi immaginare statue di guerrieri caduti, dei dal volto sereno, incuranti dei mortali oppure invidiosi della loro fortuna. Che mondo sarà stato quello, dove su questo selciato si discuteva di filosofia o della primazia della tirannide sulla democrazia?
Selinunte - Foto T. Sofi |
Un occhio all'agorà e uno al mare da dove potevano arrivare nere navi di invasori o grasse triremi onerarie , cariche di merci da scambiare. Mare, luogo infinito di mistero pericoloso che eccita il desiderio di conoscenza ed esplorazione od opportunità di incontro, commercio, ricchezza, dove lasciarsi andare senza neppure conoscere le regole del vento o delle manovre, fidando solo sulla forza delle braccia o sulla benevolenza di un Eolo favorevole, lasciando a riva soltanto un aedo cieco a cantare le tue avventure. Niente mappe, né TomTom, niente tablet per connettersi e trovare qualche agriturismo su un isola lontana, solo il sentito dire del porto, di qualcuno che favoleggia di maghe pericolose, sirene malevole, ciclopi mostruosi e mostri marini, ma anche di tesori perduti e ninfe benevole e manco a dirlo lungocrinite e glaucopidi, nonché si spera callipige e sicuramente prive financo del bikini di ordinanza. Di questo si favoleggiava, io seduto all'ombra di un grande sicomoro, di fronte al tempio e un venditore dallo sguardo antico, accoccolato al fianco della sua gondola ripiena di granite, alla mandorla, al limone, ai gelsi. Eccomi dunque, pesante e col fiato corto, ansimante per il calore già intenso di un Febo che aveva già portato il carro del sole alto nel cielo, e come natura vuole pronto al lamento, lui, Ganimede sornione come Aracne al centro della sua tela, per la sua rendita di posizione, che riempiendoti un bicchiere di divina e gelida ambrosia, ti dice "Dottòre, io ho bisogno che faccia caldo, capirà."
Selinunte - l'Acropoli - Foto T. Sofi |
SURVIVAL KIT
Ceramica Artistica Marsalese (via Mazara 42 - Marsala) possibilità di visitare la fabbrica di produzione poco vicino. Rivolgersi al Sig Antonino Patti - 328.4616477
urpmuseo.ceramica@regione.sicilia.it (da martedì a domenica - 9 - 18,30)
Selinunte - € 4,5 - parco archeologico in cui calcolate di passare almeno una mattinata, scegliere le ore più fresche. Ci si può spostare all'interno con un trenino, oppure muoversi tra le due aeree piuttosto distanti spostando la macchine nei due parcheggi.
Il mare dall'Acropoli di Selinunte - Foto T. Sofi |
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