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Baglio Donna Franca - Foto T. Sofi |
Le cosce ormai combuste, ed
assaggiate
Le interïora, tutto l'altro in pezzi
Fu messo, e infitto negli acuti spiedi
Odissea, canto XII
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Baglio Oro - Foto T. Sofi |
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Il Baglio Oro antico - Foto G. Laudicina |
I luoghi belli nel mondo sono così tanti da non poterli vedere tutti nel corso di più vite. Ognuno ha le sue cose d'eccezione, ognuno riesce a stupirti per qualche cosa di unico e irripetibile. Pochi sono però quelli dove puoi incontrare anche persone particolari che contribuiscono ad arricchire i luoghi stessi con qualche cosa di più che te li farà ricordare per sempre. La Sicilia è uno di questi. Così capita che quando scegli un B&B a Marsala, speri certo di trovare un posto piacevole e comodo, ma mai immagineresti di incontrare un personaggio come l'Ing. Fardella. Rimasto solo da qualche anno, i figli al nord a studiare, ecco che decide di aprire la sua magnifica casa dell'800 nel pieno centro storico di Marsala, zona pedonale, per ospitare le persone che vengono a trovarlo. L'arredo
belle epoque crea subito fascino e diventa parte della storia rimanere a chiacchierare col padrone di casa, che ti racconta i segreti di Marsala, ti mostra le antiche bottiglie che ha prodotto, ti offre i dolcetti e i fichi. Poi spilla da una botticella qualche bicchierino di Marsala, che produce, perpetuando il vino "madre", che è tramandata dalla sua famiglia dal 1860, l'anno dello sbarco garibaldino, con una tecnica antica, che successivamente sarà regolamentata come "metodo Soleras". Poi, quando chiedi qualche informazione sugli antichi bagli della zona, invece di limitarsi a dare qualche indirizzo come farebbe un gentile affittacamere, comincia a telefonare a destra e a manca e poi aggiunge: "Vi accompagno io, tanto oggi non ho niente da fare". E trascorre con te la sua giornata, presentandoti amici, raccontandoti luoghi e tradizioni con il trasporto di chi ama la sua terra e vorrebbe fare qualche cosa per farla meglio conoscere ed amare anche agli altri. Le colline di Marsala, sono tutte un vigneto, ben coltivato, ordinato e mantenuto con criteri di moderna efficienza. E' stata certo una invenzione degli Inglesi, che avevano capito la capacità di questa terra e di questo clima di produrre i vini forti pieni di tonalità derivate dall'invecchiamento, dai legni, dalle mescolanze di uve che a loro piacevano tanto.
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Il Museo dellarte Contadina - Foto T. Sofi |
Così introdussero le modalità già introdotte in Spagna e Portogallo, la tecnica dei perpetui, vini conservati e continuamente rabboccati di anno in anno, così da contenere in sé le mille anime delle annate trascorse. Qui ritrovi immersi tra le viti, i bagli, qualche cosa di simile ad antiche masserie, attrezzate alla produzione di vino. Questi, negli anni della sbornia che aveva cercato di sostituire la tradizione del vino antico con la quantità di un prodotto anonimo, ricco solo di grado e corpo, che poteva solo essere utilizzato per ridare ricchezza agli esangui vini di scarto del nord o a dare materiale di basso costo alla Francia che lo comprava a navi intere, travasando nel porto di Sete gradi e zuccherosità da mescolare al proprio, a poco a poco erano caduti in rovina e in massima parte abbandonati. Una perdita grave anche dal punto di vista architettonico oltre che agricolo. Oggi, una sensibilità nuova, accoppiata ad una imprenditorialità moderna che, ripescando nel passato, cerca di valorizzare quanto c'era di meglio, ne ha fatti rinascere diversi, che offrono uno spaccato interessante di quanto possa dare questa regione nel campo enologico, legato alla fruizioni dei luoghi. Ecco dunque il Baglio Donna Franca, già facente parte delle tenute Florio, trasformato da un intraprendente enologo e da sua moglie in un
relais lussuoso, circondato da una decina di ettari di vigne, per produrre vini di alta qualità e con una cantina dove accanto alle tecnologie più moderne, senza le quali è impossibile produrre vino davvero valido, ospita anche una preziosa collezione di "perpetui". E poi il Baglio Oro, un grande assieme di antiche costruzioni, quasi un piccolo paese che ospitava un tempo tante persone, braccianti con le loro famiglie, come le nostre grandi cascine di un tempo, dove i giovani di casa sono riusciti a creare una impresa di buone dimensioni che crea vini moderni a partire da varietà antiche, Cataratto, Grecanico, Inzolia, Grillo, Nero d'Avola. Per non perdere il contatto con la tradizione ecco, accanto alla nuova linea di imbottigliamento, il loro Museo dell'Arte contadina, dove hanno raccolto centinaia di strumenti antichi, alcuni talmente curiosi da non riuscire ad indovinarne l'uso senza le spiegazioni di uno degli appassionati ragazzi che stanno facendo crescere l'azienda.
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Foto T.Sofi |
Assaggi e sogni, davanti alle antiche case, alla cappelletta dove un'anziana, che ancora lì vive coi suoi gatti, ti mostra le ghirlande di fiori ormai secchi, che ogni anno offre al Santo. Infine l'azienda vinicola Foderà, dove il Dott. Antonino, da buon agronomo collega, con cui riesci subito ad intavolare discorsi di sentire comune, ti porta a scorrere in una carrellata, il mondo del suo vino e del suo olio. Subito la tavola, alla fresca penombra della cantina, si apparecchia ed ecco arrivare olive, fette di pane al sesamo da bagnare nel profumatissimo olio di casa, salame di suino nero dei Nebrodi con i pistacchi, una vera prelibatezza e poi
pani cunzatu e una ricotta enorme, di tale bontà e freschezza che nessuno riesce a capire come in un attimo sia sparita tutta e ci si accusa l'un l'altro di troppa ingordigia, e ancora pomodorini e una gran ciotola di fragoline dell'orto profumatissime da annegare in un merlot tardivo di rara dolcezza, assieme ai dolcini di mandorle. Su tutto vino, vino e ancora vino, per assaggiare, testare, confrontare, assaporare, godere chiacchierando come vecchi amici ritrovati dopo tanto tempo. E' fatica lasciare la corte e ritornare in città. Certo alla sera hai la testa pesante e quando vai a farti un giro per le strade del centro di Marsala quasi deserte e illuminate dal chiarore diffuso di antichi lampioni, le facciate dei palazzi e delle chiese si colorano di oro all'improvviso ad ogni angolo che svolti; la piazza centrale si manifesta con una tale sontuosa bellezza da farti sedere su una panchina di pietra a raccogliere il fiato e rimanere muto ad ammirare, anche perché la bocca, seppure impegnata a masticare un cannolo, rimane un poco impastata e le gambe sono ancora malferme. Da una via laterale una minuta processione percorre il selciato lentamente, fermandosi a molte porte, il prete salmodia preghiere, il gruppo di donne con il velo nero, dietro, fa il controcanto; è ora di andare a dormire, oggi hai fatto il pieno di sensazioni (ma forse anche di cibo e di vino).
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