venerdì 1 maggio 2015

Arunachal Pradesh: da Daporijo ad Aalo


Bimbo Tajin


Nel villaggio di Belo
Oggi sarà un'altra giornata da conquistare con pazienza attraverso ore ed ore di macchina su strade impossibili, scavalcando colline e montagne e discendendo in valli a precipizio nel verde scuro della foresta. La nebbiolina azzurra e tenue del mattino, va a poco a poco disperdendosi, ma i versanti opposti ed i contrafforti dei monti più lontani, rimangono come avvolti da un mistero naturale anche col passar delle ore, come ottenebrati da una malia verde azzurra che ottunde i sensi e che tutto avvolge nel mistero della natura. A questo si aggiunge una specie di sbavatura che comincia a calare dal cielo, come fosse una umidità diffusa più che una pioggerellina e allora capisci la ragione di un verde così vivo, di foglie così spesse, del gigantismo di piante che ti sembra di aver già visto altrove, ma quanto più piccole e minute. E' un trionfo continuo di vegetazione prorompente e maestosa al tempo stesso, quasi che volesse respingerti come estraneo a quel mondo o al contrario avvilupparti ed assimilarti, come una pianta carnivora e farti suo per sempre. Ogni villaggio che incontri è motivo di interesse di per sé, anche se le povere capanne non sono molto dissimili tra di loro. 

Il gioco della Campana
I popoli Tajin e Galo, due sottotribù con caratteri assai vicini, hanno da tempo abbandonato l'uso dei costumi tradizionali, che sopravvivono ormai soltanto nelle feste annuali che ogni paese organizza, un tempo per onorare il sole e la luna assieme agli spiriti della foresta, oggi più legate alle cerimonie religiose cristiane a cui una vasta parte della popolazione ha aderito da qualche decennio, ma che continuano a mantenere, con sincretismo tipico, caratteri ancestrali. Della tradizione rimane, nella vita di tutti i giorni, soltanto il robusto machete da portare a tracolla, obbligatorio per la vita nella jungla ed il cappellino maschile, una sorta di caschetto di vimini con due visiere lunate avanti e dietro, che quasi tutti gli uomini calzano con un certo orgoglio. I giochi dei bambini invece sono quelli comuni alle altre parti del mondo. I ragazzini più agitati che di tanto in tanto estraggono una fionda con gli elastici fatto coi ritagli di qualche camera d'aria usata e le bambine che giocano a campana coi riquadri segnati a terra con un gessetto. Cambiano solo forse, la scansione dei saltelli ed il significato delle filastrocche che li accompagnano. Nei luoghi di ritrovo lungo la strada invece è spesso presente, un gioco semplice ma evidentemente molto popolare. 

Anziano Tajin
Il campo di gioco, cosparso di talco per dare maggiore scivolosità, è un quadrato di circa un metro, con quattro buchi ai lati ed un certo numero di pedine bianche e nere che i due giocatori a turno debbono mandare in buca attraverso una pedina comune più grande scagliata contro le altre con lo schiocco di dita che usavamo noi con le birille. L'abilità dei contendenti di questo biliardino povero, è sorprendente ed in pochi colpi le pedine finiscono tutte in buca tra i lazzi del vincitore ed i suoi sodali, contro lo sguardo corrucciato del perdente. Intanto grossi maiali neri grufolano intorno in attesa di incrementare il loro strato di lardo da affumicare poi nelle oscure cucine delle capanne sospese nel vuoto, camere scure suddivise da stuoie di bambù, elevate su palafitte all'apparenza fragili e traballanti. La signora della baracca ristorante a cui ci siamo fermati ride sempre, gettandoci occhiate di sguincio mentre riscalda i noodles dentro una pentola di alluminio sul fuoco della cucina. Il suo ragazzino invece porta i piatti di plastica con grande serietà. Accidenti oggi deve esserle scappata la mano nel calcolare la dose di chilly. La bocca è in fiamme e a poco vale la tiepida Coca che cerca di calmare l'ustione. Fuori della veranda un altro gruppo di bimbi si assiepa ad osservare la novità del giorno con commenti che suscitano scoppi di ilarità improvvisa. 

Coltivazione taglia e brucia
Raggiungere il casotto della toeletta non è semplice, bisogna scendere la palafitta con una ripida scaletta, ma fa parte del gioco. Nel cortile, sotto l'acqua di una pompa, intanto si lavano le pentole e le stoviglie degli ospiti precedenti. Beh, tanto ormai abbiamo mangiato, meglio non stare lì a pensarci troppo. Ancora strada, ancora foreste. Lungo gli strapiombi vedi larghi tratti di jungla disboscata, con la linea rossa del fuoco del devastante metodo taglia e brucia in atto. L'uomo è così, la necessità di spazio non guarda in faccia a nessuno. Sempre nuova terra è necessaria se la gente cresce e nuove piantagioni, ananas, gomma, banani, prendono il posto delle orchidee della foresta. Along è in fondo alla valle. Un altro punto di mercato all'incrocio di due strade ed un ponte. Niente di più che un punto di sosta o una base per visitare a piedi i vicini villaggi Galo. I negozi sono poverissimi con misere cose essenziali, qualche posto di ristoro, un po' di stoffe e vestiti, c'è persino un gioielliere con l'operaio che martella sul suo banchetto bracciali ed orecchini. Una ragazza giovanissima, con la madre e un paio di zie, sta seduta davanti e guarda con interesse i vari sottililissimi monili che le stanno in fronte nella vetrinetta. Forse si sta preparando al matrimonio e l'oro è parte importante di questa cerimonia, in pratica la sua dote. Intanto comincia a piovere più forte. Domani, il tekking tra i villaggi sarà certamente un po' fangoso e più difficile del previsto. Siamo nati per soffrire e poi in fondo siamo venuti apposta.

Gioco popolare

SURVIVAL KIT
Da Daporijo ad Aalo (Along) - 154 km in circa 6 ore. Di nuovo strada difficile e malandata. Villaggi Tajin lungo la strada. Possibilità di vedere uomini con cappello tradizionale. La zona è estremamente povera. Le capanne dei paesi non hanno neanche il tetto di lamiera ma mantengono la copertura di frasche. Foreste fittissime e paesaggi mozzafiato se il tempo è limpido lungo il percorso. Aalo ha circa 20.000 abitanti ed è disposta lungo la strada che corre lungo il fiume. Bazar animato. Rimane comunque l'unico posto di tappa possibile se volete percorrere questo itinerario che attraversa lo stato. Attorno molti villaggi tradizionali da visitare a piedi.

Hotel WestMedical Road, Aalo 
booking@hotelwestaalo.com - Anche questa, la migliore soluzione in città. Tutto sommato non male. 1700R la doppia. Letto grande e camera spaziosa, pulizia moderata, Acqua calda, AC, TV. Free wifi nella hall se c'è corrente. Personale gentilissimo. La ragazza della reception fa da guida per i trekking nei villaggi. Cercare di evitare le camere sulla strada piuttosto rumorose. Possibilità di cenare , menù indiano, portate sulle 200 R. Colazione abbondante.


Il villaggio di Lazu

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Quasi in partenza

Strada da Daporijo a Aalo

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