domenica 23 agosto 2015

Northeast India - Considerazioni finali


Ragazze Mishin


Le gabbie di attesa in coda
E' arrivato finalmente il momento di fare il punto su questo viaggio e mi sembra giusto farlo solo adesso, quando sono passati ormai quasi cinque mesi dalla sua conclusione. Un tempo che mi sembra corretto per poter lasciare da parte gli entusiasmi e le depressioni del viaggio quando questo è appena finito. Insomma una riflessione a mente libera da pregiudizi, come se questo fosse possibile. Di certo non è l'itinerario da consigliare a chi visita il paese per la prima volta, forse neanche la seconda. Diciamo che questa è un'India da amatori, per chi conosce già bene il paese e vuole vedere qualche cosa di più, completare il quadro insomma, vedendo anche qualche cosa fuori dagli schemi. Si sa che questo è quasi un continente, con aspetti molto diversi, che è impossibile vedere anche solo parzialmente in una volta. Un'altra cosa da considerare è che per chi è particolarmente interessato agli aspetti etnografici, i luoghi di cui vi ho parlato, sono assolutamente unici ed inoltre bisogna considerare che gli appartenenti alle etnie periferiche del nord est dell'India, mantengono le loro straordinarie ed interessantissime abitudini e caratteristiche solamente nelle persone anziane ed è facile prevedere che entro una ventina d'anni,scomparsi questi, non ci sarà più nulla da vedere se non in qualche festival che verrà organizzato dalle locali Proloco, se ancora avranno voglia di ricordare le abitudini dei loro nonni.

Traffico
Allora sì, che da queste parti, gli spunti di interesse si ridurranno davvero completamente. Però ricordatevi che per vedere nella maniera migliore e più consapevole questi aspetti bisogna affidarsi a persone che conoscano davvero bene la questione ed il territorio, come vi indico più sotto. In questa parte dell'India, non ci sono, palazzi di Maharaja e templi famosi dalle architetture fantasiose, né santuari dove accorrono i fedeli e neppure spiagge incantevoli, ma il loro fascino di luoghi perduti nel tempo ne fanno una metà difficilmente paragonabile con le altre. Intanto dovrete partire da Calcutta, una megalopoli, che forse rappresenta quello che in India non si vede quasi più da nessuna parte, quell'India disperata, preda negli strati più provati della sua società, di quella povertà marcia e senza speranza che trovate soltanto nei libri di Lapierre, gli slums, la gente che dorme e vive per le strade, il paese ancorato all'eredità di quella Inghilterra di cui non riuscirà mai a liberarsi fino in fondo. Questa è l'India che contrasta quell'altro paese che vuole diventare moderno, con l'economia che, ultima tra i Brics, oggi invece, è rimasta l'unica a correre; dove vedi la lotta politica, ogni giorno presente nelle strade, che mostra i vantaggi e gli svantaggi accoppiati, di essere la democrazia più grande del mondo. E questo già da solo varrebbe il viaggio.

Bimbe di villaggio
Andare poi, attraversando quel fragile istmo che vi porta al di là del Bengala, alle sconosciute pianure dell'Assam, bagnate dall'immenso Bramaputra, vi porterà in una terra incognita, che lo stesso governo centrale ha trascurato, forse perché troppo periferica, forse perché di tanto in tanto crea problemi e quindi va lasciata un po' a se stessa, con le sue grane e la sua arretratezza. E' una terra povera ma genuina, dove incontrerete persone interessanti, intanto, stupite perché vi trovate da quelle parti, ma sempre ansiose di mostrarvi quanto questo mondo ha da offrire. Piccole città e templi di campagna, dove troverete genuine ed estreme espressioni di fede, da osservare con rispetto pensando a cosa significano le religioni nel mondo. E parchi selvatici di cui non sapevate l'esistenza, con elefanti e rinoceronti e animali sconosciuti, in una atmosfera di colonia inglese che ritenevate ormai perduta. Affrontare poi i territori di Nagaland e dell'Arunachal Pradesh, rappresenta uno sforzo di volontà in cerca di un premio che alla fine non verrà negato. Saranno, è vero, ore e ore di macchina su strade impossibili, tra foreste maestose e zone negate al turismo, ma ogni villaggio che troverete tra le radure, ci sarà una scoperta inattesa, ogni volta che sarete invitati, e accadrà continuamente, in una capanna, troverete ad attendervi un mondo che non potete pensare ancora esista in questa società globalizzata.

Bandiere di preghiera sul lago
Dove vi capiterà nel mondo di oggi, di parlare faccia a faccia con un Re, sia pure di una trentina di villaggi, mentre si fa una pipa di oppio con un dignitario birmano in visita o di chiacchierare amabilmente con qualcuno che da giovane guerriero se ne tornava a casa portando sottobraccio la testa mozzata di un nemico? Vedrete una terra selvatica e difficile da penetrare, con allegati i sentori salgariani della vostra giovinezza, quando cercherete di attraversare ponti tibetani senza precipitare o traghettare fiumi sconfinati su barche dondolanti assieme a ricchi indiani con dieci anelli su due mani. Insomma luoghi che meritano di essere visti per quello che sono e perché, forse, scompariranno presto. Infine rimane l'area himalayana, che dà ovviamente ancora altri stimoli e garantisce altre sorprese. Sikkim e Bhutan sono un poco le due facce di una stessa medaglia. Terre di montagna estrema che colano e scendono a valle sotto i picchi degli ottomila, ma che contengono tutte montagne che non si possono scalare, per rispetto agli dei, strano ma vero, in questo mondo dove tutto è in vendita. Di nuovo strade difficili e tortuose che portano da un monastero ad un castello e via di nuovo verso altri luoghi santi, laghi, boschi e chorten contenenti sacre reliquie, capelli e denti di Buddha, ma quanti ne aveva accidenti!

La sposa
Il Sikkim è India a tutti gli effetti con i pregi ed i difetti che questo comporta, confusione, traffico, sovrappopolazione, ma anche prezzi bassissimi e facilità con cui alla fine si riescono a risolvere tutti i problemi, coi tempi giusti naturalmente. Monaci e monasteri bellissimi, panorami severi e necessità di molta fortuna per vederli, perché il capriccioso tempo delle montagne sarà il padrone del vostro destino. Per il Bhutan bisogna fare un discorso a parte, perché se è vero che offre gli stessi paesaggi ed una cultura simile, qui tutto è più calmo e ordinato e la sensazione che i luoghi siano più belli e godibili è forte. Però c'è un prezzo da pagare, che i turisti fai da te noalpitur ahiahiahi, saccopelisti implacabili, troveranno assolutamente insopportabile, in quanto il paese si visita solo a certe condizioni, intanto un bel pacco di soldi non trattabili e poi tutto previsto e calcolato nel pacchetto tutto compreso e senza variazioni. Bisogna dunque rispettare tutta la gran fuffa del paese di sogno i cui abitanti non si curano del denaro ma solo della felicità, della natura e della tradizione. Bisogna stare al gioco della Shangri-La perduta tra le montagne, ma a prezzo e menu fisso. Qui la televisione è arrivata obtorto  collo solo nel 2000, non ci sono semafori, se siete nel sistema o nel pubblico potete vestirvi solo in abiti tradizionali per dare l'impressione che tutto sia come un tempo, tutto organico, tutto naturale, vietato fumare e viva sempre il Re che trova sempre la giusta soluzione tra passato e futuro, poi il parlamento approva.

IN attesa del festival
Anche i partiti li ha inventati il Re perché nessuno voleva stare all'opposizione, ma fino a quando? Rimarrete incantati dalla bellezza delle cittadine, dai paesetti, dalle case dipinte ed ordinate anche se con i tetti di lamiera, ma non si può avere tutto, dalle donne che arrivano dalle montagne coi cappellini di vimini anti spiritelli, dalle ragazze che ridono allegre nella loro kira stretta ed elegante e dalla casacca colorata, dai ragazzi che tirano con l'arco lungo la strada prendendosi in giro l'un l'altro e dandosi pacche sulle spalle, dagli affreschi antichi, dalle statue benedicenti, dai tanti monaci che incontrerete lungo il vostro cammino. Un fascino a cui nessuno riesce a sottrarsi, tra storie antiche di monaci che si reincarnano e vanno a meditare per mesi tra le grotte delle montagne, senza neppure la grana dei cinesi che li perseguitino. Un paese davvero straordinario che va visto almeno una volta senza farsi innervosire, per chi la soffre come me, dalla facciata new age, che evidentemente fa il gioco del marketing che oggi riesce anche a far vendere mele mezze marce al doppio del prezzo di quelle sane. Intanto le ragazze, i ragazzi ed i monaci che smanettano continuamente sui loro smartphone, tracceranno presto la loro strada e di tutto il resto, forse e purtroppo, rimarrà solamente la facciata per i turisti. E con questo direi che basta.

Ragazzi di Paro


SURVIVAL KIT

Per la strada
Come vi ho detto per effettuare questo giro nel modo migliore, economicamente più conveniente e che sfrutti al meglio il tempo che avrete a disposizione, conviene a mio parere affidarsi ad una agenzia valida che si occupi della molta burocrazia necessaria, permessi, visti, ecc. e che abbia tutte le conoscenze per far fruttare al meglio la visita, coordinando le date degli eventuali festival e con le entrature presso le etnie locali.

Io vi consiglio assolutamente avendolo già provato due volte a distanza di qualche anno (e presto ce ne sarà una terza) il Signor Ashish Mishra che con suo padre Sig Srikant (etnologo esperto) gestisce l'agenzia seguente:

Alternative tours Pvt Ltd - Specialized in conducting Ethnic tours
Room No. 4 & 5,
B.D.A Market Complex
Palashpalli
Bhubaneswar 751020
Odisha

Phone : +91 674 - 2593463 ,2590830
Fax : +91 674 2590819
91 9437129983 

Intanto date un'occhiata al sito e chiedetegli un preventivo, intanto vi stupirete dei prezzi e della flessibilità con cui potrà organizzarvi le proposte e in ogni caso considerate che collabora già con importanti tour operator italiani.


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