giovedì 13 agosto 2015

Bhutan - Il festival di Paro



I fallofori matti

Donne del Lunana
E' di nuovo mattina presto; le vie della città ed i sentieri che portano allo dzong sono piene di gente che alla spicciolata salgono la collina, dopo aver attraversato il ponte coperto che attraversa il torrente. Prima della salita finale, diverse ragazze della tribù Laya del Lunana, esibiscono ridendo il loro buffo cappellino acchiappa spiriti, sedute dove comincia l'ultima scalinata, le vesti nere e le pesanti collane di corallo, speranzose di rifilare a qualche turista collanine e altri gingilli abituali. Salgono famigliole coi bambini bardati come principini, gruppi di giovani seri con le loro tuniche nuove nuove, le calze al ginocchio e la sciarpa bianca della festa di traverso sulla spalla, qualcuno però, ha un taglio a cresta od un ciuffo ribelle colorato, meno in sintonia col regno della tradizione, ma tuttavia sempre compiti e con le scarpe nere lucide. Le ragazze ridono di più, sfoggiando anch'esse il vestito nuovo, una kira lucida con la blusa damascata a disegni di fiori delicati o con riporti a rilievo dorati di draghi e animali di fantasia. Le lunghe gonne cadono perfette, mentre i passi corti ed aggraziati aprono la piega quel tanto che basta a mostrare le scarpine decorate della festa. 

Gita sociale
Più decisi ed un poco tronfi, grassi funzionari vanno con passo deciso consci della loro importanza, a prendere il loro posto di riguardo. Percorri un po' ansante un lungo prato di traverso al muro dello dzong e poi ti si apre la grande scalinata che introduce al cortile centrale. Oggi nessuno viene a visitare il castello, tutti stanno affrettandosi per trovare un buon posto dove sedersi per assistere allo spettacolo del giorno più importante del Festival, nel grande cortile antistante al Tempio. Così ti puoi ritrovare tra gli imponenti edifici della fortezza, quasi solo e lo spettacolo è ancora più mistico. Socchiudi gli occhi e se hai avuto l'accortezza di riguardarti Il piccolo Buddha prima di partire, riconosci la magia dei luoghi in cui il film è stato girato, dietro ogni angolo aspetti che salti fuori il gruppo di ragazzini che giocano od il vecchio monaco in cerca della reincarnazione. La grande balconata sulla valle poi ti lascia a lungo a guardare. Si capisce bene come in luoghi come questo la mente può rimanere anche per molto tempo in stand by, senza pensare a niente in particolare, come immobile, ferma in assenza di desiderio che non sia l'osservazione senza passione di quanto ti circonda, un senso di constatazione di cosa possa essere il sublime, restandone lì all'interno. 

La porta di uscita dei danzatori
Far parte della bellezza, senza possederla, essere dentro la bellezza, a questo punto, forse, essere la bellezza stessa. Poi però ci si confonde, meglio lasciar stare, tornare nella fiumana della gente che sale al cortile, anche perché se no i posti migliori se li fregano tutti. Davanti alla scalinata, però, non puoi esimerti dal fare una foto ad un gruppo di monaci in visita, con il loro iPhone, che la meditazione è essenziale, ma anche una foto ricordo davanti davanti al Vaticano, non la puoi certo negare a nessuno. Il grande spazio quadrato è proprio davanti alla facciata del tempio, alta quattro piani. Dal tetto, l'ultima notte, con la luna piena, sarà srotolata l'immensa tangkha, che coprirà per qualche ora il tempio intero, prima di essere riavvolta e riposta con cura e rispetto per tutto il resto dell'anno. A destra una costruzione dove su una balconata è disposta una grande orchestra di cembali, tamburi e trombe; intorno in piccoli palchi, monaci anziani e personalità di evidente importanza che osservano dall'alto. A sinistra un'alta scalinata, dove la gente ha preso posto fin dalle prime ore. E' forse il punto di vista privilegiato perché c'è molta ressa e tutti occupano gli scalini serrandosi gli uni agli altri e prendendo velocemente le posizioni di coloro che per qualche motivo si allontanano. 

Danza di villaggio
Davanti alla corte la maggioranza degli spettatori stanno seduti a terra, chi in gruppo, chi isolato, mentre qualcuno ha allargato una tovaglia e comincia a disporre thermos cinesi e pentolini di cibarie, per togliersi la fame senza rinunciare a nessuna parte dello spettacolo. Dal portale principale del tempio, coperto da una grande tenda gialla, che funge da quinta teatrale, due monaci osservano quanto succede nella corte e danno i tempi per lo svolgersi delle danze. Hanno cominciato i gruppi di contorno, forse arrivano dai paesi vicini, sono gruppi di ragazze o ragazzi che eseguono le danze proprie della propria tribù, cantando canzoni, che la gente conosce bene, perché li vedi seguire, accompagnando i ritornelli a mezza bocca. Intanto le figure tradizionali dei matti disturbatori, qui sono addirittura quattro, con costumi alla pulcinella o alla alrlecchino, ma rossi, così come rosso fuoco sono le loro maschere dai nasoni grotteschi, mentre dalle teste pelate pendono enormi falli anch'essi rossi che ciondolano salacemente sulle loro fronti mostrando spruzzi di fili bianchi dai rosei glandi esibiti. Quando termina una danza, coprono i tempi morti, mimando scenette goliardiche tra di loro o motteggiando le ragazze tra il pubblico e minacciando qualcuno degli astanti con altri enormi falli che brandiscono in mano, tra l'ilarità generale. 

Danza dei guerrieri
E' evidente che tutti si divertono come matti, anche se forse le gags sono sempre le stesse ripetute ogni anno, magari con qualche novità inserita così, tanto per stare ai tempi. Poi tutti si voltano verso il giardino. Attraverso un arco fiorito, lungo un percorso segnato da una passatoia di stoffa ornata di altri fiori, arriva un corteo. Davanti, aprono la strada due file di giovani con in testa un serto di rami verdi, la sciarpa a strisce grige e rosse e ampi risvolti bianchi; poi è la volta di figuranti in vesti e cappelli verdi che suonano una sorta di lunghi clarinetti di ottone. Infine un gruppo di monaci dall'aria importante ed una serie di dignitari grassi e tronfi, con vestiti lussuosi e le lunghe calze nere che lasciano appena scoperte le ginocchia. E' il corteo che precede ed accompagna la regina madre e che assisterà a tutta la festa. Il corteo si dispone nella balconata chiusa prospiciente la corte, mentre le danze si interrompono e tutta la folla si gira a guardare adorante. La regina fa alcuni cenni di benedizione e di saluto poi si richiude nella loggia con gli ospiti VIP. la sicurezza fa sgombrare la gente disposta disordinatamente davanti per consentire una buona vista e tutti, tranne i pochi turisti poco inclini al rispetto della regalità, lo fanno con buona voglia. 

Una divinità terrifica
Intanto nella piazza i danzatori si scatenano, forse ringalluzziti dall'arrivo dell'ospite reale. Prima gli uomini dei boschi con i serti di foglie d'alloro, poi un gruppo di antichi guerrieri con gli elmi dorati e i paragote di stoffe a disegni ricamati, che si scatenano in una danza marziale brandendo le spade ed i neri scudi in memoria delle guerre infinite contro i biechi tibetani, nemicigiurati di sempre. Intanto che i matti fallofori li sbeffeggiano, un altro gruppo di soldati dalle vesti, se possibile ancora più smaglianti entrano di corsa e cominciano un'altra sarabanda concitata. Lo spettacolo prosegue senza soste, mentre il pubblico, spettacolo nello spettacolo, con le vesti ancor più colorate e regali dei figuranti,  applaude, discute e si diverte; l'orchestra suona senza sosta. Quando la truppa si ritira, tre suonatori di tromba iniziano un giro della piazza intonando una melodia monodica ritmata, i loro cappelli dorati ed i lunghi cappelli neri, quasi nascondono i volti. Dalla porta del tempio si alza adagio la cortina gialla e ad uno ad uno escono roteando i monaci che vestono i panni delle divinità terrifiche. 

Danza degli spiriti
E' una danza lunga ed acrobatica, fatta di salti e giravolte in cui gli spiriti aleggiano sulla folla ammutolita, Anche quelli che mangiano sull'erba, si girano a guardare i mascheroni blu, gialli, rossi, verdi che si volgono al cielo, poi, mentre i corpi roteano all'unisono, guardano fisso qualche spettatore più vicino, che si ritrae impaurito. Passano ancora altri gruppi, mentre scorrono le ore in un rutilare di colori e suoni. Infine ancora la danza dei morti, con le maschere teschio, durante la quale, anche i matti hanno un momento di sosta al loro berciare. Intanto si avvicina la sera; la tribuna riservata si apre ed il corteo reale se ne va, seguito dal plauso della folla, che subito dopo comincia a disperdersi. Chi ha riunito le sue cose in un fagotto, chi a gruppetti, prende la via del ponticello, commentando la giornata, la bravura dei ballerini, la bellezza delle ragazze, forse qualcuna maligna sulla qualità dei vestiti nuovi di qualche conoscente. Due ragazze ridacchiano tra loro, forse hanno messo gli occhi su qualche giovanotto più intraprendente. Domani si replica; sono le nostre tradizioni, dice Tashi con soddisfazione. Di fianco sulla strada, nella sconnessione del marciapiede, occhieggia un cespo di marjuana.



SURVIVAL KIT

Suonatori
Il festival - Ogni anno a Paro nell'apposito cortile di fronte al tempio di fianco allo dzong, si svolge per quattro giorni verso la fine di marzo, a seconda della fase lunare, il festival più importante del paese. In un seguito di danze vengono interpretate tutti i fatti storici e leggendari oltre che religiosi della storia bhutanese. E' un'occasione davvero unica per vedere i costumi più belli esibiti dai ballerini, ma anche dagli spettatori che in questi giorni mostrano tutti i loro abiti festivi più belli. Davvero uno spettacolo unico. L'ultima notte viene distesa sulla facciata del tempio la tangkha sacra custodita all'interno durante l'anno. Uno spettacolo da non perdere. Naturalmente è tutto incluso nel pacchetto programmato. A questo link avete tutte le date dei festival in Bhutan nel 2015 e 16. e qui le descrizioni.

Silver Pine Hotel - Più o meno dello stesso livello dei precedenti, un po' fuori città però, un difetto compensato dalla bella vista sulla valle. Camere spaziose con dotazione dei bagni un po' datati ma funzionali. La tappezzeria sembra dipinta a mano! Acqua calda, TV, free Wifi anche in camera. Personale  come sempre molto gentile. Cena a buffet, qualità solita. Spesso alla sera, se c'è qualche gruppo numeroso, vengono organizzati danze e spettacolini.

La folla degli spettatori

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1 commento:

bhutan divine tours ha detto...

A glimpse in the beauty of Bhutan is all you need to explore the country that lies in the lap of Himalayas. Surrounded by valleys and also known for its fine weather a Bhutan Tour Packages of 3N/4D begins with arrival in Paro airport than get ready to precede the journey with a visit to top listed places like Kuenselphodrang known as Buddha point, National textile museum, Tashichhoe Dzong, Craft bazar.The Bhutan Trip has also included some historic place like Traditional paper factory, Schools, centenary Farmer's Market etc. with exploring the cities a hike to Tiger's nest is all you need to complete your journey

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