lunedì 23 dicembre 2024

Preparare un viaggio complesso

Ghiacciaio Perito Moreno - Patagonia - novembre 2024

 

Tornato, ormai da quasi tre settimane, un tempo sufficiente a sedimentare le emozioni direi. Così, complice il fatto di aver terminato la disamina del viaggio di primavera ed aver esaurito gli infiniti compiti sociali prenatalizi, è ora di concentrarmi con questo approccio che, dopo tanti anni ho avuto finalmente con il cono a sud del mondo, quella terra così lontana da essere identificata anche come la fin del mundo, così estranea al mondo in generale, da avere sempre contato poco negli eventi geopolitici del pianeta, una parte marginale forse, eppure così fascinosa ed attraente. Io, lo sapete sono sempre stato morbosamente attratto dall'est, d'altra parte lo ribadisce anche la denominazione di questo blog, ma ho tuttavia maturato negli anni una sorta di morbosa curiosità per il Sudamerica, che me lo ha sempre fatto da un lato desiderare e allo stesso tempo temere. Così questo viaggio è stato a lungo sognato e sempre rimandato per le più varie ragioni. Già lo scorso anno lo avevo nel mirino, poi i costi indagati e giudicati molto alti rispetto ai miei normali standard, me lo avevano fatto posporre a tempi migliori e mal me ne incolse, ma di questo vi dirò più oltre. Quest'anno non me la sono sentita di continuare a rimandare, d'altra parte il tempo a disposizione diventa sempre più scarso e bisognava alfine decidersi e la sirena di quelle terre lontane e solitarie si faceva sempre più pressante, assieme con la voglia di riempire gli spazi bianchi di quel lato della carta geografica che lasciavano un vuoto sconfortante in quella parte del planisfero. 

Così ci siamo finalmente decisi e dopo aver a lungo ragionato, impressionati da proposte condite da prezzi decisamente al di fuori della mia portata, pur avendo scandagliato tutte le proposte locali alla ricerca di un aiuto, che come dovevo supporre in questi casi non può essere consono alle mie esigenze, abbiamo deciso di lavorare su un viaggio completamente fai da te, come si dice ahiahiahi. In realtà come sempre le cose sono molto più semplici di quanto si suppone, dato che si tratta di una parte di mondo che comunque vive e ragiona "all'occidentale", parla lingue comprensibili e ha modi di vita comuni a noi; il fatto è che non abbiamo più tanta voglia di sbatterci e in effetti preparare un viaggio è fatica, specialmente uno come questo, d'altra parte è proprio per questo che le agenzie se devono lavorare al posto vostro devono farsi pagare. Comunque diciamo che lo sbattone per partire a novembre è cominciato già dal mese di luglio, considerando che itinerari e idee di base erano già sulla carta dallo scorso anno. L'idea comunque era quella di fare un viaggio patagonico, che comprendesse la parte sud dell'America latina, abbastanza completamente, vedendo quasi tutti i luoghi fondamentali ed iconici dell'area, visto che è molto probabile, considerata l'anagrafe che da quelle parti difficilmente ci si ritornerà. 

Subito ho visto che difficilmente si riesce a farlo, pur per sommi capi e tralasciando con mestizia, punti importanti, in meno di quattro settimane, ipotesi, già questa che ormai non viene più presa in considerazione da nessun viaggio organizzato. Dunque il mio progetto patagonico ha preso le mosse da una idea circolare, la più tecnicamente logica possibile che portasse a coprire tutti i punti topici che alimentavano le mie fantasie, formatesi in letture, racconti di viaggiatori incalliti e scorribande sul web che fossero consone il più possibile al progetto di cui vi ho fatto cenno. Operazione questa che dovrebbe essere alla base di tutte le programmazioni di coloro che viaggiano alla mia maniera. Questo naturalmente, scandito dai vari condizionamenti tecnici ed economici dovuti alle situazioni contingenti, ad esempio le varie offerte di voli e di destinazioni. Dopo lungo studio sono arrivato a tracciare la seguente traccia. Con un volo combinato via San Paolo, sono arrivato direttamente alle cascate di Iguaçu, con puntata di un giorno nel vicino Paraguay, per poi spostarmi nella zona di Bariloce, la Svizzera del Sudamerica. Di qui effettuare la prima traversata andina attraverso laghi e foreste di montagna per arrivare al Pacifico a Puerto Montt e alla verde isola di Chiloè. La tappa successiva in aereo ci porta a Puerto Natales di fronte agli immensi ghiacciai patagonici e all'area mitica delle Torri del Paines. 

Quindi viene il momento del secondo attraversamento andino che ci riporta sul versante est questa volta in bus fino a El Calafate, dove la presenza del ghiacciaio Perito Moreno e del lago Argentino rappresentano uno dei clou dell'intero viaggio, senza naturalmente mancare una puntata a nord fino a El Chalten, la terra del Cerro Torre e del Fritz Roy, con le reminiscenze di italianità che queste cime portano con sé. Un ulteriore balzo ci porta alla terra del Fuoco, la mitica Ushuaia della fin del mundo e del canale di Beagle, che infiamma l'immaginazione solo a nominarla. Di qui non si può che risalire, sostando naturalmente nella penisola di Valdez, uno dei luoghi più interessanti per conformazione, isolamento e vita naturalistica. Finalmente poi sarà l'ora di arrivare nella capitale, Buenos Aires la tanguera e non solo, per fare le ultime considerazioni culturali e sociali di questa terra lontana. Dato che non puoi considerare questo paese a livello esclusivamente nazionale, già che sei arrivato fin qui, bisogna dare un'occhiata anche al di là del grande estuario e fermarti un attimo anche almeno a Montevideo, la capitale gemella  che le sta di fronte, riuscendo grazie a contatti locali a riuscire anche a toccarla dall'interno in maniera un poco più profonda. ed ecco qua che le quattro settimane sono belle e che passate e ti ritrovi a casa che il Natale già incombe, dopo aver toccato addirittura cinque stati: Brasile, Paraguay, Argentina, Cile e Uruguay. 

Una bella cavalcata che naturalmente avrebbe richiesto almeno qualche giorno in più per essere più completa ed accurata, ma come sempre tutto non si può avere. Un giro che mi ha chiarito molte idee, lasciandone altre più confuse ancora, con molte sorprese, alternando entusiasmi infiniti a qualche piccola delusione, sfatando come sempre accade i soliti pregiudizi che ti porti dietro e facendoti rimanere affascinato dalle bellezze che non ti aspettavi. Ribadisco comunque che si tratta di un viaggio impegnativo da organizzare in totale autonomia, in quanto dovendo prenotare in anticipo, soprattutto per avere buoni prezzi, sia gli aerei che gli hotel e trattandosi di un itinerario che presuppone comunque molti spostamenti interni, date le distanze, bisogna lavorarci parecchio cercando di valutare bene quanti giorni dedicare ad ognuna delle molte tappe e tenendo sempre presente la logistica degli spostamenti, la facilità degli stessi e soprattutto lasciando qualche spazio per gli eventuali imprevisti. Io sono partito dai voli internazionali, scegliendo giorni e itinerario più conveniente e poi ho pensato al quanto dedicare ad ogni luogo in base alle cose da vedere ed ai miei specifici interessi, infine sono passato a cercare i pernottamenti scegliendo soprattutto in base al loro posizionamento e ovviamente al costo. Non ho prenotato nessuna escursione, spaventato soprattutto dai costi e valutando che in novembre non ci dovesse essere un pienone tale di turisti da farmi avere dei problemi. Anche la decisione di scelta tra taxi, escursioni pronte e affitto macchina le ho lasciate da decidere sul posto ed è stata una buona decisione. 

Tuttavia la conclusione finale di tutto ciò è che, come speravo, il viaggio non ha presentato difficoltà organizzative ed è stato tutto sommato semplice, ma il punto dolente è che è stato oltraggiosamente, ingiustificatamente, incomprensibilmente caro. Il più caro della mia vita. E pensare che lo avevo rinviato a quest'anno perché nel 2023 i  livelli di prezzo mi sembravano troppo elevati e così ho finito di spendere almeno  un terzo  in più delle spese sul posto, così che, al di là dell'interesse intrinseco e della bellezza assoluta che mi ha appassionato e per la quale tornerei, in questo momento sono portato a sconsigliare questa meta, almeno fino a quando perdurerà questa situazione. In ultima analisi il combinato disposto di quanto è accaduto in questo paese e mi riferisco all'Argentina in questo ultimo anno, ha provocato un forte aumento dei prezzi interni dovuti ad una elevatissima inflazione e contemporaneamente, le politiche economiche del governo (tagli enormi alla spesa pubblica, tassazione aumentata e licenziamenti di massa) hanno portato a consolidare la posizione internazionale del paese, così da far diminuire considerevolmente il cambio Peso/Dollaro (da circa 1 contro 1500 a 1 contro 1000, quindi con ulteriore aumento dei costi per il turista. Se a questo si aggiunge l'aumento di tasse proprio sul turismo (ad Ushuaia, tutti i negozi esibivano cartelli che chiedevano al governo uno stop a queste imposte che stanno danneggiando pesantemente gli arrivi da tutto il mondo) si arriva a prezzi senza senso a cui tuttavia devi sottostare, in quanto non è che hai già speso un botto per arrivare fino là e poi rinunci ad una escursione perché costa esageratamente. Va beh, comunque quel che è fatto è fatto ed in ogni caso cerchiamo di valutare solo gli aspetti positivi del giro e sono stati davvero molti. I soldi d'altra parte non danno la felicità. 

Penisola di Valdez - Coppia di leoni marini


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martedì 17 dicembre 2024

Caucaso 37 - 75 Motivi +1 per andare nel Caucaso

Ushguli . Georgia - maggio 2024

 

A conclusione del giro di sensazioni che spero di essere riuscito a trasmettervi sul Caucaso entrando un po' più a fondo nei suoi aspetti storici, naturalistici e culturali, mentre penso che tra le righe sia passato il sottile e pervasivo desiderio di riuscire un giorno a visitare anche tutte le altre zone che, per varie motivazioni, soprattutto logistiche, ho dovuto forzatamente tralasciare e che indubbiamente  valgono la pena di essere più a fondo indagate, stimolandovi comunque al viaggio, vorrei fare, come al solito, un piccolo elenco di cose imperdibili di questo paese o che, se la volete mettere giù in altro modo, valgono la pena di sobbarcarsi le ore di volo che sono necessarie a raggiungere quella terra non così lontana nello spazio, ma così differente ed intrigante.

  • Arrivare all'alba a Tbilisi cogliendo la città addormentata
  • Fare colazione in un piccolo caffè turco apprezzando i dolcetti tradizionali
  • Camminare nel quartiere georgiano apprezzando le costruzioni storiche
  • Rifare la colazione all'ostello Fabrika tra frikkettoni e lusso incombente
  • Guardare un panettiere che mette le forme di pane nel forno tradizionale e le estrae calde e fragranti e mangiarne un pezzo
  • Ammirare i bovindi e i balconi in legno tradizionali delle case più antiche
  • Guardare le acque limacciose e tumultuanti del fiume Kura dalle mura della città
  • Guardare all'insù per apprezzare meglio la cupola dorata della cattedrale nel quartiere armeno
  • Bere un bicchiere di Kidzmarauli profumato e sorridere alle belle ragazze con le coroncine di rose che visitano la chiesa di Metheki
  • Spaziare sulla città dall'alto del castello e della cittadella sotto la statua della madre Georgia
  • Scendere il canon che porta alle antiche terme ammirando gli arabeschi della facciata
  • Mangiarsi un gelato al vino nel tunnel del mercato dopo aver visto chiese e sinagoghe
  • Mangiare khinkali e khachapuri in una trattoria con un calice di vino bianco
  • Visitare il santuario di Santa Nino e assistere all'adorazione della sua tomba da parte dei fedeli
  • Degustare vini e chacha in una cantina di un allegro produttore di Sighnaghi
  • Bere un succo di melagrana spaziando dalle mura sulla valle del Kakheti
  • Aggirarsi nella fortezza di Anamuri tra torri e chiese
  • Stupirsi davanti all'incontro di due fiumi Aragvi che non vogliono mescolare le loro acque
  • Superare alti passi innevati per arrivare al confine con l'Inguscezia
  • Rimanere a bocca aperta davanti alla chiesa della Trinità di Girgeti dietro il massiccio del Khazbek
  • Mangiare il più buon pane del mondo in una trattoria di Stepantsminda
  • Camminare sulle lunghe mura della fortezza di Rabati visitandone il ricco museo
  • Perdersi tra le grotte della città sotterranea di Vardzia
  • Cercare di individuare gli affreschi sbiaditi che raccontano la grandezza della regina Tamara
  • Percorrere le valli solitarie e nascoste dello Javakheti per arrivare a Kutaisi
  • Camminare sul selciato del centro storico bagnato di pioggia  tra vecchie case e ristorantini accattivanti
  • Visitare la bella città tra chiese antiche, mercati e parchi
  • Sgranocchiare una churchkhela mentre si passeggia sul lungo fiume senza rompersi un dente
  • Visitare il monastero di Gelati anche se i preziosi e famosissimi affreschi sono in restauro
  • Affascinarsi davanti alle foreste infinite che circondano il piccolo monastero fortezza di Motsameta
  • Prendere parte ad una cooking class nell'agriturismo preparando con kla signora Shoreka e poi sbafandosele, ricche badrijani e succulente khacharuri
  • Risalire le valli montagne verso Mestia su una marshrutkha chiacchierando con una turista di Shenzen col traduttore del telefonino
  • Transitare a pochi chilometri dal confine con l'Abkhazia e non poterci entrare
  • Percorrere le strade ed i sentieri tra i paesi più isolati dello Svaneti tra antiche torri e musei contadini
  • Cercare di salirne una e camminare nel fango tra maiali e ghiacciai
  • Suonare la campanella della chiesetta di Ushguli 
  • Guardare stupito le pareti del monte Dzhangi- tau coperte di neve
  • Ammirare nel museo le vecchie foto di Vittorio Sella passato di qui quasi cento anni fa che raccontano la valle quasi uguale ad oggi
  • Scendere dalla montagna al mare fino a Batumi, la sedicente Dubai georgiana
  • Percorrere tutta la passeggiata tra improbabili palazzi, finte torri di Pisa e Colossei volenterosi
  • Commuoversi davanti al monumento all'amore di Ali e di Nino
  • Percorrere le spettacolari grotte di Prometeo
  • Entrare nel recinto dell'imponente monastero di Mtskheta alla ricerca della tunica di Gesù
  • Guardarlo anche dall'alto della collina cercando di non farsi portare via dal vento che soffia tra gli androni del piccolo monastero
  • Prendere il treno notturno che ti porterà da Tbilisi e Yerevan senza sbagliare binario
  • Aprire il finestrino all'alba a trovarsi di fronte allo spettacolo del monte Ararat incappucciato di neve rosata
  • Girare per il centro di Yerevan risalendo la gradinata della Cascade e apprezzandone le opere d'arte esposte
  • Girare per il GUM cercando di resistere all'acquisto compulsivo di frutta secca, fragole, ciliegie e formaggi
  • Guardare le rovine di Erebuni e il suo museo imparando la storia antica armena
  • Sedersi tra le rose del giardino della moschea blu respirando aria di pace
  • Rimanere attoniti davanti alla perfezione del tempio di Garni
  • Percorrere la strada sotto la volta naturale di basalto nero della Sinfonia delle pietre
  • Stupirsi davanti al fondovalle di pietra rossa che circonda il monastero di Novarank
  • Meravigliarsi davanti alla bellezza delle antiche khrachkhar scolpite nella pietra
  • Spiare il confine turco dal monastero di Khor Virap con lo sfondo dell'Ararat
  • Stupirsi davanti alla sfilata dei pali della luce con in cima i grandi nidi delle cicogne
  • Percorrere il Vorotan pass e gli spazi infiniti degli altipiani che portano alla Persia
  • Camminare tra gli inquietanti menhir bucati del sito di Zorats Karer
  • Osservare gli strapiombi della valle dalla funivia del Tatev per arrivare al monastero 
  • Scavallare il solitario passo di Selim e prendere il caffè davanti al caravanserraglio di Orbelliani, immaginando che qui sia passato Marco Polo
  • Stupirsi della bellezza del lago Sevan tra le croci antichissime del cimitero di Noraduz
  • Guardare l'arcobaleno sul lago dopo la pioggia dalla collina della penisoletta del monastero di Sevanavank
  • Trascorrere una sera tra le vecchie case di Dilijan
  • Godersi la sfilata di monasteri lungo la valle che scende verso Debed
  • Bere una chacha da 62° distillata da un insegnate in pensione che non ti lascia più andare via
  • Percorrere tutta la valle dei villaggi dei Molokhans discendenti dei deportati russi 
  • Conoscere l'archeologia industriale delle miniere abbandonate di Alaverdi
  • Godersi il centro di Gyumri con le sue bellissime case di tufo nero
  • Visitare gallerie d'arte e la cattedrale ricostruita dopo il terremoto
  • Mangiarsi un paio di deliziosi ponchik sulla piazza principale
  • Ammirare ancora una volta la città dal castello nero
  • Aggirarsi tra i giardini e le costruzioni del Vaticano armeno a Echmyadzin
  • Ritornare a Yerevan per visitare i quartieri non ancora visti e brindare visitando la storica fabbrica del brandy Ararat
  • Visitare con grande commozione il museo del genocidio sulla cima della collina e guardare per l'ultima volta la città dall'alto
  • Gustarsi ancora il meraviglioso e ricchissimo museo della storia dell'Armenia 
  • Assistere ad una festa in costume di tutte le regioni del paese

ed infine
 
  • Dare l'addio a Yerevan dopo avere finalmente mangiato la colossale fetta di torta millefoglie del famoso ristorante Lavash.



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7 -  Kazbegi

lunedì 16 dicembre 2024

Caucaso 36 - Come andare

Georgia - grotta di Prometeo - maggio 2024

 

Cittadella di Tbilisi

La preparazione di un viaggio nel Caucaso, secondo me non presenta particolari difficoltà. E' una meta vicina, dove le comunicazioni non sono problematiche, dalle abitudini prossime a quelle europee e tutto sommato a basso costo anche per un paese il cui potere d'acquisto è in continuo calo, come il nostro. Naturalmente a parte la situazione geopolitica al momento in bilico, in particolare in Georgia, che potrebbe anche avere bruschi mutamenti in tempi veloci e che quindi deve essere monitorata durante la programmazione, senza tuttavia fasciarsi troppo la testa in quanto le notizie che arrivano sono sempre ampliate anche troppo e considerando che fin che non si spara per le strade, i paesi sono abbastanza sicuri e visitabili. Intanto arrivarci in aereo è piuttosto agevole per quanto riguarda i prezzi, approfittando delle varie low cost che propongono voli nelle varie capitali attorno ai 50 Euro a tratta e anche meno, basta approfittare delle occasioni monitorando i vari siti. Solo Baku, al momento mi sembra penalizzata, ma le cose possono mutare rapidamente. Certo si è sottoposti alle varie tagliole di queste compagnie ballerine che possono sballare tutto cambiando orari o annullando voli, ma comunque meno male che ci sono. Poi bisogna preparare itinerari confacenti alla situazione, come ho detto in continuo divenire. Ad esempio al momento mi sembra ci siano problemi a unire Azerbaijan e Georgia e men che meno Armenia. 

Tbilisi Chiesa armena

Per l'Abkhazia, bisogna richiedere speciali permessi, come vi ho detto da parte di qualcuno del posto, almeno un paio di mesi prima, mentre per l'Ossezia. al momento non c'è possibilità di accesso da sud e anche il Nagorno Kharabagh, che per la verità ormai non esiste più, è ugualmente chiuso e impercorribile. La parte nord del Caucaso poi, è tutto territorio russo e al momento è piuttosto complicato da organizzare se non partendo da Mosca o arrivandoci coi propri mezzi e traversando il Caucaso ad esempio al valico di Vladikavkaz, raggiungendo così l'Inguscezia e da lì procedere nelle altre repubblichette parzialmente autonome. Quindi per chi se la sente c'è anche la via di terra dall'Italia, che implica tempi lunghi, ma durante il nostro giro abbiamo incontrato un sacco di gente che ha percorso la via greco-turca, attraversando il confine georgiano per poi percorrere coi propri mezzi magnifici itinerari, quando non proseguire in Russia per arrivare ad altre più lontane mete, ma qui si tratta di viaggi di lungo corso che implicano disponibilità e tempistiche diverse, se pur fattibilissimi e che io per primo sognerei di fare. Per i tempi direi che da due a tre settimane consentono di avere una buona visione di Armenia e Georgia; per l'Azerbaijan calcolate almeno una settimana in più. Spostarsi nei diversi paesi presenta molte soluzioni, incluso l'affitto dell'auto molto comodo ed economico. 

Se invece vi appoggiate a qualcuno o decidete di spostarvi in autonomia ci sono diverse possibilità. Il più economico naturalmente è quello dei mezzi pubblici con le marshrutkhe, minibus da circa 15 posti che collegano ogni punto dei paesi, sono frequenti, ma naturalmente impediscono di fermarsi a vedere cose durante il percorso. E' la classica soluzione da backpackers giovani o finti tali, con tutti i suoi vantaggi e svantaggi, tuttavia in molti casi utilissima. In città o nelle vicinanze ci sono i taxi o la versione locale di Uber che si chiama Yandex, scaricate l'app, molto economici, in alcuni casi se siete in quattro concorrenziali con la metro o i bus cittadini. Poi c'è la soluzione più comoda ma cara della macchina con autista con cui concordare un itinerario personalizzato. Anche qui bene se potete dividere i costi, ma siamo sempre tra i 50 e i 100 $ al giorno. Certamente però è il sistema con cui si vede di più e si evitano le perdite di tempo, per cui se fate un conto preciso che tenga conto anche dei giorni effettivi che si vanno a risparmiare, è un modo ragionevolmente concorrenziale. Tra Georgia e Armenia, il consiglio è quello di passare in treno, comodo ed economico, che consente anche di guadagnare una notte di albergo. Rimangono da decidere le soluzioni abitative. Come ovvio ci sono alberghi di tutti i livelli, ma anche i 2/3 stelle sono generalmente ottimi con prezzi assolutamente abbordabili. 

Basalti a canne d'organo

Al momento vanno anche molto gli appartamenti, anche per una notte, che hanno prezzi ancora inferiori e che funzionano un po' come gli Airbnb, naturalmente non presidiati, quindi con qualche problema logistico in più. Sotto c'è ancora una vasta scelta di ostelli con sistemazioni più precarie. Per mangiare, molte opzioni offrono la colazione; per il pranzo, al fine di ottimizzare i tempi, suggerirei le molte soluzioni offerte dai cibi di strada presentissimi nei vari mercati che troverete per le vie della città o le moltissime food court che sono sorte lungo le strade di comunicazione. Alla sera vasta scelta di ristoranti per tutte le tasche. Per l'organizzazione generale del viaggio non rimane che seguire le vostre esigenze. Certo se non volete sbattervi e lavorarci su smanettando su internet per un bel po', rimane l'agenzia tradizionale sotto casa, che ovviamente ha viaggi standard e ha logicamente i suoi costi e che oggi offrono generalmente viaggi dalla settimana ai 10 giorni tutto compreso, oppure dell'agenzia in loco che generalmente è più disposta a offrirvi tour tailor made, dopo che gli avete descritto le vostre esigenze ed i vostri punti imperdibili da inserire nel giro. Io come vi ho detto mi sono affidato all'amico Gianluca, armeno di adozione e grande conoscitore del Caucaso e non solo, sia dal punto di vista storico-culturale che turistico, che vi consiglio caldamente (Le coordinate  per contattarlo sono: https://www.facebook.com/gianluca.alex.proietto - Gianluca Proietto  e Su Istagram: Haikmedia. Poi rimane il fai da te completo, fattibilissimo naturalmente ora che con i vari supporti telematici, si può investigare, fissare, prenotare qualunque cosa e dovunque in giro per il mondo. Altri suggerimenti generici non ne ho, salvo che augurarvi un buon viaggio in questa interessantissima parte di mondo.

Al confine russo


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domenica 15 dicembre 2024

Caucaso 35 - Ma cosa si mangia?

Formaggi - Caucaso - maggio 2024


Plof

Eccoci dunque a questo appuntamento che non manca mai nel mio esame delle varie particolarità dei diversi paese che ho l'opportunità di vedere. La cucina, checché se ne dica è parte della cultura di un popolo e contribuisce a rappresentarla secondo il suo particolare punto di vista, questo è almeno, il mio pensiero e quindi passiamo a parlare, anche se solo superficialmente, di questo aspetto di questa terra. Intanto partiamo subito sottolineando il fatto che qui si mangia molto e con una serie di piatti vicino alla nostra sensibilità. E' un tipo di cucina ricco e calorico che certamente non ci dispiacerà assolutamente, insomma non patirete la fame da questa parte. Naturalmente data la posizione geografica, questa cucina è stata fortemente influenzata dagli ingombranti vicini, per cui possiamo anche definirla come un mélange particolarmente ben riuscito delle cucine ottomane, slave e persiane, con la presenza dei profumi di spezia che arrivano dall'oriente, la ricchezza delle carni tipica della cultura pastorale e le raffinatezze culinarie degli imperi di cui vi ho appena fatto cenno, grazie anche alla grande varietà di prodotti che questa terra dai tanti climi riesce a produrre. Un'altra caratteristica deriva dal fatto che essendo queta area popolata da un numero molto grande di differenti etnie assai orgogliose della loro specificità e delle loro diversità, vanta una enorme varietà di piatti che potremmo dire regionali, insomma cucine che ambiscono a considerarsi diverse e distinte tra di loro. 

Costine

Badate che nella realtà molto spesso i piatti hanno solamente nomi diversi da paese a paese, presentando solamente piccole varianti tra di loro, ma che riconoscerete immediatamente anche se vi trovate in paesi o regioni diverse. Naturalmente non ditelo ai locali che ovviamente amano sentirsi decisamente distinti dal loro vicino, come è giusto del resto che sia. Comunque qui non starò a farvi una disamina dei più importanti piatti tradizionali del Caucaso, perché è molto probabile che transitandoci da turista non avrete possibilità di provarli o di trovarli sulla vostra strada, ma piuttosto vi darò un ventaglio di quello che probabilmente vi capiterà di mangiare da quelle parti. Intanto sappiate che nel Caucaso si mangia molto, in tutti i tre pasti principali e anche le porzioni sono generalmente abbondanti, quindi regolatevi nelle ordinazioni nei ristoranti. In ogni caso abbonda la carne e quasi sempre il formaggio è presente in moltissime preparazioni. Per i viaggiatori che si troveranno spesso a cercare soluzioni lungo la strada, sappiate che su tutte le vie di grandi percorrenza sono nate delle Food Court, molto comode in quanto vi troverete davanti a banconi spesso self service dove avrete solo l'imbarazzo della scelta, con la comodità di vedere quello che offre il locale. Di solito la scelta è piuttosto ricca. Alla sera, specie in città, l'offerta è di ristoranti di ogni livello di prezzo, con abbondanza di cucina turca o di altre provenienze oltre a locali tipicamente armeni o georgiani. 

Badrijani

Nei mercati di solito c'è sempre una sezione di bancarelle alimentari dove poter fare ottimi spuntini, senza perdere tempo in ristorante. Se vi troverete in qualche casa privata o agriturismo, possibilità che suggerisco caldamente, potrete invece trovarvi di fronte ad una vera cucina casalinga, con prodotti fatti in casa da sperimentare a partire dai distillati e dal vino. Partiamo dalla colazione che nella tradizione prevede anche molto salato (formaggio, insaccati, panna acida, verdure di stagione come pomodori e gli onnipresenti nella cultura slava, i cetrioli). Tuttavia in città si sta diffondendo la colazione all'occidentale per cui in molti locali troverete caffè, caffelatte, cappuccino e la pasticceria alla francese, peraltro più cara che in Europa, ma è giusto così, quando la moda impone. Se riuscite invece non perdetevi i bomboloni detti Ponchik, assolutamente squisiti, a Gyumri c'è addirittura una catena specializzata. Tra gli antipasti sono imperdibili i Badrijani, involtini di melanzane ripieni di una cremina ottenuta pestando assieme noci, aglio, aceto, olio e spezie locali. Gli stessi si possono fare anche utilizzando peperoni, pomodori e altre verdure. L'altra salsa classica è l'Ajika (che viene dall'Abkhazia), un pesto molto piccante con molto peperoncino e altre spezie, in varianti rossa e verde, da servire con carni e verdure. Un'altra è la Tkhemali, a base di prugne acide anche questa rossa e verde, una sorta di chutney, da servire con patatine, e carni alla griglia. 

Dolma

Un altro classico è costituito dai Dolma, involtini in foglie di vite ripieni di carne, tipici della derivazione ottomana e presenti n tutta l'area. Come ho detto il formaggio è onnipresente, se pure in poche varietà. Ne abbiamo di vaccino, ma anche di capra e di bufala. Il più comune è il Sulguni un formaggio fresco ed elastico dal sapore leggermente acidulo che si utilizza moltissimo in varie preparazioni e ricette grazie alla sua versatilità, come nel Elarji, una sorta di porridge con farina di mais, Il Nadugi, dove si mescola con altri formaggi, ricotta e altri, Gebzhalia, con aglio e menta servito con polenta, Chvishtari, fritto in padella con mais, uova e latte, tipico dello Svaneti. Molto usato con i funghi, con le cappelle ripiene e passate in forno. Abbiamo poi l'Imeruli con cui si alterna e si mescola, dalla consistenza più soda e dal sapore più deciso. Naturalmente l'uso più frequente è quello nella Khachapuri, il piatto emblema della Georgia, una specie di pizza o meglio di calzone, fatto di pasta ripieno di formaggio, su cui viene messo un uovo che verrà poi mescolato al formaggio direttamente nel piatto quando questo si sarà fuso. Ne esistono infinite varianti, come la Imeruli da spennellare di burro appena uscita dal forno, alla Svanetian, tonda  con cipollotto, alla Acharuli, a forma di gondola, al burro e con l'uovo all'occhio, alla Gurian, a mezzaluna con l'uovo sodo, servito a Natale come buon auspicio, alla Megruli, piccola e tonda ripiena di formaggio, tipico snack da strada, alla Mokhrakhuli, tonda e fritta in padella. 

Khachapuri

Comunque certamente un piatto che vi conquisterà e se siete esperti di pizza, vorrete sicuramente riprodurre una volta tornati a casa. Nei primi il piatto principe sono i Khinkali, la tipica pasta ripiena (che in Russia sono chiamati Pelmeni), con ripieni vari dalla carne (manzo, maiale, montone) a quello che la fantasia della padrona di casa suggerisce, come quelli di magro diremmo noi, con formaggio e verdure, patate e funghi. Sono  piuttosto grandi, si ordinano a numero infatti, con la pasta spessa, formati a sacchettino con la chiusura a ciuffetto in alto, dove si afferrano per portarli alla bocca e che non si mangia e si lascia sul piatto, generalmente fatti in brodo e serviti senza sugo ma con una spolverata di pepe. La differenza sostanziale rispetto alle nostre paste ripiene è che le carni utilizzate non sono precotte. Attenzione che mordendoci dentro, il contenuto che ha anche una certa quantità di brodo bollente all'interno, vi scoppia col morso ustionandovi la faccia e inzaccherandovi completamente. In Armenia ricordo poi le Arishta, una specie di fettuccine servite al burro anche come contorno e soprattutto il Plof (o Plov) il riso pieno di ogni cosa, dalla carne all'uvetta, che viene a lungo rimestato in un grande calderone, di tradizione turcomanna e che si trova in tutta l'Asia centrale. Molte le zuppe tutte piuttosto pepate e speziate come il Kharsho, molto saporita e agliacea. Un bouquet di spezie tipiche (Khmeli sumeli) è costituito da basilico, fieno greco, calendula, coriandolo, alloro, peperoncino, prezzemolo, menta e finocchietto, ma ognuno ha le sue. 

Pollo

In Armenia ho provato anche un'ottima minestra di farro e un altro piatto interessante, la Ghapama, servita all'interno di una zucca svuotata e ripiena di riso, uvetta e spezie (piatto mi dicono natalizio). Ci sono altre zuppe e creme che provengono dai vari stufati, ma ogni regione ha le sue (Chikhirtma, Skhmeruli, Chakhokhbili). Molto usato in queste preparazioni il pollo. Tra questi stufati frequente anche quello di fagioli rossi (Lobo). C'è poi tutta la categoria dei brasati (Chachushuli) cucinati per ore in terracotta, sia di ogni tipo di carne che di verdure. Tralascio volutamente il capitolo interiora presenti massicciamente, dato che io non le amo assolutamente. Ma il piatto principe della cucina caucasica è la griglia che difficilmente manca in un banchetto e che comprende ogni tipo di carne (pollo, manzo, maiale, montone e pesce, ottime le trote di lago). Naturalmente in tagli classici o nei famosi spiedini della tradizione centro asiatica che qui si chiameranno Mtsvadi in Georgia e Khorovats in Armenia (così come saranno Suvlaki in Grecia, Shashlik in Russia, Shish Kebab in Turchia, Raznijci nella penisola balcanica), naturalmente serviti anche come impasto di carne tritata e speziata avvolta attorno agli spiedini (i Kofta iraniani). Attenzione che la carne viene sottoposta ad una marinatura di almeno un giorno con olio, limone o aceto, aglio, cipolla, erbe odorose, succo di melagrane e altro. 

Churchkhela
I dessert invece sono un po' troppo dolci per i nostri gusti (Lokhum, Halva, Bakhlava); ci sono torroni, croccanti (Gozinakhi) e paste ripiene sempre a base di miele e di frutta secca che è la vera ricchezza del Caucaso, in particolare le albicocche che proprio qui sono nate, si dice le più dolci e buone del mondo e poi uvetta, meloni, melagrane, ciliegie, fichi, frutti di bosco e noci, nocciole e così via. Una cosa molto tipica, Soujuk in Armenia e Churchkhela in Georgia sono i serti di frutta secca legati con una cordicella su cui viene colata una melassa di frutta che solidificando, forma dei bastoncini da sgranocchiare. In Georgia abbiamo anche il Pelamushi una gelatina dolce fatta col Badaji, succo d'uva concentrato, ingrediente molto usato nei dolciumi. Il Gata poi, è un pan dolce armeno a base di farina, latte, panna e uova. Il pane è del tutto particolare ed imperdibile, fatto sul momento è delizioso caldo, lo trovate nelle apposite panetterie, fatto come una spessa pasta da pizza e incollato all'interno di forni circolari che lo rendono particolarmente croccante. Un tipo a parte è il Lavash armeno, fatto nello stesso modo ma più sottile e friabile. Per bere troverete sempre acqua imbottigliata e bevande gasate classiche, e anche cose a base di yogurt allungato con acqua, il Tah (tipo Lassi indiano a chi piace). Abbiamo poi thé e caffè sempre servito alla turca, denso e forte, sebbene si stia diffondendo l'espresso. Un capitolo a parte va dedicato al vino che in entrambi i paesi rappresenta un'eccellenza dalla grande tradizione. 

Distillati casalinghi

Non mancate di fare qualche degustazione in cantine private che vi faranno provare i vari vini prodotti in casa inclusi quelli fatti secondo tradizione col metodo storico degli orci di terracotta interrati detti Kvevri, dove il prodotto viene lasciato ad invecchiare per diversi mesi. Li troverete generalmente robusti e con decisa personalità, ma con caratteristiche e bouquet sorprendenti e ricchissimi. Alcuni sono molto indicati per la cucina locale le carni e i loro piatti dai sapori decisi, come quelli provenienti dalla varietà Saperavi, poi i bianchi da uve Rkatsiteli più secchi o Mtsvanealtri molto fruttati.

Frutta secca

Infine vini  decisamente abboccati, da uve passite o con raccolta tardiva, che possono essere validi da bere fuori pasto magari con un dolcetto. In ogni caso una esperienza gustativa da non perdere assolutamente trattandosi di una enologia, anche a livello storico, di grandissimo interesse. Infine i distillati, che comprendono la georgiana Chacha, una grappa fatta in casa, proveniente da vinacce ma anche da ogni tipo di frutta, che va dai 40 ai 60° o più, che in ogni casa di campagna viene prodotta e che chi vi riceve non mancherà di proporvi e naturalmente il Brandy, grande tradizione caucasica che durante tutto il periodo sovietico, senza alcun tipo di remora veniva denominato Koniak. Anche qui vasta tradizione di produzione casalinga che troverete in vendita in raccogliticce bottiglie di plastica anche in tutti i mercati di città. Su tutti naturalmente la eccelsa qualità del marchio Ararat, ora acquistato da un brand del lusso francese, che presenta prodotti di assoluto livello internazionale con invecchiamenti da un minimo di 3 anni, fino a 50, ovviamente di prezzo congruo. Una degustazione nella fabbrica di Yerevan come vi ho raccontato a suo tempo, è. direi, obbligatoria. E a questo punto, buon appetito.

Ararat 12 anni




Pane
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