Ghiacciaio Perito Moreno - Patagonia - novembre 2024 |
Tornato, ormai da quasi tre settimane, un tempo sufficiente a sedimentare le emozioni direi. Così, complice il fatto di aver terminato la disamina del viaggio di primavera ed aver esaurito gli infiniti compiti sociali prenatalizi, è ora di concentrarmi con questo approccio che, dopo tanti anni ho avuto finalmente con il cono a sud del mondo, quella terra così lontana da essere identificata anche come la fin del mundo, così estranea al mondo in generale, da avere sempre contato poco negli eventi geopolitici del pianeta, una parte marginale forse, eppure così fascinosa ed attraente. Io, lo sapete sono sempre stato morbosamente attratto dall'est, d'altra parte lo ribadisce anche la denominazione di questo blog, ma ho tuttavia maturato negli anni una sorta di morbosa curiosità per il Sudamerica, che me lo ha sempre fatto da un lato desiderare e allo stesso tempo temere. Così questo viaggio è stato a lungo sognato e sempre rimandato per le più varie ragioni. Già lo scorso anno lo avevo nel mirino, poi i costi indagati e giudicati molto alti rispetto ai miei normali standard, me lo avevano fatto posporre a tempi migliori e mal me ne incolse, ma di questo vi dirò più oltre. Quest'anno non me la sono sentita di continuare a rimandare, d'altra parte il tempo a disposizione diventa sempre più scarso e bisognava alfine decidersi e la sirena di quelle terre lontane e solitarie si faceva sempre più pressante, assieme con la voglia di riempire gli spazi bianchi di quel lato della carta geografica che lasciavano un vuoto sconfortante in quella parte del planisfero.
Così ci siamo finalmente decisi e dopo aver a lungo ragionato, impressionati da proposte condite da prezzi decisamente al di fuori della mia portata, pur avendo scandagliato tutte le proposte locali alla ricerca di un aiuto, che come dovevo supporre in questi casi non può essere consono alle mie esigenze, abbiamo deciso di lavorare su un viaggio completamente fai da te, come si dice ahiahiahi. In realtà come sempre le cose sono molto più semplici di quanto si suppone, dato che si tratta di una parte di mondo che comunque vive e ragiona "all'occidentale", parla lingue comprensibili e ha modi di vita comuni a noi; il fatto è che non abbiamo più tanta voglia di sbatterci e in effetti preparare un viaggio è fatica, specialmente uno come questo, d'altra parte è proprio per questo che le agenzie se devono lavorare al posto vostro devono farsi pagare. Comunque diciamo che lo sbattone per partire a novembre è cominciato già dal mese di luglio, considerando che itinerari e idee di base erano già sulla carta dallo scorso anno. L'idea comunque era quella di fare un viaggio patagonico, che comprendesse la parte sud dell'America latina, abbastanza completamente, vedendo quasi tutti i luoghi fondamentali ed iconici dell'area, visto che è molto probabile, considerata l'anagrafe che da quelle parti difficilmente ci si ritornerà.
Subito ho visto che difficilmente si riesce a farlo, pur per sommi capi e tralasciando con mestizia, punti importanti, in meno di quattro settimane, ipotesi, già questa che ormai non viene più presa in considerazione da nessun viaggio organizzato. Dunque il mio progetto patagonico ha preso le mosse da una idea circolare, la più tecnicamente logica possibile che portasse a coprire tutti i punti topici che alimentavano le mie fantasie, formatesi in letture, racconti di viaggiatori incalliti e scorribande sul web che fossero consone il più possibile al progetto di cui vi ho fatto cenno. Operazione questa che dovrebbe essere alla base di tutte le programmazioni di coloro che viaggiano alla mia maniera. Questo naturalmente, scandito dai vari condizionamenti tecnici ed economici dovuti alle situazioni contingenti, ad esempio le varie offerte di voli e di destinazioni. Dopo lungo studio sono arrivato a tracciare la seguente traccia. Con un volo combinato via San Paolo, sono arrivato direttamente alle cascate di Iguaçu, con puntata di un giorno nel vicino Paraguay, per poi spostarmi nella zona di Bariloce, la Svizzera del Sudamerica. Di qui effettuare la prima traversata andina attraverso laghi e foreste di montagna per arrivare al Pacifico a Puerto Montt e alla verde isola di Chiloè. La tappa successiva in aereo ci porta a Puerto Natales di fronte agli immensi ghiacciai patagonici e all'area mitica delle Torri del Paines.
Quindi viene il momento del secondo attraversamento andino che ci riporta sul versante est questa volta in bus fino a El Calafate, dove la presenza del ghiacciaio Perito Moreno e del lago Argentino rappresentano uno dei clou dell'intero viaggio, senza naturalmente mancare una puntata a nord fino a El Chalten, la terra del Cerro Torre e del Fritz Roy, con le reminiscenze di italianità che queste cime portano con sé. Un ulteriore balzo ci porta alla terra del Fuoco, la mitica Ushuaia della fin del mundo e del canale di Beagle, che infiamma l'immaginazione solo a nominarla. Di qui non si può che risalire, sostando naturalmente nella penisola di Valdez, uno dei luoghi più interessanti per conformazione, isolamento e vita naturalistica. Finalmente poi sarà l'ora di arrivare nella capitale, Buenos Aires la tanguera e non solo, per fare le ultime considerazioni culturali e sociali di questa terra lontana. Dato che non puoi considerare questo paese a livello esclusivamente nazionale, già che sei arrivato fin qui, bisogna dare un'occhiata anche al di là del grande estuario e fermarti un attimo anche almeno a Montevideo, la capitale gemella che le sta di fronte, riuscendo grazie a contatti locali a riuscire anche a toccarla dall'interno in maniera un poco più profonda. ed ecco qua che le quattro settimane sono belle e che passate e ti ritrovi a casa che il Natale già incombe, dopo aver toccato addirittura cinque stati: Brasile, Paraguay, Argentina, Cile e Uruguay.
Una bella cavalcata che naturalmente avrebbe richiesto almeno qualche giorno in più per essere più completa ed accurata, ma come sempre tutto non si può avere. Un giro che mi ha chiarito molte idee, lasciandone altre più confuse ancora, con molte sorprese, alternando entusiasmi infiniti a qualche piccola delusione, sfatando come sempre accade i soliti pregiudizi che ti porti dietro e facendoti rimanere affascinato dalle bellezze che non ti aspettavi. Ribadisco comunque che si tratta di un viaggio impegnativo da organizzare in totale autonomia, in quanto dovendo prenotare in anticipo, soprattutto per avere buoni prezzi, sia gli aerei che gli hotel e trattandosi di un itinerario che presuppone comunque molti spostamenti interni, date le distanze, bisogna lavorarci parecchio cercando di valutare bene quanti giorni dedicare ad ognuna delle molte tappe e tenendo sempre presente la logistica degli spostamenti, la facilità degli stessi e soprattutto lasciando qualche spazio per gli eventuali imprevisti. Io sono partito dai voli internazionali, scegliendo giorni e itinerario più conveniente e poi ho pensato al quanto dedicare ad ogni luogo in base alle cose da vedere ed ai miei specifici interessi, infine sono passato a cercare i pernottamenti scegliendo soprattutto in base al loro posizionamento e ovviamente al costo. Non ho prenotato nessuna escursione, spaventato soprattutto dai costi e valutando che in novembre non ci dovesse essere un pienone tale di turisti da farmi avere dei problemi. Anche la decisione di scelta tra taxi, escursioni pronte e affitto macchina le ho lasciate da decidere sul posto ed è stata una buona decisione.
Tuttavia la conclusione finale di tutto ciò è che, come speravo, il viaggio non ha presentato difficoltà organizzative ed è stato tutto sommato semplice, ma il punto dolente è che è stato oltraggiosamente, ingiustificatamente, incomprensibilmente caro. Il più caro della mia vita. E pensare che lo avevo rinviato a quest'anno perché nel 2023 i livelli di prezzo mi sembravano troppo elevati e così ho finito di spendere almeno un terzo in più delle spese sul posto, così che, al di là dell'interesse intrinseco e della bellezza assoluta che mi ha appassionato e per la quale tornerei, in questo momento sono portato a sconsigliare questa meta, almeno fino a quando perdurerà questa situazione. In ultima analisi il combinato disposto di quanto è accaduto in questo paese e mi riferisco all'Argentina in questo ultimo anno, ha provocato un forte aumento dei prezzi interni dovuti ad una elevatissima inflazione e contemporaneamente, le politiche economiche del governo (tagli enormi alla spesa pubblica, tassazione aumentata e licenziamenti di massa) hanno portato a consolidare la posizione internazionale del paese, così da far diminuire considerevolmente il cambio Peso/Dollaro (da circa 1 contro 1500 a 1 contro 1000, quindi con ulteriore aumento dei costi per il turista. Se a questo si aggiunge l'aumento di tasse proprio sul turismo (ad Ushuaia, tutti i negozi esibivano cartelli che chiedevano al governo uno stop a queste imposte che stanno danneggiando pesantemente gli arrivi da tutto il mondo) si arriva a prezzi senza senso a cui tuttavia devi sottostare, in quanto non è che hai già speso un botto per arrivare fino là e poi rinunci ad una escursione perché costa esageratamente. Va beh, comunque quel che è fatto è fatto ed in ogni caso cerchiamo di valutare solo gli aspetti positivi del giro e sono stati davvero molti. I soldi d'altra parte non danno la felicità.
Penisola di Valdez - Coppia di leoni marini |