| Shashlik di cammello - Mongolia - giugno 2025 |
Ed ora, eccovi servito il consueto accenno alla cucina locale, che tuttavia, in questo caso, sarà piuttosto scarno, sia perché una settimana non è certo sufficiente per raccogliere bastevoli esperienze in merito, sia anche perché in fondo, la gastronomia mongola non è così ricca come quella dei suoi vicini. In ogni caso bisogna considerare che proprio questa vicinanza, sia alla cucina cinese che a quella russa e a quella dell'Asia centrale, ha avuto qui decisa influenza e molti dei piatti che incontrerete, risalgono a queste matrici. Inoltre bisogna considerare che per le sua situazione climatica, il paese ha a disposizione una scelta di ingredienti molto più limitata rispetto ad altri, quindi decisamente poca verdura e frutta e carenza anche di spezie. Anche la bassa temperatura, presente per molta parte dell'anno ha una notevole influenza sulla preparazione dei piatti che saranno in sostanza prevalentemente composti in massima parte di latticini, carne e grassi. Il cereale di base è l'orzo, che viene utilizzato in minestre ed in varie preparazioni. Si mangia sempre carne, prevalentemente di montone, ma anche di bovino, cammello, cavallo e selvaggina, presenti anche come carne secca. In particolare vi segnalo di porre molta attenzione sul fatto che si mangi la marmotta che ha il problema di veicolare, nelle parti più isolate del paese, la peste bubbonica, che qui rimane comunque endemica. Questo pericolo non è da sottovalutare e sembra che ogni anno, emerga qualche focolaio, nei paesi sperduti nella steppa. La carne si mangia cotta in modo semplice, arrosto o grigliata, ma soprattutto bollita semplicemente o stufata oppure anche all'interno della pasta, come nei buzz, sorta di ravioli simili a quelli tibetani (momo) e russi (pelmeni).
Naturalmente troverete molte zuppe, sempre con carne o con i classici noodles cinesi. Ci sono poi sempre piatti a base di riso con vari condimenti, assimilabili al plof dell'Asia centrale. Naturalmente essendo un paese di nomadi allevatori, la parte del leone è data dai prodotti derivati dal latte dei vari animali. Panna e burro sono molto usati come grassi fondamentali nella maggior parte dei piatti e quest'ultimo in particolare viene utilizzato nella preparazione del tè nello stile tibetano, molto salato e dispensatore di abbondanti calorie per sopportare il freddo. Quindi oltre al prodotto finale, il formaggio e il latte cagliato secco, c'è una grande varietà di prodotti intermedi, in particolare di fermentati, tra i quali, diverse tipologie di yogurt e di kefir. C'è addirittura un liquore prodotto dal latte, lo Shimiin Arkhi. Un cenno particolare va dato all'airan, latte di cavalla fermentato, che è la bevanda nazionale. Di tutte queste cose troverete varia offerta nell'attraversare il paese, dove forzatamente vi fermerete presso le soluzioni locali di gher oggi adibite dai nomadi al servizio turistico, mentre nella capitale, troverete soprattutto offerta di proposte all'occidentale. Si trova dovunque birra discreta anche locale, mentre il liquore più diffuso è la vodka. Per le colazioni, anche in giro per il paese, vengono di solito servite delle uova. Direi che non c'è molto altro da dire, salvo che, specialmente traversando il paese, occorre porre una certa attenzione alle norme igieniche di base, che tra i nomadi, per ovvie necessità pratiche, sono piuttosto vaghe. Quindi sempre acqua in bottiglia, che viene sempre fornita dai servizi turistici e che comunque si trova dappertutto. In sostanza confermo che non si viene in questo paese per la sua cultura gastronomica e visto che non c'è molto altro da dire, chiuderei qui la questione.
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
Nessun commento:
Posta un commento