venerdì 28 febbraio 2020

Cina Taiwan 60 - Tainan


I 10.000 buddha

Altare confuciano
Forse abbiamo fatto un piccolo errore di valutazione, nel volercela beccare tutta a piedi, tuttavia il fatto che la giornata è girata al bello, non fa neanche freddo e così puoi dare un'occhiata più da vicino alla città, ci ha convinto a cominciare a camminare verso il centro. Sono un po' più di quattro chilometri però, considerando anche qualche frequente sbaglio di direzione, le strade a reticolato sembrano tutte uguali, alla fine saranno più di cinque e insomma, per me è già un po' di più di una passeggiata, affardellato poi dallo zainetto delle macchine foto. Va beh, intanto la città ti dà una sensazione piuttosto ariosa, di spazi aperti che le strade molto larghe ti sanno sempre dare, anzi qui il traffico si disperde abbastanza. Ci sono molti palazzi nuovi ma anche tanta roba un po' più malandata, anche se qui lo sviluppo sembra datarsi un po' dopo a quello di Taipei. La cosa piacevole invece è che in queste città orientali hai sempre una piacevole sensazione di sicurezza, anche se di polizia in girone vedi pochissima. Non so cosa sia in verità, però non hai proprio mai la preoccupazione di guardarti intorno, di usare cautele o di non andarti a cercare grane, qui tutti quelli che ti circondano hanno un'aria tranquilla e assolutamente inoffensiva, niente giovinastri o personaggi dall'occhio furbetto in cerca di prede. Casomai c'è sempre qualcuno che, se dai l'aria di avere qualche problema ti si avvicina per aiutarti. Teste orientali. 

Guerriero
Fregio della dea Matsu
Intanto comincia a farsi scuro e noi si cammina alacri, blocco dopo blocco, controllando sulla mappa la posizione dell'incrocio per cercare di non fare troppa strada in più. Costeggiamo il parco centrale, con gli edifici al centro, museo della letteratura e altri, fiocamente illuminati da catene di lucine gialle, ma non lo attraversiamo per non perderci tra i vialetti, mentre la sera avanza e i parchi di notte, saranno pure tranquillissimi, ma direi di evitarcela. Attraversiamo poi un quartiere pieno di ristoranti, piuttosto grandi e forse anche di un certo pregio, ma a questo punto marciamo decisi verso la nostra zona per non trovarci alla fine troppo lontano dalla base, quando lo stomaco comincerà a reclamare. Tra l'altro a forza di tenersi leggeri, continuo ad accorciare il giro della cintura e tra poco bisognerà fare un nuovo buco, se andiamo a vanti di questo passo. Sarà contento il mio dottore, ma qui non si sta più in piedi. Finalmente arriviamo al nostro albergo, ma noto con disappunto che la nostra zona è desolantemente priva di ristoranti, solo roba isolata che non consente una buona scelta e io sto diventando difficile. Diciamo che non è finita qui, bisognerà fare ancora un chilometrino coi piedi già gonfi come zampogne ed arrivare fino al Guang Hua night market, una via di banchetti di street food e ristorantini circostanti, ma niente a che vedere con i grandi assembramenti di Taipei. Giroliamo un po' e alla fine ci lasciamo convincere da una specie di steak house un po' fusion, che offre filetti alla griglia da 5 once, zuppa di mais, pane e sidro alla non misera cifra di 730 NDT in due. 

Saggio confuciano
Monaca
Il filetto è piuttosto coriaceo come è d'uso in oriente, ma paese che vai... Rimango ancora un po' incantato davanti ad uno spettacolare negozio di frutta, esposta con fanatica precisione per invitare i passanti, anche questa a prezzi di affezione, ma come vi ho già detto in tutto l'oriente la frutta, magnifica ed abbondante, ha sempre la valenza di un prodotto di lusso che si porta come regalo quando vai a trovare gli amici, che si mangia in occasioni speciali, più che rappresentare un consumo regolare. I pezzi sono sempre di grande qualità estetica, di grandi dimensione, perfetti e magari protetti ciascuno da reticelle che ne garantiscono appunto la conservabilità. Giustamente se la fanno pagare. Così ce ne possiamo andare a dormire, visto che domani abbiamo deciso una piccola trasferta andata e ritorno a Tainan, di cui si dice turisticamente un gran bene. Così la mattina dopo, sfruttata l'abbondante colazione dell'hotel, ce ne andiamo di buon ora alla stazione per prendere uno dei primi treni del mattino. Prendiamo il locale delle 8 mescolati ai pendolari e agli studenti e alle 9 siamo già arrivati. Me la facevo una cittadina piccolina e di facile movimento invece rimane sempre una città di quasi un milione di abitanti. Alla stazione comunque c'è un bell'ufficio turistico con signore gentilissime che oltre a riempirmi di mappe e depliant, vengono fuori della porta per darmi consigli e indicazioni su come sfruttare al meglio la giornata che già si configura come impegnativa. 

Il re della guerra
Certo mi immaginavo una cittadina con un centro storico di antiche case, invece, essendo in effetti una grande città, conserva un certo numero di monumenti sparsi qua e là. Comunque sia sono in possesso di una bella cartina che segnala un lungo percorso a piedi che permette di raggiungerli ad uno ad uno, sarà una bella maratona. Per fortuna che è una bella giornata di sole. Il giro indicato dall'ufficio del turismo si discosta poco da quello tracciato dalla Lonely, il combinato disposto tra i due, nella solita ansia di vedere tutto il vedibile, prelude al risultato di un massacro del piede dolce che caratterizza ormai l'anziano. Comunque gambe in spalla e diamoci da fare. E' tutto un seguito di templi antichi, alcuni più maestosi, altri graziosi e più piccolini, alcuni in parziale restauro, di vecchie torri di mura che non esistono più oppure di palazzi più o meno significativi. In uno dei templi più belli incappiamo in una cerimonia molto suggestiva. Tre o quattro monaci tutti molto anziani, assistono il decano che indossa una paludata tunica gialla in una preghiera collettiva davanti ad un altare. La preghiera si svolge attraverso un ossessivo canto monocorde, scandito da sordi colpi di tamburo o trilli di campanelle. Rimaniamo quasi ipnotizzati dalla particolare situazione, seduti in un angolo ad ascoltare, unici presenti oltre agli attori della monodia. Uno dei monaci ci fa un sorriso accompagnato da un lieve cenno di assenso del capo. L'atmosfera che si è creata è davvero coinvolgente e tra le altre cose consente anche un po' di sollievo ai piedi che si stanno gonfiando in maniera innaturale. Anche i muscoli delle gambe non sono molto contenti.

Le mezzelune per la divinazione
Saranno le preci che salgono al cielo, sarà il battito ipnotico dei tamburi, usciamo dal tempio riposati e tranquilli e decisi a proseguire la marcia forzata. Ancora templi con affreschi orrifici che raccontano gli orrori delle pene infernali riservate ai reprobi buddisti nell'altare del Paradiso e altre sale invece atone con i soli segnali del sapere e le massime confuciane che invitano allo studio ed all'osservanza dei doveri. In una bella piazza con giardino arricchito di statue, c'è un complesso di edifici attorno all'antico tempio del dio della guerra dalle mura dipinte di rosa carico dedicato alla fine del 1600 al grande imperatore guerriero Guang Gong e che conserva ancora scritte originali di suo pugno. Qui un tempo era vietato l'accesso alle donne. Nella sala dedicata al dio Yue Lao, signore delle battaglie ci sono fedeli che prendono una delle striscioline rosse davanti all'altare, che garantirebbero, se la preghiera è sincera, fortuna certa nelle battaglie della vita. Anche qui ci sono, ammonticchiate in cestini di vimini, le mezzelune rosse da lasciar cadere a terra per interpretare la riuscita dei propri progetti. All'ingresso del vicino tempio di Wanfu, c'è poi un magnifico muro rosso vivo che ne sbarra l'ingresso, forma tipica dell'architettura taiwanese per impedire l'accesso agli spiriti maligni. Sempre nel giardino entriamo nel bellissimo museo che raccoglie statue e incisioni in legno dell'epoca. Nella sala all'ultimo piano un gruppo di ragazzi è impegnato nel restauro di grandi pannelli in legno che recano scritte giganti con massime confuciane. Sembra che il responsabile del museo apprezzi particolarmente la nostra visita perché continua a ringraziarci mentre usciamo, con grandi salamelecchi. Usciamo nel calore meridiano. Anche se è quasi inverno, fa piuttosto caldo. Dai che la strada è ancora lunga.

Decorazioni lignee

SURVIVALKIT

Ingresso
La città ha attraversato diversi periodi storici da quello coloniale olandese nel 1600, alla successiva epoca Tung Ning, poi alla dinastia Qing ed infine all'occupazione giapponese. 
Sono citati come interessanti almeno 7 templi buddisti e 8 taoisti, oltre ad altri palazzi antichi e musei. Seguite l'itinerario della cartina dell'ufficio del turismo per vedere i principali, tutti piuttosto interessanti. Un giorno completo mi sembra sufficiente per vedere le cose topiche nel centro e nell'area periferica di Anping che racconta l'epoca coloniale, le due zone dove sono concentrati gli interessi turistici della città. 

Cerimonia religiosa
I punti più importanti del centro sono: Il museo della letteratura nella piazza centrale rotonda, da cui potete cominciare il giro; il tempio di Confucio, in parziale ristrutturazione, col suo bel giardino; le poche tracce delle mura della città e della porta sud con cannoni di epoca coloniale; i templi Wu Fei, Fa Hua e quello della Signora Linshui, il BeiJi, il DongYue con i suoi affreschi, il tempio del Dio della città dove all'ingresso troverete dei grandi abachi a muro che servono a calcolare le vostre azioni buone e quelle cattive per prevedere in questo modo il vostro futuro nell'aldilà, mentre un'iscrizione dorata all'ingresso recita: "sei arrivato finalmente". Poi c'è l'altare del paradiso; il più antico tempio della città, quello del Dio della guerra ed il vicino museo e il muro Wan fu, per terninare nel giardino della torre ChihKan col suo bel forte circostante (Fort Proventia) ed il tempio della dea Matsu. Se trottate dal mattino presto ce la farete prima delle due. Lungo il giro ci sono anche un tempio e un palazzo dove hanno sede l'accademia delle arti marziali e relativo tempio, per chi è interessato, ma stranamente risalgono all'occupazione giapponese e celebrano la gloria dei samurai. 
Alcuni edifici sono a pagamento e c'è un biglietto complessivo che consente di visitarli tutti. I templi, ovviamente sono free.

Nell'altra zona storica vicino al mare di AnPing, troverete il Forte Zeelandia, dalle riminiscenze olandesi, il bellissimo e ricco tempio della dea Matsu, le tre antiche case dei mercanti, ora museo e i forni per i gusci di ostrica ed il Castello dorato, altro forte dell'epoca coloniale, ricostruito, in vista del mare.
La  porta sud



Incensiere
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