sabato 22 febbraio 2020

Cina 55 - La costa a nord di Taipei


Le rocce a fungo dell'Yehliu Geopark


Cascate Shifen
La prima notte a Taiwan è ormai alle nostre spalle, diciamo che posso a buona ragione iscrivere nella lista il 101° paese visitato, resterà da decidere se va consideravo come paese sovrano o"territorio", ma questo è un dettaglio di secondaria importanza, direi, così anche la smania collezionistica è appagata. Rimane adesso di goderci questa ultima settimana prima del malinconico rientro. La giornata di oggi la vogliamo dedicare ad un giro della costa nord e per ottimizzare i tempi ho deciso di prendere una macchina con autista che ci faccia fare l'itinerario che avevo studiato sulla carta ieri sera. Il ragazzo della reception ci accompagna in strada dove un tipo molto sussiegoso cista aspettando con la portiera aperta. Intanto contesta subito l'itinerario, rilevando delle giuste incongruenze. Dopo aver concordato le tappe secondo buon senso partiamo finalmente sotto un cielo imbronciato. Per sicurezza e scaramanzia, abbiamo a portata di mano gli ombrelli. Intanto usciamo dalla città verso il distretto di Pingxi ad est. Questa zona è decisamente più montuosa e le colline ricoperte di foresta piuttosto fitta compaiono non appena ci si trova fuori città. E' un bel paesaggio di montagna anche se l'altitudine è minima, ma le valli sono comunque piuttosto incavate e tortuose e il cammino è decisamente lento dato che il traffico è molto intenso. Anche quando lasciamo la strada principale per una valletta laterale, siamo comunque incolonnati dietro a qualche pulmino che procede lentamente.

Panorama da Jiufen
Costeggiamo un fiumiciattolo torrentizio che ha scavato profondamente le rocce intorno, lasciando a vista le più scoscese. Infine, quando i rilievi assumono un andamento ancora più severo, la stradina termina in un parcheggio. Giusto mentre comincia a piovigginare è arrivato il momento della camminata nel bosco per arrivare a quelle che vengono spacciate per una delle meraviglie di Taiwan le cascate di Shi Fen, contenute all'interno di un piccolo parco naturale, nascosto in un folto bosco di latifoglie. Il sentiero corre lungo il torrente che mostra le rocce nere e coperte di muschio al quale, una umidità consistente permette una crescita rigogliosa. L'erosione dell'acqua che i salti rendono piuttosto violenta, hanno lavorato le rive circostanti con belle formazioni scavate in profondità, coppelle di varie dimensioni, fino a incavi di grandi dimensioni, tipo marmitte dei giganti che lo sbattere delle pietre portate giù dalla corrente, ha formato nei millenni fino ad un piccolo orrido finale che si incunea tra due bordi a strapiombo. Il sentiero prosegue con scalette e minuscoli belvederi che consentono viste sui punti più pittorici del fiume, fino a quando la radura si allarga fino a mostrare una bella cascata di una ventina di metri di altezza, che in questa stagione è abbastanza ricca di acque. La pioggerella è stata sostituita dalla vaporizzazione del salto d'acqua e quindi, ritirati gli ormai inutili ombrelli ci bagniamo ben bene, tra i gridolini dei pochi turisti che data l'ora mattutina non affollano ancora il terrazzo sulla cascata. 

Il tempio di Jiufen
Anche la fila di bancarelle di street food sono ancora in fase di apertura e cominciano a scaldare i pentoloni dove friggere l'olio o i bollitori dell'acqua. Noi scivoliamo verso l'uscita mentre il grosso non è ancora arrivato, solo all'uscita incrociamo i gruppetti alla spicciolata dei primi pullman che cominciano ad intasare il parcheggio. Insomma queste cascate si potevano vedere, già che siamo sulla strada, senza certo stracciarsi le vesti per l'entusiasmo. Alla fin fine però abbiamo girolato nel bosco per quasi un'oretta e quando riprendiamo la strada verso Jiufen sono quasi le 10. La strada si arrampica sulla collina fino al paesotto che è abbarbicato su una specie di balconata naturale sulla valle che scende verso il mare. Dalla piazza del parcheggio si vede bene la costa frastagliatissima e ricca di insenature, promontori rocciosi, spiagge di sabbia dorata e golfi più ampi, che si allunga verso nordovest e la parte più estrema dell'isola. Dalla piazza, parte una stradina tortuosa, la cosiddetta old street che si inerpica verso il centro del paese. E' un vero e proprio budello, circondato di vecchie case tutte adibite ad esercizi commerciali di ogni tipo, dai localini ai negozietti, alle bancarelle di street food. I visitatori si accalcano per salire e percorrono nei due sensi la serpentina lunga quasi un chilometro, facendosi largo a colpi di gomito. Comincia ad esserci davvero un sacco di gente, che di volta in volta affolla i negozietti e si ferma a ristorarsi. 

Il banco della guava
Io vengo attratto da un banchetto che offre spremute di guava dal quale arriva un profumo esotico fortissimo. Aspetto il mio turno e così mi posso sorbire tranquillamente per soli 45 NDT, il mio bel bicchierone di succo denso e profumato. Mi piace moltissimo questa specie di pera dall'interno di polpa tenera e rosa delicato. Sarà il fatto che non si trova mai e quando capita è un po' come l'araba fenice, un regalo al piacere del palato. Comunque facciamo diligentemente il nostro percorso avanti e indietro e riusciamo anche a vedere all'interno una specie di chiesa cattolica che consiste in una semplice sala con una croce all'entrata. Il tizio all'interno  ci accoglie con molto sussiego, ma ci manca una lingua di contatto, così il bottone che intendo attaccargli, non ha successo e così ce ne andiamo alla chetichella, mentre entra un gruppo di donne ansiose di avvicinarsi all'altare per pregare. Diamo un'occhiata anche al bel tempio all'ingresso del paese, barocco e coloratissimo, grondante di sculture, draghi, uccelli fatati, serpenti dalle lingue rosse, con gli altari ricoperti di statue, offerte e fumi di incensi. Intanto se ne è già andata una bella metà della giornata. Scendiamo verso la costa lungo una strada tortuosa che la percorre mostrando scorci incantevoli, tra paesini sul mare, spiagge deserte e rocce a strapiombo ed il sole che è ormai spuntato decisamente cacciando via la nuvolaglia bassa, ha cambiato decisamente l'aspetto della giornata. 

Una roccia
Il tempo a disposizione non è molto, abbiamo già dovuto saltare Ruifeng e il cosiddetto villaggio dei gatti, ma si sa bisogna fare delle scelte. La costa, col sole sempre più splendente, adesso è infatti molto bella. La vista riesce a spingersi molto lontano ed ogni piccolo promontorio che si affaccia sul Pacifico o meglio sul Mar Cinese Meridionale, è stato trasformato in parco dove la gente si disperde, passeggiando tra le rocce e sulle spiaggette. Un poco più avanti si arriva nella cittadina di Yehliu, dove comincia una lunga penisoletta rocciosa che racchiude una meraviglia naturale, di cui non avevo sentito parlare, ma alla quale vale la pena di dare un'occhiata. Il cosiddetto Geopark che è stato creato qui, consente di percorrerla tutta a piedi ed ammirare le sue formazioni rocciose del tutto diverse da quanto altro abbiate visto. Si tratta, è vero, del consueto andamento erosivo su una sedimentazione a strati dei quali quelli superiori sono più resistenti, mentre quelli inferiori sono composti di tenere arenarie, che vengono via via erose dando luogo a formazioni fungiformi, comuni in tante parti del mondo, ma quaggiù, il lavoro delle acque è stato, nelle ultime migliaia di anni, particolarmente artistico o casualmente intelligente e le distese di rocce che si possono ammirare lungo i percorsi saggiamente pilotati su apposite passerelle in legno consentono di godersi viste incredibili.

Elisabetta I
La roccia a cono gelato
Passeggiando lungo il mare puoi addentrarti nei cosiddetti campi dei funghi o in quelli delle ginger rocks o infine nelle curiosissime rocce a cono di gelato che ne simulano perfettamente la forma a cono rovesciato con una concavità superiore che contiene una roccia libera, che l'erosione ha reso perfettamente rotonda a forza di rotolare al suo interno. Infine il pezzo forte del parco è la famosissima roccia della testa delle regina Elisabetta I, che ne simula il profilo reggendosi su un esilissimo collo che avendo grossi problemi statici, sta creando, mi risulta, notevoli problemi ingegneristici per riuscire a mantenere integro questo monumento naturale assolutamente unico. Il paesaggio marino dei dintorni poi, è davvero magnifico e riesci a vedere, se il tempo è buono, anche il capo della roccia dell'elefante e le altre penisolette più vicine. Più in là solamente l'infinita immensità dell'Oceano Pacifico, per sognare terre ancora più lontane. A chi non riesce a sentire dentro di sé quel senso di sperduta malia che ti prende di fronte a questa linea lontana tra mare e cielo, è inutile cercare di spiegare quella inestinguibile sete di andare, di superare un confine immaginifico per appagare una curiosità che qualcuno potrebbe addirittura giudicare insana, una malattia criticabile che andrebbe guarita con la forza, magari proprio in un periodo come questo che crea paure profonde anche se prive di logica.

Funghi

SURVIVAL KIT

Il tempio
Shifen Waterfall - A una trentina di km dal centro di Taipei, sono le più grandi cascate dell'isola formate dal fiume Keelung. Alte circa 20 m. e larghe 40, sono ricche di acqua nella stagione delle piogge e danno luogo a belle formazioni rocciose a valle. Inserite in un parco che permette lunghe passeggiate nel bosco della collina circostante. All'interno possibilità di mangiare in una lunga serie di ristorantini e banchetti di street food. Si raggiungono in macchina in circa un'oretta o con il treno fino alla stazione di Shifen a circa 2 km dal parco, da raggiungere in taxi o con una navetta che mi sembra sia disposizione. Il parco apre alle 9. Ingresso 80 NDT.

Rocce gelato
Jiufen old street - Noto paesino con una cosiddetta via antica piena di negozietti turistici,sulla ferrovia turistica di Ruifeng. Calcolate almeno un ora per il giro. Bel panorama sulla costa. Si arriva in macchina o col treno alla stazione di Ruifeng.

Yehliu geopark - Sulla costa aduna cinquantina di km da Jiufen. Parco naturale che contiene particolari ed assolutamente uniche formazioni rocciose. Calcolate almeno 2 ore per godersi la visita appieno. Considerate la possibilità di fermarvi ad uno dei tanti ristoranti di seefood che ci sono sulla piazza davanti all'ingresso del parco, dove ci sono una sacco di specialità stagionali, novembre ad esempio è stagione di un granchio con gli occhiali particolarmente famoso.  C'è sempre un sacco di gente; le ore migliori sono la mattina presto e la sera al tramonto. Ingresso 80 NDT.

Tour costa nord - Giro in macchina con autista, dalle 8 alle 17 per circa 130 km. con soste come da programma per due persone 4.000 NDT.

Traccia del tour nord


Nel parco delle cascate
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