sabato 8 febbraio 2020

Cina 46 - Verso il Guangxi


Fritti street food


Zumba
La mattina presto Feng Huang ha un'aria più tranquilla e naturale. La massa dei turisti è giovane e va a letto tardi, complici tutti i locali della movida che trattengono la gente in giro almeno fino a mezzanotte, così, dato che il nostro bus parte alle 11, abbiamo tutto il tempo per goderci almeno tre ore piene di giro per la città. E' come incontrare per la seconda volta una bella ragazza con un vestito diverso. Non dico che quasi non la riconosci, ma riesci ad apprezzarne altre sfaccettature. Vicino al grande ponte c'è un bel giardino che si stende lungo il fiume con molte terrazze ad altezze diverse. Qui, la mattina presto, si sfoga la passione dei cinesi della cura del corpo. Ogni spazio libero infatti è occupato da gruppetti di persone, tutti evidentemente residenti, che fanno esercizio fisico. Qui almeno venti donne che a suon di musica fanno una sorta di zumba, così almeno mi dice Tiziana che se ne intende. Più in là cinque signore già agé fanno una routine di qi gong, con aria molto seria e compassata. Un altro gruppetto esegue la forma 32 yang con la spada. Tutte donne come si conviene all'uso di questa particolare arma. In un angolo solitario del giardino, sulla terrazza più alta dove il frusciare delle acque del fiume arriva appena, un signore da solo si esercita in una forma di tai ji in stile chen. Esegue i movimenti con grande precisione ed estenuante lentezza, scatenando il chi interno solo in combinazione ai punti in cui la forza deve essere concentrata in un unico punto e momento.

Forma di spada Tai ji
Una porta
Avverti subito la potenza del colpo, eseguito con velocità tale che l'occhio riesce appena a percepire. Il tipo mi sembra molto bravo e rimango per un poco a seguirne la tecnica. Lui con la coda dell'occhio mi nota, ma procede nell'esercizio sino al termine senza distrarsi. Poi dopo un attimo di concentrazione e respirazione raccoglie le sue cose, una giacchetta, un pacchetto e una borsa da PC che aveva appoggiato su una panchina e se ne va, forse in ufficio, dopo avermi fatto un piccolo cenno di saluto. Poi scendiamo lungo le scalette che portano al fiume e facciamo il lungo tratto di fianco alle mura. I negozi stanno aprendo, alla sera chiudono evidentemente tardi e comunque a quest'ora i possibili clienti in giro sono troppo pochi. I produttori di cibo da strada cominciano a preparare i pentoloni di olio di frittura, meglio non indagare troppo, o i bracieri ed i bollitori dove impilare i contenitori di ravioli o di panini dolci da fare a vapore. Fumi bianchi e neri escono dalle cucine nascoste e dai vicoli ancora scuri che a quest'ora mostrano la vera anima della città. Un cuore antico che si sta svegliando come ogni giorno da secoli. Le tre orette passano in fretta, torniamo in albergo a ramazzare i bagagli. Ce li trasciniamo fino al ponte dove passa la strada grande e un gran numero di taxi. Infatti ne blocchiamo subito uno. L'amico all'hotel, mi ha scritto il biglietto in cinese per arrivare alla stazione dei bus e la raggiungiamo in una decina di minuti come previsto. Anche trovare il piano e la porta del nostro mezzo per Guilin, non presenta molti problemi, infatti i due ideogrammi della città sono facilmente identificabili: 桂林, il bosco di alloro (o Cassia che sia, Osmanthus fragrans). 

Ricamatrice Miao
Andando al mercato
Notate come il pittogramma di Bosco sia costituito da un raddoppiamento del segno di base (木-mù) che da solo significa albero o legno (essendo il segno orizzontale la linea della terra, sotto le radici e sopra il fusto rettilineo), mentre ripetuto tre volte:  森 - sēn, significa Foresta. Le sei ore di viaggio per fare i 400 chilometri verso sud fino a raggiungere questa importante città del Guangxi sul fiume Li Jiang, scorrono lente in un paesaggio molto mosso ma sempre uguale, fatto di colline alte a coni rotondeggianti ricoperte di boschi di cassia ed eucalipti. Un paio di pipì stop in anonime stazioni di servizio appena finite lungo l'autostrada e poi si prosegue verso il mare e la temperatura media nel corso dell'anno è evidentemente diversa, si vedono infatti molte piantagioni di agrumi, in particolare i pomelos, forse di qui arrivano quelli che ritroviamo anche nei nostri supermercati, gialli di polpa e non molto grandi, rispetto ad esempio a quelli vietnamiti. La città, fondata da almeno 2000 anni in pieno periodo Han, è piuttosto grande (almeno 5 milioni di abitanti, anche se il centro vero e proprio ne conta solo 600.000) ed ha da sempre una valenza squisitamente turistica grazie ai paesaggi esclusivi che popolano il suo intero territorio lungo le anse del fiume. Quaranta anni fa la città fu inserita nelle quattro a completa tutela del patrimonio storico e naturalistico, ma già durante la dinastia Song era notissima per il suo paesaggio, tanto che l''artista Fang Cheng Da scriveva "Ho mandato a molti amici i miei dipinti delle colline di Guilin, ma ben pochi hanno creduto ai loro occhi". 

Sala d'aspetto della stazione dei bus
Quindi diamo per scontato che questa sia una delle mete turistiche più gettonate del paese e che larga parte della città viva di questo, per non rimanere delusi dall'affollamento o dalla mancanza di spontaneità. Lo noti subito dal fatto che etichettato come turista sei subito visto come vacca da mungere e la signora tassista che pure avevo correttamente apostrofato con i giusti e gentili termini cinesi, mi spara un bel 40 Y di prezzo forfait, ma cede subito quando indico il tassametro e mi porta al nostro albergo, che è lungo il fiume anche se un po' lontano dal centro, per 27,30 Y arrotondati a 27. Certo che la Cina è l'unico posto del mondo, credo dove invece di pretendere la mancia, i tassisti ti fanno lo sconto. L'albergo è molto carino e anche se l'inglese latita, riusciamo a farci spiegare le opportunità di escursioni organizzate. Certo spendi un po' di più ma come al solito per due desperados che hanno sempre il tempo contato, vale pena di programmarsi in questo modo, diversamente devi saltare qualcosa. Come sempre anche qui bisognava considerare almeno un giorno in più. Quindi abbiamo deciso di distribuire i due giorni pieni che abbiamo a disposizione, il primo dedicandolo tutto al fiume Li e Yang Shuo e il secondo alle risaie della famosa Spina dorsale del drago ed i villaggi delle minoranze Yao e Zhuang. Dopo un po' di sana trattativa, concordiamo 1000 Y in due per il fiume e 800 per le risaie e poi ce ne andiamo a concludere la giornata in centro, non sprechiamo le ore della sera!

Dalla camera a Feng Huang
Il taxi fino in centro a 20/22 Y e ci facciamo lasciare dove la via pedonale centrale arriva sul lago. E' pieno zeppo di gente che passeggia e girola nel giardino intorno al lago che, a quest'ora è tutto illuminato di lampade, festoni e bandiere colorate. In mezzo spiccano le due pagode del sole e della luna, che si riflettono nell'acqua tra graziosi ponticelli a schiena d'asino, un bel colpo d'occhio. Qua e là artisti di strada, che suonano o fanno giochi o cercano in qualche modo di attrarre l'attenzione dei passanti per succhiare qualche moneta, come in tutte le grandi città turistiche del mondo. E anche qui si vive di questo, non oso pensare al deserto che ci sarà in questi giorni con questa botta del coronavirus, perché da queste parti siamo piuttosto vicini all'epicentro del terremono, credo che abbiano isolato città anche nel Guangxi. Comunque sicuramente sarà un bel danno per questa gente che sulla massa di visitatori ci campa. Noi invece passeggiavamo nella lunga e affollatissima via pedonale ricolma di negozi e locali alla moda. C'è un banchetto che fa la pizza al volo, tipo fast food, la margherita a 10 Y, mi metto in coda e aspetto il turno, poi la si mangia camminando o seduti sulla panchina, neanche male, l'importante è evitare quella al durian. Ci tapira un sedicente professore di calligrafia che vorrebbe portarci al suo negozio di thé, ma non abbocchiamo. Continuiamo invece la passeggiata che è piacevole tra le luci ed i colori di una città che ha voglia di divertirsi. Domani, speriamo sia bel tempo anche se le previsioni non sono brillanti.

Forma di ventaglio

SURVIVAL KIT

Green Forest Hostel - 1, Bishui Jiayuan, Binjiang N. road, Diecai - Buona struttura nuova in riva al fiume. Camere ben arredate e bagno molto ben dotato. Pulito. AC, riscaldamento, TV gigante, free wifi in camera. Doppia con letto grande a 24 Euro inclusa buona colazione. Possibilità di organizzare le escursioni direttamente alla reception e vi verranno a prelevare in hotel. Sala da the e salone comune. Personale gentilissimo anche se un po' carente nell'inglese. Unico problema è un po' fuori dal centro, la via pedonale è a 6 Km, per arrivarci col taxi calcolate 20/25 Y. Se vi svegliate presto potrete passeggiare nel giardino di fronte sul fiume e unirvi ai gruppi di tai ji o qi gong. Consigliato.



Da Feng Huang a Guilin


Feng Huang
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Un vicolo di Feng Huang al mattino








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