lunedì 19 dicembre 2022

São Tomé 40 - Ancora in città

Sao Tomé - Il forte portoghese


Area del mercato

Stare seduto davanti al mare, in qualunque parte del mondo tu ti trovi, aiuta sempre, a rilassarsi, a raccogliere le idee, a lasciarsi andare quasi tu fossi dentro a quell'acqua che ha davanti, che si stende all'infinito, come se il suo va e vieni, col rumore lieve ma constante della risacca, fungesse da massaggio mentale per ammorbidire le asperità del vivere, aiutasse a mettersi in pace con il mondo e nello stesso tempo ti invitasse ad andare più in profondità nel cercare di capire quello che hai davanti. La panchina successiva alla nostra è ridotta male, il cemento completamente spezzato e corroso con le bacchette di ferro dell'armatura che fuoriescono rugginose come mani tese a chiedere aiuto, i residui della seduta sparsi all'intorno. Sui sostegni ancora sufficientemente larghi, è stravaccato un tipo, forse dorme, forse è congelato nel torpore dell'ubriachezza, il capo reclinato sul fianco, la maglietta sdrucita, i capelli lunghi che escono da un cappelluccio di traverso. Mi appare un poco come il simbolo di questo porto sbilenco dove non avverti l'attività frenetica delle aeree di questo tipo, mentre tutto attorno, i vecchi navigli malandati alla fonda, le carcasse abbandonate che ingombrano le secche, i parapetti della passeggiata caduti a mare e addirittura i tratti franati sulla spiaggia, stanno lì in attesa di tempi migliori, di aiuti che arrivino da chissà dove e invece di essere divorati dalle varie camarille, vengano utilizzati per aggiustare, ripristinare, portare a vita attiva questa città sonnolenta. Certo questo probabilmente significherebbe cambiarne il modo di vita, svegliarla dalla sua tranquilla e centenaria sonnolenza e forse ne snaturerebbe l'anima, ma il mondo in qualche modo va avanti, e la speranza è che il cambiamento, se mai ci sarà, sia positivo, almeno così sarebbe più accettabile. 

Palazzo presidenziale

Comunque intanto che il tizio continua a dormire, proseguiamo sul lungomare, mentre a destra comincia la sfilata del vecchio insediamento coloniale, qualche casa più strutturata, qualcuna è stata presa da qualche organizzazione, banche o edifici governativi, le altre lasciate all'insulto del tempo. Al ponticello che supera il rio Agua grande, quello attorno al quale si è creata la grande piana alluvionale dove è sorta la città, si apre una piazza triangolare dominata dal grande edificio del Palazzo presidenziale, circondato da un grande giardino e caratterizzato da un imponente ingresso neoclassico. Le due guardie all'ingresso sono in sintonia con l'aria di calma piatta che domina all'interno. L'altro lato della piazza è occupato dal sagrato della Cattedrale di Nossa Senhora de la Gracia, uno dei pochi edifici imponenti della città con le due alte torri ai lati della facciata. L'interno è semplice, dominato dal grande azulejo che sormonta l'altare maggiore. Non c'è nessuno all'interno, Ci si respira un senso di pace che ti invita a rimanere seduto a lungo, anche perché fuori comincia a fare caldo e il sole del mezzogiorno picchia sulla testa implacabile. Poi proseguiamo avanti sulla avenida Marginal fino a raggiungere la punta estrema che chiude la baia del porto e ospita il fervore , sempre moderato di una piccola area container che evidentemente di tanto in tanto arrivano dal continente con qualche carretta del mare a portare le derrate e i piccoli beni di consumo che l'isola non è in grado di produrre, almeno per il momento. C'è un piccolo posto di polizia vicino al ministero della giustizia, forse sono quelli che hanno bloccato il piccolo tentativo di golpe di qualche giorno fa. Sotto il vialone alberato centrale c'è un baruccio dove quasi quasi prenderei una Cola fresca. 

La Cattedrale

Tuttavia l'anziano in vacanza deve sempre tenere conto che la sua valenza motoria è meno efficiente di quello che lui stesso pensa, ma in generale non se ne dà cura, quindi procedo col naso all'aria nel terreno sconnesso e, come mi capita ormai sempre più di sovente, casco rovinosamente a terra, muso in avanti, alla faccia dell'equilibrio innato e maggiorato da anni di pratica di Tai Ji. Per fortuna o grazie all'abitudine della palestra degli anni verdi, riesco (quasi) sempre a non farmi male anche se istintivamente cerco di salvare soprattutto la macchina fotografica. Fatto sta che mentre dal baruccio accorrono subito un gruppo di salvatori a rialzare il decrepito steso a terra, tra un porco qui e un porco là, riscontro solo qualche abrasione al gomito e nulla di più grave. Così mi va di traverso anche la coca che mi sorbisco lentamente dopo aver preso posto nel baruccio stesso. Cose che capitano agli anziani in libera uscita dalla RSA, pazienza, tanto la scusa è sempre la stessa, sono inciampato, c'era lo scalino che non ho visto bene e così via, rifiutando di considerare che forse i colpi che stai perdendo cominciano a essere preoccupanti. Lasciamo perdere che se no mi intristisco e proseguiamo verso la punta del capo dove troneggia il forte portoghese, una costruzione fortificata sul quadro dalle mura basse e tozze, con gli angoli rinforzati all'esterno che tuttavia appare circondato da barriere che segnalano lavori in corso. In effetti vedi uomini al lavoro sui tetti e parte delle mura che sono già state dipinte di un bel giallo vivace. Ma la struttura sembra comunque aperta e infatti un tapiro che circola nei dintorni fa cenno di procedere verso l'ingresso. Cercherei di evitarlo, ma alla fine viene fuori che lui è il custode bigliettaio del Museo Nacional, ospitato appunto dentro la costruzione quindi pienamente titolato all'accompagno e alla guida. 

Museo Nacional - Tavolo da pranzo

Versata la prebenda cominciamo il giro nella decina di sale che ospitano una serie di oggettistica varia che parte da arredi sacri lignei, per il vero di un certo fascino, a molti ritrovamenti, mobili e ceramiche ben disposti in vetrinette d'epoca e su un grande tavolo da pranzo imbandito in ogni suo particolare, evidentemente lasciati indietro nelle roças abbandonate dai Portoghesi al momento dell'indipendenza. Poi c'è tutta una parte storica che racconta la storia degli schiavi sull'isola, con la ricostruzione di una cella di prigionia e una lugubre documentazione fotografica sulle torture inflitte ai prigionieri della celebre rivolta di Trinidade. Dagli spalti poi si può godere di una bella vista sul porto e sulla città. Insomma questo è quello che il paese può offrire in termini di documentazione storica seguita anche dalle varie testimonianze dello stilarsi della costituzione e della creazione del nuovo stato con i vari personaggi politici che hanno partecipato all'affrancamento dal Portogallo e in fondo non è poco per conservare la memoria di quegli avvenimenti. Al centro del cortile una profonda buca con una grata costituiva la cella di punizione per gli schiavi ribelli, dove le mareggiate spingevano l'acqua da sotto costringendo il malcapitato a cercare di non annegare rimanendo attaccato alla grata stessa. Diciamo che si punta ad illustrare al massimo la crudeltà degli oppressori anche per creare quell'orgoglio nazionalistico che cementa la futura volontà di un paese. Quando ce ne andiamo sono già le due e in tutte le scuole, e nella zona ce ne sono diverse, soprattutto superiori, c'è il cambio di turno e sciami di studenti escono per tornare a casa. Ci sediamo in un parco per vedere lo spettacolo di questa vitalissima gioventù, tutta debitamente attrezzata di divise inamidate, che a gruppetti escono da un gigantesco plesso che di certo ospita qualche migliaio di studenti, coperto anche di murales naif, che incitano alla pace, all'orgoglio nazionalistico, non disgiunto alle ammonizioni sull'uso del preservativo per controllare le malattie sessuali, un'altra delle piaghe africane; ma si sa che piove sempre sul bagnato.

Murales del Liceo

Qualcuno, pochissimi, viene prelevato dall'auto o dalla moto di un genitore, altri vagano alla ricerca di qualche mezzo collettivo che li porti verso i paesotti dove vivono, i più prendono la loro via a piedi per tornarsene a casa. Molte delle ragazze hanno capigliature acconciate con cura barocca di grande complessità, che sfrutta le decine di treccioline annodate evidentemente in ore di paziente lavoro, altre hanno i capelli spruzzati di colori improbabili, i ragazzi tagli bizzarri evidentemente ispirati agli eroi sportivi che vedono in televisione. Comunque nell'insieme, un bello spettacolo di gioventù che si sta preparando ad un domani imprevedibile. L'Africa ha evidentemente una enorme forza vitale inespressa che aspetta solamente la possibilità di trasformarsi in crescita sana e potente, che, come è stata quella dell'Asia nella fine del secolo scorso, potrebbe contribuire a rivitalizzare la stanca economia planetaria se indirizzata positivamente. Purtroppo sappiamo che ci sono e ci saranno sempre ostacoli forti e sabbia buttata in mezzo alle ruote, appetiti neocolonialisti, anche da parte dei paesi appena affrancatisi dalle stesse miserie, mancanza di sostanze e di finanziamenti per avviare il meccanismo, politici inetti o corrotti che mirano in prima istanza a soddisfare i loro istinti predatori, a frenare tutto ciò. Ma tutto questo fa parte della natura umana e anche scandalizzarsene non è realistico né utile, come sempre sono soltanto necessari uomini di buona volontà, che come naturale, saranno osteggiati al massimo da tutti i predetti vampiri. Questo stavo meditando dopo aver raggiunto stremato dal caldo, un altro baretto del centro e sorbendomi un succo di anona appena spremuto, che, vi assicuro, è quanto di più delizioso abbia assaggiato quaggiù.

Museo Nacional - Arredi sacri

SURVIVAL KIT

La cella di punizione

 São Tomé capitale - Le cose principali che suggerirei di vedere nella capitale sono fattibili, in una giornata, ma anche in mezza se avete fretta, seguendo un itinerario che si completa facilmente a piedi a partire dal centro del mercato e del deposito taxi. Dopo aver girato appunto tutta l'area commerciale incluso l'interessante capannone che ospita il  mercato coperto che potrete vedere anche alla fine del giro ed è più interessante quanto più è popolato, procedete lungo l'av. Conceiçao verso la grande piazza dove troverete la Chiesa da Conceiçao e subito dopo il Centro commerciale, dove eventualmente fare acquisti. Potrete quindi procedere per l'av. Marginal 12 Julho sul lungomare e poi eventualmente girolare nel centro storico fatto di vecchie case e palazzotti coloniali, dove ferve la vita della città. Sugli angoli dei crocevia principali, troverete gruppi di cambisti di strada che offrono di cambiare euro, attenzione, ma non ho rilevato la sensazione di particolari rischi. Arrivate quindi alla piazza sul rio Agua Grande per visitare la Cattedrale e vedere da fuori il Palazzo presidenziale, proseguendo poi sul lungomare fino al Forte che si nota bene sul promontorio che cinge la baia. Qui visitate il Museo Nacional (ing. 100 dobra) e quindi tornate per una strada più interna verso l'area del mercato dove ci sono taxi e collettivi per farvi riportare verso il vostro Hotel. Orientarsi è molto facile in quanto tutte le strade del centro sono larghe e disposte in quadro. Lasciatevi affascinare dall'aria di inarrestabile decadenza che hanno tutte queste città che hanno vissuto una storia di abbandono. Per rifocillarvi troverete per via molti ristoranti e caffè.

Cattedrale - Azulejos


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