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Principe - Strada nella foresta |
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La cabina di pilotaggio |
Le eliche ronzano e in fondo al minuscolo corridoio dell'aereo, la cabina dei piloti è aperta e visibile, con il grande schermo dove è segnata la rotta per raggiungere la nostra meta. In realtà non appena decollati e raggiunta la quota di crociera, il pilota automatico fa tutto da solo, così almeno mi pare, salvo emergenze che auspichiamo tutti, non si verifichino, dunque fare il pilota consiste soprattutto nel saper atterrare e ripartire senza schiantarsi. Già, dunque il tempo da trascorrere a bordo per il nostro brevissimo tragitto servirà soprattutto a lasciare sedimentare quel senso di depressione che ti porti dietro quando devi accettare il fatto di non essere più abbastanza lucido da fare ogni cosa per bene, senza errori gravi che compromettano il fine che ti proponevi, come vi ho raccontato. E qui ci siamo andati vicino. Calmatosi dunque il nervosismo e l'adrenalina che normalmente mi si pompa nelle vene durante tutti i decolli, mi resta appunto l'opportunità di ripensare a tutte le maledizioni che il nostro driver indirizzava ai politici della sua terra, todos ladrões malditos capaci solamente di trasformare i soldi degli aiuti in ville e Toyota RAV 4, mentre le strade vanno in malora e la montagna frana ogni volta che piove e il fango porta via le case fino al mare, peggio che a Casamicciola! E intanto mi indicava le testimonianze a riprova del suo implacabile giudizio lungo la strada. Ecco le rovine della fabbrica del pesce, di cui rimangono solo più spuntoni di cemento abbandonati o il cadavere di un catamarano, semiaffondato su un fianco nel porticciolo di Neves.
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La foresta |
Questo era parte, assieme ad un suo gemello, probabilmente già colato a picco, del progetto di un collegamento giornaliero appunto con l'isola di Principe, subito fallito mentre la nave abbandonata è stata in breve depredata di ogni cosa dai motori ai sedili, rouban tudo! insiste, anche se in questi precisi accadimenti materiali, i politici sembrano centrare poco. Così ecco che intanto l'isoletta si avvicina e dall'alto già intravedi le sue frastagliatissime coste e le montagne centrali che si ergono quasi fino a mille metri di altezza, ruderi anch'esse dell'antico vulcano facente parte della spina geologica detta Linea del Camerun, una catena sottomarina che si protende nell'Atlantico partendo dal lago Ciad e che l'isola ha costruito, quasi tre milioni di anni fa. Atterriamo in una piccola striscia di asfalto, che percorre rettilinea quasi un decimo della sua lunghezza totale, tra campi verdi circondati dalla foresta. Indubbiamente questo è praticamente l'unico modo di arrivare quaggiù, luogo isolato e ancora più selvatico di una nazione già di per se stessa assai isolata. Principe è un'isola verdissima occupata per circa una metà dalla foresta primaria, da poco diventata patrimonio Unesco come Riserva mondiale della biosfera, proprio per questo suo isolamento che ne ha conservato l'unicità assoluta di flora e fauna, che vantano per questo moltissimi endemismi. Anche la sua breve storia, conferma questo suo isolamento. Dopo la scoperta contemporanea a Sao Tomé, l'isola venne utilizzata allo stesso modo, come punto di appoggio sicuro per la ratta degli schiavi e per le piantagioni dei cacao e alla fine del 1700 aveva approssimativamente gli stessi abitanti di oggi, tra i 6 e gli 8000, anche se era scesa a meno di 2000 alla fine dell'800 con la crisi del cacao, durante la quale la foresta si riappropriò a poco a poco delle piantagioni abbandonate, mantenendo l'isola in una sorta di letargo senza tempo.
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Il molo |
Così, arrivando quaggiù, se São Tomé vi appariva come un paese lontano dal mondo intriso della sua selvatica bellezza, a Principe vi sentirete davvero su un pianeta diverso, dove i termini di paragone sono completamente differenti ed il tempo scorre secondo ritmi inusuali paragonati a quelli a cui siete abituati. Rito, il proprietario della locanda presso la quale andremo a stare, ci aspetta all'aeroporto, senza cartello, tanto siamo facilmente individuabili tra i pochi che escono dal capannone di quella che possiamo considerare come una aerostazione, che sorge al fianco della pista di atterraggio. In un paio di chilometri scendendo in curve strette verso il mare si arriva in città, Santo Antònio, che era anche il primo nome dato all'isola, al fondo della grande baia, unico vero approdo di Principe. La solita distesa di casette coloniali in rovina e nessuna costruzione recente, la città dorme il sonno dei giusti, che prosegue immutabile da decenni. Solo ultimamente qualche cosa si è mosso. Qualcuna delle antiche Roças è stata riattivata, complice l'esplosione mondiale dell'interesse per il bionaturalismo che qui può trovare sicuramente un punto di appoggio. Così sono nate le due realtà dell'italiano Corallo con il suo cacao di alta gamma, che ha ripreso anche alcune antiche varietà (anche questo è un aspetto premiante nel sentire dell'alta gamma) e di Sundy, che si sono insediate al centro dell'isola, per rinnovarne i fasti; inoltre sono sorte di pari passo, puntando ad un tipo di turismo di assoluta élite due alberghi di lusso, recuperando edifici storici in abbandono delle antiche Roças, che con i loro 3/400 euro a notte rappresentano bene, quello che si vuole fare nel prossimo futuro di queste zone.
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Branco di randagi in centro |
Insomma visitatori esclusivi che arrivino magari con i loro voli privati, per sentirsi partecipi di una sorta di parco giochi che escluda i saccopelisti e le persone "normali". Ma poi alla fine la voglia di andare e muoversi attraverso il mondo, è un po' come l'acqua in discesa, non riesci a fermarla con le mani e neanche con la pietra, e alla fine, scava il suo varco e arriva dove vuole. Se un posto è bello e unico ancora peggio, non riesci certo con i prezzi ad impedire alla gente di arrivarci, qualche soluzione si trova sempre e così ecco sorgere anche qui qualche locanda, B&B o alberghetto, certamente basici e adatti a chi ha la bocca buona, ma che consentono a chi ne ha voglia di venire ad appagare la sua curiosità di vedere e di conoscere. Così eccoci qui nella nostra cameretta spartana ad organizzarci i tre giorni durante i quali cercheremo di conoscere l'isola. Per oggi intanto utilizzeremo il Jimmy (tanto per cambiare, ma questa è davvero la macchina adatta per muoversi nell'arcipelago) del nostro Rito che ce lo indica dal bancone del suo ristorante adiacente all'alberghetto, rimasto parcheggiato al di là della strada. Le chiavi sono dentro, già inserite. Ma come e se lo rubano? Rito ride di cuore, ma dove volete che vada un ladro di macchine in un'isola di 100 km2, dove ogni tanto, se va bene ogni quindici giorni, arriva un cargo dal continente a scaricare un po' di masserizie e materiali da costruzione? In effetti è vero, non ci avevo pensato. Saltiamo in macchina e partiamo a conoscere l'isola dal di dentro, non prima di avere spostato dietro il lungo machete che sta tra i sedili e che evidentemente qui fa parte dell'attrezzatura basilare di ogni mezzo di trasporto.
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Principe |
SURVIVAL KIT
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Il B&B |
Apresentacão - 14 rua
Oua 23, Santo Antonio - Principe - Buona soluzione a costi contenuti in un'isola per il resto più cara che Sao Tomé a causa del suo isolamento. B&B tre stelle con 4 camere, molto basiche in una casetta al centro città. Doppia tra le 50 e 60 € con colazione e tassa di soggiorno, incluso il transfert dall'aeroporto. Pulito, doccia buona con acqua calda, TV e AC, free Wifi, zanzariere alle finestre. Colazione nell'attiguo ristorante della stessa proprietà, abbastanza ricca, con uova, succo, caffé o thé e frutta dell'isola. Il proprietario Rito è gentilissimo, si preoccupa molto del benessere dei suoi ospiti e può fornire consigli e ogni tipo di assistenza per escursioni e affitto macchina, barca e ogni altra necessità. Il Jimmy costa 50 € al giorno.
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Case di Santo Antonio - Principe |
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