giovedì 8 marzo 2012

8 marzo.

Dal web.
Perdonate l'allitterazione ma, data la data di oggi mi corre l'obbligo di postare qualcosa, dato che non ho comprato mimose (rifuggo da questi riti). Per spezzare quindi anche per un attimo il ritmo del racconto laotiano che avrà già stancato molti, ma che continuerò imperterrito fino alla fine (vi dovrete assoggettare a bere l'amaro calice), vi sottopongo quindi una proposta di legge che mi sembra sia intonata alla ricorrenza e che venendo dal secolo dei lumi e del trionfo della ragione, va presa con la giusta considerazione. L'amica Nidia, ha posto alla mia attenzione quanto segue e che vi ripropongo pari pari:

PROGETTO DI LEGGE PER VIETARE ALLE DONNE DI IMPARARE A LEGGERE, di  Sylvain Maréchal (1750-1803)
Considerando...
*Che la delicata innocenza propria di una vergine vede sfiorire la sua fragranza vellutata nell’attimo in cui è toccata dall’arte e dalla scienza, nell’attimo in cui un insegnante l’avvicina. La prima lezione impartita ad una fanciulla, è il primo passo forzato del suo allontanamento dalla natura.
*Che il grazioso cicaleccio femminile compenserà con gli interessi l’assenza della penna.
*Che le donne che menano vanto di saper leggere e scrivere bene, non sono quelle che sanno amare meglio.
*Che, di solito, una donna perde in avvenenza e persino in verecondia, nella misura in cui accresce la sua cultura e il suo talento.
*Che la qualifica di donna che sa leggere nulla aggiunge ai sublimi e commoventi attributi di brava ragazza, brava moglie, brava madre né al modo di adempiere a quei dolci e sacri doveri.
*Che in una casa regnano lo scandalo e la discordia, quando la moglie ne sa quanto o più del marito.
*Quanto le donne diventino sciatte, indolenti, presuntuose, schizzinose, bisbetiche, indisciplinate, per poco che sappiano leggere e scrivere.
*Che le scrittrici sono meno feconde delle altre donne.
*Che da quando, in ogni professione, ci s’imbatte in donne che sanno leggere, la nutrice riduce il poppante alla fame; la commerciante trascura il negozio e la cuoca la cucina; l’operaia incomincia più tardi e finisce prima la giornata; la parrucchiera distratta brucia le bionde chiome della cliente; L’infermiera e la farmacista, per un equivoco, ammazzano i malati..
*Che la gloria di una donna sta nel vivere ignorata e nel rimanere ignorante.
Articolo I
La Ragione Vuole (anche a costo di sembrare incivile),che le donne, nubili, maritate o vedove, non ficchino mai il naso in un libro, né impugnino mai una penna.
Articolo III
La Ragione Vuole che ogni sesso stia al suo posto e che ci resti.
In successivi articoli la Ragione Vuole che le donne siano interdette da: leggere, scrivere, stampare, incidere, compitare, solfeggiare, dipingere.
Che siano tenute lontane da: penna, pennello, matita, bulino, disegno, pittura, incisione, note musicali, altre lingue oltre la materna, grammatica, storia, geografia,(La loro debole memoria mal sopporta il fardello delle date e di una difficile nomenclatura sic) astronomia, botanica, chimica. (Contino le uova in cortile e non le stelle del firmamento! sic Conoscere gli ortaggi per la zuppa è più che sufficiente!sic)
Articolo XII
La Ragione Vuole che i mariti siano gli unici libri delle loro mogli; libri viventi, ove giorno e notte, esse imparino a leggere il proprio destino.
Articolo XLV
La Ragione Vuole che le donne si accontentino di ispirare i poeti, senza cercare di diventarlo loro stesse.
Articolo LX
La Ragione Vuole che i buoni libri siano letti alle donne, non dalle donne

E veniamo alla sanzioni:

La Ragione Vuole che ogni cittadino, il quale avrà scelto come sposa e compagna una letterata o un’artista, sia perciò stesso ritenuto inadatto ad assumere una carica pubblica di una certa importanza...
La Ragione... proibisce agli uomini di scrivere sotto dettatura da parte di una donna, eccezion fatta per una lettera al padre o al marito lontano...
Articolo LXVI
La Ragione Vuole che alle donne che si ostinassero a scrivere libri, non sia consentito avere figli.

Ogni padre e capofamiglia si procurerà una copia della suddetta legge, così da affiggerla nel luogo più in vista della casa.





Non essendo poi la legge passata per beghe interne alla maggioranza, non disponiamo quindi oggi della copia da appendere. In ogni caso meglio così, se no avrei perduto la maggioranza dei miei lettori, che mi risulta essere di sesso femminile. Mimose virtuali con affetto a tutte le mie amiche.  ;-)

9 commenti:

Nidia ha detto...

;-)te l'avevo detto di non prendere troppi appunti...

Manuela Garreffa ha detto...

spesso ci penso: questa gente era illusa. Avevano paura di qualcosa di piú di quanto in realtá sia successo. Sono cresciuta passando ore ed ore nelle edicole dei miei e giá notavo la quantitá impressionante di stupide riviste di moda e pettegolezzi che si vendevano, delle piu stupide se ne vendevano a pacchi sei o sette x cliente, mi spiace molto per gli alberi. Considerando che si tratta di poche generazioni fortunate che hanno potuto accedere all'istruzione, da queste ultime generazioni mi aspettavo sinceramente qualcosa di piu. Ovviamente non alludo alle tue lettrici, alludo alla maggioranza e mi sforzo di credere che cambierá.

chicchina ha detto...

Ho trattenuto il respiro per leggere la tua conclusione finale.Non solo avresti perso molti lettori,ma anche il piacere,immagino, di camminare parlare respirare discutere litigare cantare sognare mano nella mano con l'altra metà del cielo,uguale e complementare.
Ciao e buona giornata.

Martino ha detto...

Ritengo che sia, almeno in parte, apocrifo.
"L’infermiera e la farmacista" non mi sembrano professioni che fossero esercitate dalle donne dell'epoca, non con le modalità che ci viene istintivo immaginare oggi: probabilmente si limitavano a spazzar pavimenti e vuotar pitali, senza alcuna necessità di erudizione purchessia (me lo perdonate il "purchessia"?)

Enrico Bo ha detto...

@Nidia - Grazie a te l'occasione era troppo ghiotta.

@Manu - Non hai torto, c'è ancora molto da fare, tuttavia se fossi donna, vorrei essere nata quantomeno adesso e non qualche secolo fa.

@Chicchi. - Dai ma mi facevi così becero? :-(( W le donne!

@Marti - Purtroppo non sono riuscito a trovare il testo originale, ma il personaggio e la vicenda sono del tutto reali così come la sua : Projet de loi portant défense d’apprendre à lire aux femmes. Ma l'ironia della sorte e la goffaggine del personaggio, esponente di spicco della rivoluzione e fervente ateista, è che proprio in riferimento al suo progetto di legge entrò in polemica con la letterata Marie Armande Jeanne Gacon-Dufour eclettica e letterata femminista dell'epoca della quale si innamorò perdutamente, mettendo da parte le sue scemenze. La vendetta dell'intelligenza e poi sappiamo che l'uomo si convince facilmente...

laura ha detto...

purtroppo temo non sia così apocrifo. Anche le grandi menti dell'illuminismo ogni tanto avevano le prorpie contraddizioni

http://it.wikipedia.org/wiki/Sylvain_Mar%C3%A9chal

Enrico Bo ha detto...

@laura - Infatti!

chicchina ha detto...

Enrico,di certo non ho saputo esporre il mio pensiero.Ti chiedo scusa,anche perchè conosco la tua sensibilità. scusata?.Ciao

Enrico Bo ha detto...

@Chicchi - Ma dai scherzavo, è sempre un gran piacere sentirti!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!