mercoledì 28 maggio 2014

Cronache di Surakhis 62: E' finita!

Con questo post vorrei chiudere la serie di intonazione fantascientifica che appariva di tanto in tanto sul blog. Ho sempre avuto passione per questo settore della letteratura, proprio per la sua tendenza all'esagerazione nel delineare scenari futuri che proprio con questa distorsione, lanciassero un messaggio di attenzione alle situazioni reali. Maggiore è la forzatura, più forte risulta essere l'impatto critico con la realtà. Ma bisogna stare attenti a non estremizzare troppo le situazioni, perché se queste non diventano più credibili, neppure nel loro grottesco andando al di là del possibile, allora il rischio è quello di perdere anche l'impatto critico voluto. Proprio per questo, qualcuno dei miei lettori più attenti aveva criticato qualcuno dei miei pezzi, quando avevo presentato racconti così impossibili da non poter essere rapportati a momenti di attualità, con conseguente perdita di interesse. Le storie della saga si svolgono sul pianeta di fantasia Surakhis, dove avvengono ogni sorta di nefandezze a danno dei suoi disperati abitanti. In un caso, il bieco Paularius, aveva concluso grazie alla pressione delle sue truppe di macropenici di Altair IV, un nuovo contratto di lavoro per le sue miniere, in conseguenza del quale, i minatori avrebbero avuto una modificazione del salario globale, costituito da una scodella di zuppa giornaliera. I sindacato avevano richiesto un aumento della quantità somministrata e dopo lunga lotta, l'avevano ottenuto, due scodelle al posto di una. Ma, non avendo prestato attenzione al dettaglio dell'accordo generale, che precisava la quantità ma non il tipo, la zuppa veniva allungata con ugual quantitativo di acqua prelevata direttamente dagli scarichi della miniera per ottenere la quantità voluta. 

Il costo dell'operazione veniva poi addebitato ai lavoratori stessi in comode rate da pagare nel corso dell'anno. Ora la fantascienza può lasciar libera la fantasia di esagerare le situazioni, ma dovrebbe, per avere credibilità, confezionare storie che siano comunque possibili e i miei critici, mi facevano notare che non ha senso parlare di lavoratori che forniscono una prestazione in cambio di una scodella di zuppa. Lo scrivono anche tutte le Costituzioni: "I lavoratori hanno diritto ad un compenso commisurato alle loro prestazioni...". In effetti ero incline a convenire che il rilievo fosse corretto, quando un paio di mesi fa una notizia proveniente dalla Valle d'Aosta, mi ha fatto riflettere. Come riportato dalla Stampa di Torino, L'ARPA di Aosta, Agenzia regionale di protezione dell'Ambiente (non il bieco Paularius) ha pubblicato un avviso di selezione per "il conferimento di due incarichi per attività di fundraising". I profili ricercati hanno requisiti piuttosto stringenti: laurea magistrale; esperienza provata  nell'ambito di partecipazione e gestione di progetti nazionali e/o internazionali di ricerca, cooperazione e formazione inerenti problematiche ambientali; buona conoscenza di inglese e francese secondo i parametri europei. Seguono l'elenco dei compiti da svolgere, che vanno da "rassegna ragionata delle modalità usuali dei finanziamenti della ricerca, cooperazione e formazione scientifica applicate ai temi ambientali; definizioni di un piano di relazioni e networking con enti e università; supporto alla presentazione di progetti per il finanziamento e l'avvio di iniziative di ricerca, incluso un rapporto tecnico al termine dell'incarico". Il contratto è biennale e, attenzione, il compenso proposto è pari a zero. 

Cioè, tanto per essere precisi, secondo quanto riporta sempre La Stampa: "la collaborazione è a titolo gratuito", per cui si specifica che "nessun compenso sarà erogato, neppure sottoforma di rimborso spese", casomai qualcuno pensi di lucrare sulla benzina. Niente scodella di zuppa quindi, Paularius sarebbe davvero orgoglioso di questa proposta che non sarebbe venuta in mente neppure a lui, in particolare quando l'ineffabile Dott, Giovanni Agnesod, direttore generale, precisa: "per i candidati, questo rappresenta una esperienza importante da inserire nel curriculum". Dimenticavo, i candidati devono fare anche bene attenzione "a non assumere altri incarichi che siano in qualche modo in contrasto o incompatibili con l'attività dell'agenzia" pena, è probabile un dolorosissimo licenziamento in tronco (precisa sempre la Stampa). Beh, Paularius avrebbe sicuramente usato i Macropenici di Altair IV per punire l'infedeltà, consoliamoci dunque. Pare che due candidati si siano già presentati in tutta fretta e si attendono altre domande, farà fede la data del timbro postale. Ora, io credo che un paese dove sia scomparsa completamente l'etica nei rapporti di lavoro, dove la manodopera sia considerata esclusivamente merce e costo variabile, dove queste cose si dicono pubblicamente senza neppure avvertire il grottesco che sottintendono, senza vergogna alcuna, sia un paese destinato a declinare irrimediabilmente. Anche Paularius si rende conto che il capitale umano è la prima risorsa di un'impresa, infatti anche lui capisce che, a parte il prelievo degli organi, non può chiedere altro ai suoi dipendenti. Le Cronache di Surakhis sono state superate dalla realtà che ci circonda, è ora di chiudere.



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2 commenti:

Marco Bruno ha detto...

Io sottolineerei che il datore di lavoro non è un bieco sfruttatore capitalista, ma bensì un Ente della Regione, e quindi in ultima analisi dello Stato Italiano, che così promuove l'occupazione giovanile. Manca solo che nel bando si richiedano cinque anni di esperienza nella posizione. Allucinante... ma non c'è modo, dall'alto, di censurare e punire operazioni del genere? Tanto più che, si sa, la Val d'Aosta è un'isola felice, per quel che riguarda la spesa di danaro pubblico.

Enrico Bo ha detto...

@Marco il problema è che se viene meno l'etica, manca anche il senso di vergogna, peggio anche da parte di chi subisce, tutto diventa normale ed accettabile.

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